Un acronimo forse altisonante – G.I.11 – ma sicuramente conciso e facile da memorizzare, così da dare immediata riconoscibilità a questo coordinamento: i Giovani Imprenditori delle undici associazioni imprenditoriali dell’industria, dell’artigianato, del commercio, della cooperazione e dell’agricoltura. Un coordinamento nato per dare visibilità – ma non solo – alle tipicità dei giovani imprenditori, gli under 40 (il 4,6% nel nostro territorio nella fascia 18-29 anni, il 48% nella fascia 30-49). Il vernissage del G.I.11 è avvenuto stamani, martedì 23 febbraio, presso la Camera di Commercio, alla presenza del Presidente dell’ente Camerale, Maurizio Torreggiani, e di tutti i rappresentanti delle Associazioni: Cristian Aldrovandi (Anga), Davide Malagoli (Confindustria), Francesco Barbieri (Cia), Paolo Vincenzi (Cna), Paolo Cavazzuti (Coldiretti), Francesco Apparuti (CONFAPIpmi), Matteo De Pietri (Ascom Confcommercio), Alberto Vaccari (Confcooperative), Simone Testa (Confesercenti), Matteo Spaggiari (Lapam Federimpresa), Luigi Manfredi (Legacoop).
Nell’occasione il coordinamento ha presentato il proprio simbolo e un sito internet dedicato. Ma i Giovani Imprenditori hanno fatto le cose davvero per bene, definendo anche un proprio statuto, oltre ad una precisa mission.
A presentare il coordinamento ed i suoi obiettivi è stato Paolo Vincenzi, presidente dei Giovani Imprenditori CNA e primo portavoce del G.I.11 – un ruolo che i diversi presidenti si scambieranno ogni anno – senza nascondere il legittimo orgoglio per il raggiungimento di questo traguardo. “Si dice spesso che l’unione fa la forza. Noi abbiamo voluto dare concretezza a questo modo di dire”.
Sugli obiettivi da raggiungere i giovani imprenditori hanno le idee ben chiare. “Farci sentire sulle politiche – aggiunge Vincenzi – con piena disponibilità al dialogo, ma anche con la volontà di far valere le nostre rivendicazioni rispetto alle azioni che coinvolgono i giovani imprenditori, e coalizzare le singole capacità attorno a diversi progetti, integrandosi con l’intero territorio provinciale”.
Il G.I.11, insomma si propone come punto di riferimento per tutti coloro che vogliono sviluppare idee imprenditoriali. Ad esempio, per offrire soluzioni al problema del passaggio generazionale, uno dei più pressanti per tutte le attività imprenditoriali, il commercio, l’industria, l’artigianato, e l’agricoltura.
“Non vogliamo certo sostituirci alle associazioni “senior”, né al ruolo istituzionale della Camera di Commercio – precisa Simone Testa, vice portavoce – La nostra intenzione, piuttosto, è dare un contributo positivo alle discussioni che riguardano il futuro del tessuto economico provinciale, confrontarci e condividere le reciproche esperienze professionali, individuare percorsi per la crescita dei giovani imprenditori valorizzandone l’attività e favorendo la loro presenza negli ambiti sociali ed istituzionali”.
Le prime riunioni, che hanno già iniziato a svolgersi periodicamente presso la Camera di Commercio, sono servite proprio a mettere a punto quelle che saranno le prime attività del coordinamento: l’individuazione di strumenti in grado di sostenere l’imprenditoria giovanile (incentivi e finanziamenti da proporre al mondo bancario, ad esempio, ma anche ma anche a soluzioni gestionali) e la definizione di un programma di iniziative dedicate a questa “categoria” di imprenditori. Ma il G.I.11 si propone anche si analizzare problematiche economiche e sociali vicine ai giovani attraverso gruppi di lavoro opportunamente individuati, oltre a valorizzare le iniziative organizzate dai gruppi che ne fanno parte. “Abbiamo “fame” di informazioni: imprenditoriali e non – precisa Testa – perché la conoscenza è la strada migliore per maturare quelle competenze necessarie per mantenere l’economia modenese ai livelli di eccellenza a cui hanno saputo portarla le generazioni passate. Perché questo, in fondo, è il nostro ambizioso traguardo”.
“Si parla tanto della necessità di aggregare, di fare “rete” – conclude Vincenzi – crediamo che la costituzione di questo raggruppamento sia la testimonianza della volontà dei giovani imprenditori di voler fare le cose assieme, convinti che questo rappresenti un plusvalore fondamentale”.