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28 febbraio “domenica senz’auto”, il blocco interesserà solo Bologna e Imola

A seguire il documento elaborato dall’assessore all’Ambiente della Provincia di Bologna Emanuele Burgin d’intesa con i sindaci della provincia di Bologna in merito all’iniziativa “domenica senz’auto” prevista per il 28 febbraio su proposta dei sindaci di Milano e Torino.

“Il sistema degli Enti locali della provincia di Bologna valuta con interesse alcuni aspetti della proposta di “domenica senz’auto” del 28 febbraio. Esprime tuttavia un’adesione alla proposta di chiusura dei centri storici limitata alle due città a maggiore densità urbana, Bologna e Imola (secondo le modalità indicate dai due Comuni). Gli altri Comuni, in ragione delle loro caratteristiche, non ritengono vi siano le condizioni per un’adesione al blocco previsto per domenica 28 febbraio. Nell’occasione vorremmo evidenziare le iniziative in corso e la riflessione in atto all’interno del nostro contesto territoriale.

Valutiamo in modo certamente positivo l’ampio coinvolgimento dei Comuni della Pianura Padana. E’ la prima volta che un’iniziativa promossa dai Comuni raggiunge una tale ampiezza territoriale, ed è dunque forte il segnale che giustamente con essa viene dato ai cittadini. Al tempo stesso, avendo attivato, già da 5 anni almeno, limitazioni al traffico dei veicoli più inquinanti in numerosi comuni bolognesi e per tutta la stagione invernale, nonché blocchi del traffico nei giovedì da gennaio a marzo nelle aree urbane di Bologna e Imola, noi siamo già oltre la proposta di blocco domenicale. Dei blocchi del traffico, imposti fra l’altro in giorni feriali quando decisamente superiori sono i flussi di traffico, abbiamo già sperimentato le difficoltà applicative e la limitatezza dei risultati. Ai blocchi del traffico riconosciamo un valore non solo educativo, ma anche di indicazione per un rinnovo tecnologico che favorisca la scelta di veicoli meno inquinanti. I blocchi del traffico e le limitazioni dei veicoli più inquinanti, poi, non possono che limitarsi alle aree urbane, non coinvolgendo quel sistema autostradale che fa di Bologna il nodo più trafficato d’Italia e che significativamente contribuisce alla generazione di polveri. E dunque, sulla base dell’esperienza fatta, non possiamo non ribadire la necessità di interventi di lunga prospettiva e sistematica applicazione.

Siamo consapevoli che l’inquinamento da polveri sottili, oggi, non è più un problema dei soli centri abitati. La nuova rete di monitoraggio che stiamo disponendo sul territorio, con ben 6 centraline fino ad oggi attivate per rappresentare le diverse tipologie urbanistiche, mostrano differenze assai poco rilevanti tra quel che si rileva in città o in aperta campagna. Con gli anni le polveri si sono fatte più fini e dunque più volatili, mentre è cresciuto al loro interno la frazione del particolato secondario, che deriva e chiama in causa tutti i processi di combustione, dal traffico al civile alla produzione di energia termoelettrica. Lo smog è dunque l’ultimo anello di un percorso logico che discende dal nostro consumo di energia, nelle varie forme, e vede la prospettiva di soluzione nell’obiettivo del 20-20-20 indicato dall’Unione Europea: entro il 2020, 20% in più di efficienza energetica, 20% di fonti rinnovabili, 20% in meno di emissioni di gas a effetto serra. Il tema smog si salda dunque a quello del clima, e cioè dell’energia e delle emissioni: per questo gli Enti Locali della provincia di Bologna si impegnano ad uno sforzo di razionalizzazione delle tante iniziative già attivate in questo senso, a partire dal Progetto Microkyoto della Provincia di Bologna e dalle tante azioni di informazione ed incentivo offerte dalle amministrazioni comunali. Da un lato vogliamo continuare e potenziare le iniziative di risparmio energetico, che è anche risparmio economico, sui nostri edifici, su quelli dei nostri cittadini e del nostro sistema produttivo. Dall’altro, vogliamo realizzare un salto di qualità riconducendo tutto questo ad un vero e proprio Piano del Clima della provincia di Bologna: un documento di strategia, che purtroppo manca a livello nazionale, che partendo da una quantificazione delle emissioni di gas climalteranti sappia identificare i potenziali delle diverse aree di intervento (mobilità sostenibile, efficienza energetica, edilizia sostenibile, etc) e unitamente alla stima delle risorse economiche necessarie possa offrirci una scala di priorità l’attuazione dei programmi. Dal Piano del Clima, che potrà saldarsi all’ampliamento delle adesioni al Patto dei Sindaci promosso dall’Unione Europea, con la Provincia di Bologna nel ruolo di struttura di supporto, dovranno scaturire piani di azioni articolati di cui si possano misurare e quantificare gli effetti sulle emissioni.

Siamo anche consapevoli che per realizzare programmi occorrono risorse. Aderiamo e facciamo dunque nostra la proposta, già avanzata a Milano nella riunione dei Sindaci contro le polveri sottili, di consentire agli Enti Locali di investire risorse escludendo dal patto di stabilità gli investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici, la mobilità sostenibile e, in generale, la riduzione delle emissioni inquinanti”.
















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