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Elezioni regionali, le richieste dei sindacati dei pensionati dell’Emilia-Romagna

La valorizzazione di quanto è stato ottenuto insieme all’indicazione di quello che c’è ancora da fare. In vista delle prossime elezioni di fine marzo attraverso cui verrà rinnovato il consiglio regionale e sarà scelto il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, i sindacati regionali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil presentano ai candidati alla presidenza le proprie richieste per costruire una regione più equa e solidale e assicurare una vita dignitosa al milione circa di over 65enni che vivono in Emilia-Romagna.

“Con l’attuale amministrazione abbiamo ottenuto risultati importanti – dicono i segretari regionali dei pensionati Maurizio Fabbri (Spi-Cgil), Franco Andrini (Fnp-Cisl) e Rosanna Benazzi (Uilp-Uil) -, ma da chi governerà la Regione ci aspettiamo ancora di più. La condizione dei pensionati è peggiorata – spiegano -: le pensioni continuano a perdere potere d’acquisto senza che il governo Berlusconi prenda alcun provvedimento per impedirlo e i costi dei servizi sociali e sanitari stanno diventando insostenibili per una parte sempre maggiore degli anziani non autosufficienti (sono circa 109mila in Emilia-Romagna) e delle loro famiglie”.

I pensionati dell’Emilia-Romagna chiedono quindi ai candidati alla guida della Regione di impegnarsi per aumentare le risorse per le politiche di equità e di sostegno al reddito. “Occorre invertire la politica ingiusta di un governo – sostengono Fabbri, Andrini e Benazzi – che considera la spesa sociale un costo anziché un fattore di civiltà e un investimento per lo sviluppo di tutta la società”.

Per combattere la crisi e l’impoverimento delle famiglie, è la ricetta dei pensionati dell’Emilia-Romagna, “serve più assistenza, serve più lavoro, servono più servizi alla persona”. Per questo, aggiungono i segretari di Spi, Fnp e Uilp, “chiediamo a chi diventerà presidente della Regione di mettere al centro della propria azione una politica diversa da quella del governo, prevedendo più investimenti e risorse per sostenere i redditi da lavoro e da pensione e sviluppando un sistema avanzato di welfare regionale, che sia più equo e omogeneo su tutto il territorio”.

Secondo Spi, Fnp e Uilp dell’Emilia-Romagna, la strada da intraprendere è già segnata ed è quella della concertazione tra Regione e rappresentanze sociali, con il ruolo determinante assunto proprio dai sindacati dei pensionati. “Lo dimostrano gli accordi sottoscritti in questi anni – continuano i segretari dei pensionati -. La costituzione del fondo regionale per la non autosufficienza, l’istituzione delle tariffe sociali, il fondo per l’affitto e il fondo straordinario di 22 milioni di euro con cui la Regione è andata incontro alle persone maggiormente colpite dalla crisi economica, sono fatti concreti sotto gli occhi di tutti”.

“Queste misure non possono però essere interrotte – avvertono Fabbri, Andrini e Benazzi -, vanno rispettate e mantenute anche per il futuro. Che ne sarà per esempio del fondo regionale per la non autosufficienza? Per il 2010 il Fondo è ancora coperto dallo stanziamento in bilancio di 410 milioni di euro, ma dopo? I candidati – concludono i segretari dei pensionati dell’Emilia-Romagna – devono dirci se intendono rifinanziarlo e come pensano di risolvere alcune disfunzioni che si sono manifestate in questi anni, a partire dalle differenze che ancora esistono in alcuni distretti relativi all’accesso, all’offerta e alla qualità dei servizi sociali e sanitari”.

















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