Dall’entrata in vigore della legge che regolamenta il reato di “stalking” vi è stato un aumento consistente delle richieste di ammonimento al Questore da parte delle vittime di tali atti persecutori, come emerge dai dati forniti dalla Divisione Anticrimine della Questura di Modena.
I comportamenti molesti nelle loro varie forme, peraltro, non sembrano conoscere confini di genere o di età. La reazione abnorme di amanti respinti o abbandonati, infatti, non è limitata ai rapporti eterosessuali, ma investe sempre di più anche le coppie omosessuali.
Come nel caso di un quarantenne, che dopo un lungo periodo di frequentazione con un suo coetaneo, trascorsi molti anni dalla fine della relazione, ha iniziato a ricevere telefonate e sms minatori, molti dei quali particolarmente volgari, con chiare allusioni sessuali, costringendolo a rivolgersi alla Polizia.
Singolare, poi, il caso dell’incontenibile passione di uno studente ventenne nei confronti della sua matura docente universitaria, coniugata con prole, tormentata da centinaia di sms e messaggi di posta elettronica da parte dell’allievo. Il giovane, dopo comportamenti pacati e tipici di una persona innamorata, ricevendo continui rifiuti da parte della donna, è passato a messaggi di un tenore completamente diverso. Alla richiesta insistente di consumare rapporti sessuali con la vittima, poi, si sono aggiunte le minaccie rivolte alla stessa e ai suoi familiari e un tentativo di suicidio.
In molti casi, infatti, gli autori di tali comportamenti ritengono essere loro stessi le vittime di persone, che precedentemente hanno giocato con i loro sentimenti.
I dati confermano che i nuovi mezzi di comunicazione (sms, messaggi di posta elettronica) risultano le forme più comuni attraverso le quali si concretizza il reato in questione, attribuendogli una veste sempre più “virtuale”.
Le richieste di ammonimento devono essere sottoposte ad un’attenta analisi e ad uno studio minuzioso delle dinamiche relazionali. Infatti, dietro tali istanze potrebbe celarsi l’intento, ad esempio, di ottenere un punto di vantaggio da parte di soggetti coinvolti in vicende di separazione coniugale se non, addirittura, in occasione di liti condominiali.