«La crisi ci ha riportato indietro di 25 anni, cancellando gli equilibri economici costruiti nell’ultimo quarto di secolo. Gli ultimi dati parlano di una produzione industriale in crescita del 5 per cento, ma un anno fa la flessione toccava il 25 per cento». Inizia così, con una lucida disamina della situazione attuale del Paese, l’intervento del direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli alla giunta degli industriali modenesi che si è svolta stamattina in via Bellinzona. «La ripresa sarà contraddittoria e non potrà contare sulla politica che sembra impegnata su altri terreni e sta abdicando al suo ruolo».
Galli continua: «Nel frattempo il debito pubblico è arrivato al 115 per cento e fra due o tre anni, secondo le stime del Fondo monetario internazionale, potrebbe schizzare al 130 per cento. Continua a crescere anche il debito che lo Stato ha contratto nei confronti delle aziende, che attualmente ha raggiunto i 60 miliardi di euro».
Pur in un contesto generale negativo, il sistema imprenditoriale ha comunque la possibilità di trovare al suo interno le forze per reagire. «Con l’accordo della moratoria sul debito siglato lo scorso 3 agosto», afferma il direttore di Confindustria, «abbiamo dato soccorso a circa 120 mila imprese per un totale di sette miliardi di euro di rate rinviate. Stiamo anche lavorando alla creazione di un fondo per la patrimonializzazione delle pmi».
La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha lanciato l’idea di un progetto a lungo termine per il sistema-Paese. «Con “Italia 2015”», conclude Giampaolo Galli, «Confindustria prova a cambiare registro. Come sarà l’Italia fra cinque anni? Quali saranno le riforme di cui non potrà fare a meno? Lavorando su più versanti (dall’education alla ricerca, dal campo energetico al fisco) vorremmo scrivere l’agenda di quelle che riteniamo siano le priorità del Paese. Di riforme si parla da sempre, ma l’uso inflazionato del concetto ha prodotto la scomparsa del suo significato originario. Fare riforme strutturali nell’interesse della collettività non può limitarsi al semplice proclama: qualcuno deve assumersi la responsabilità di portare quel proclama fino in fondo. La “sindrome dell’ultimo miglio”, come mi piace definirla, è la tara che più di ogni altra ha inquinato la nostra società».
Galli, dopo il suo contributo, è rimasto per un confronto diretto con gli industriali che siedono nel parlamentino di Confindustria Modena, per approfondire i temi e i problemi della realtà locale.
Il curriculum vitae di Giampaolo Galli
Nato a Milano il 13 marzo 1951, Galli si è laureato in Economia politica presso l’Università Bocconi di Milano nel 1975.
Ha conseguito il Ph.D. in Economia nel 1980 presso il Mit di Cambridge (Usa), dove ha lavorato con Franco Modigliani e Robert Solow sulla teoria del rischio e i sistemi finanziari. Nel 1979 ha svolto attività di ricerca presso il Fondo monetario internazionale.
Fra il 1980 e il 1992, presso il Servizio studi della Banca d’Italia si è occupato di mercato monetario, di ricerche econometriche e di previsioni economiche. Dal 1992 al 1995, come responsabile della direzione internazionale del Servizio studi, si è occupato di relazioni monetarie internazionali, all’interno dello Sme e con le altre principali aree, e ha rappresentato la Banca d’Italia in vari organismi internazionali.
Dal marzo 1995 al febbraio 2003 è stato capo economista di Confindustria.
Dal marzo 2003 al gennaio 2009 è stato direttore generale dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania).
Fra il 1995 e il 2003, è stato membro del National Institute of Economic Research (Londra), consulente della Commissione affari monetari e finanziari del parlamento europeo sulle questioni della politica monetaria europea; membro dell’Emu Monitor di Francoforte, membro del gruppo di consulenti economici del presidente della Commissione europea.
È stato, inoltre, docente incaricato di Econometria, di Politica monetaria e di Politica economica rispettivamente presso l’Università Bocconi di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università Luiss-Guido Carli.