Questa mattina i Carabinieri del Reparto Operativo di Modena hanno arrestato Daniele Galasso, 34enne di Maruggio e Cosimo Galasso, 37enne anch’egli di Maruggio, residenti a Modena, poiché colpiti da ordine di custodia cautelare in carcere.
Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Modena – dott. Domenico Truppa – ha concordato pienamente con i molteplici e gravi elementi investigativi raccolti indicando, oltre che una spiccata pericolosità sociale degli arrestati, anche il loro effettivo coinvolgimento nelle violente e sanguinose rapine commesse tra novembre 2008 e aprile 2009 in Modena che avevano destato vivo allarme nella comunità.
In particolare i fratelli sono stati riconosciuti correi nelle rapine perpetrate:
- nell’abitazione di Borri Giancarlo e Silvestri Claudia di Modena il 18 dicembre 2008, quando travisati ed armati di una spranga e di un coltello immobilizzavano il figlio minore dei coniugi e picchiavano con pugni e calci Silvestri Claudia per costringerla a dire dove si trovasse la cassaforte, minacciandola che se non avesse consegnato loro le chiavi le avrebbero portato via il bambino. Le violenze si esplicavano anche nel momento di ritorno a casa del marito, Borri Giancarlo, colpendolo con calci, pugni e con l’ausilio di una spranga. Durante la rapina i malviventi si impossessavano di vari oggetti presenti nell’abitazione (una pistola Beretta legalmente detenuta, munizionamento vario per la stessa, orologi, due computer portatili, carte di credito, l’autovettura Kia Sorrento);
- all’interno dell’ ”Osteria Vecchia Pirri” di Modena, commessa il 15 gennaio 2009, quando travisati ed armati di pistola picchiavano e minacciavano di morte i clienti dell’esercizio pubblico, alcuni legandoli con fascette di plastica, ed accanendosi sul gestore Bellentani Raul asportando 4000 euro in contanti, una cambiale da 60.000 euro e le carte di credito appartenenti ai presenti;
Solo il Galasso Daniele è stato indicato responsabile:
- della tentata rapina a Modena nei confronti di Pugliese Fulvio, avvenuta in Modena il 23 marzo 2009, in cui il malvivente esplodeva un colpo di pistola attingendo la vittima ad un ginocchio;
- di quella nei confronti di Contri Luciana, a cui puntava una pistola impossessandosi della borsa della donna contenente circa 100 euro e due cellulari ed del furto di un televisore al plasma di 60 pollici sottratto presso la Facoltà di Giurisprudenza di Modena, che è stato recuperato e restituito.
Le attività investigative hanno anche consentito di individuare il ricettatore dei beni rubati in Hilmani Abdelrrhaim, 46enne marocchino, che veniva prima sottoposto a fermo di indiziato di delitto per ricettazione, successivamente convalidato con specifica ordinanza di custodia in carcere.
Durante lo svolgimento delle indagini gli investigatori intuivano che un unico filo conduttore legava le sanguinose rapine perpetrate a casa Borri, all’ Osteria “Vecchia Pirri” con quella tentata nei confronti di Pugliese Fulvio. Tali percezioni, infatti, venivano confermate dagli esami balistici effettuati presso il RIS di Parma. Le analisi effettuate indicavano che il bossolo repertato in occasione del ferimento di Pugliese Fulvio proveniva dalla pistola Beretta con matricola abrasa rinvenuta nel garage dei fratelli Galasso e che i bossoli di due cartucce contenute all’interno di uno dei due caricatori rinvenuti presso il ristorante vecchia Pirri presentavano impronte univocamente riconducibili al passaggio all’interno della medesima pistola.
Le munizioni sequestrate nel garage di via Mascagni di Modena in uso ai fratelli Galasso esponevano caratteristiche intrinseche compatibili con il bossolo ed il proiettile rinvenuti a seguito del ferimento di Pugliese Fulvio. Inoltre le cartucce sequestrate presso il garage di via Mascagni presentavano peculiarità ed elementi distintivi analoghi a quelle rinvenute nei caricatori persi dai malviventi durante la rapina presso la Vecchia Pirri. Inoltre i caricatori erano stati utilizzati usualmente nella pistola Beretta con matricola abrasa. Questa, a seguito delle perizie esperite presso i laboratori del RIS, veniva compiutamente individuata come quella asportata dall’abitazione Borri-Silvestri. Ed ancora, le cartucce rinvenute nei due caricatori presentavano elementi distintivi uguali alle munizioni ricaricate in modo artigianale da parte del Borri Giancarlo.