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Ambiente: la macchia di petrolio del Lambro raggiunge il Po

“Facile prevedere – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia- cosa accadrà nel Po fra poche ore quando gli idricarburi scaricati dalla Lombardia Petroli nel Lambro arriveranno. Formati soprattutto da gasolio per riscaldamento sono più leggeri dell’acqua e formano una patina continua, in parte evaporano e in parte si degraderanno depositandosi sul fondo. La fauna ittica subirà comunque moltissimi danni, ingerendo queste componenti”.“A questo si dovrà aggiungere che il depuratore di Monza, che ha trattenuto una quantità significativa di questi materiali sarà fuori uso per giorni e giorni, scaricando quindi nel Lambro buona parte della Brianza e di Monza (500.000 abitanti) senza nessuna possibilità della benchè minima depurazione. Questo fiume era da anni il più inquinato della valle Padana, che faceva convergere nel Po un carico sia di inquinanti organici che inorganici considerevole. Dalle analisi di Operazione Po degli ultimi era comunque emerso che con l’entrata in funzione dei depuratori di Milano la situazione era un po migliorata, interrompendo il trend negativo.

Questa tendenza si è interotta bruscamente con questo sversamento, che, a prescindere dalle cause, nel momento in cui arriva al Po non è più arginabile e possiamo solo aspettare sulle rive che passi, spostando il problema alla foce e al mare. Le caratteristiche idrauliche del Po non permettono di installare barriere, soprattutto ora che dopo alcuni giorni di pioggia il livello si è alzato.

E’ anche da valutare – conclude Becchi – la possibilità di vietare il consumo ad usi umani del pescato del fiume per un po di tempo e quantomeno servirebbero delle analisi sulle carni dei pesci, in modo da verificare se questi residui si sono bioaccumulati nella catena alimentare. Nel 2008, sempre nel corso di Operazione Po, furono analizzate le carni di 5 siluri, di circa 1 metro di lunghezza (di 4-5 anni di età circa) che in alcuni casi mostravano già dei valori di contaminanti inorganici nel grasso e nel fegato superiori ai limiti di legge per il consumo umano”.

















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