“L’infezione da legionella che il 6 dicembre scorso ha ucciso una donna ricoverata all’ospedale di Baggiovara è stata con tutta probabilità contratta all’interno dello stesso ospedale ed in particolare attraverso l’acqua dell’impianto dei locali in cui aveva soggiornato la paziente. E’ questa la preoccupante realtà che emerge dalla risposta dell’Assessore regionale alla sanità Giovanni Bissoni alla mia interrogazione presentata sul caso”.
A renderlo noto è il Consigliere regionale del Popolo della Libertà Andrea Leoni, riportando il contenuto della risposta del 5 febbraio scorso fornita dall’Assessore regionale alla sanità.
“Bissoni dichiara che alcuni indagini epidemiologiche successive al decesso effettuate sul circuito dell’acqua calda e fredda che serve le stanze in cui la donna aveva soggiornato, hanno rilevato una presenza di batteri ben al di sopra dei limiti fissati dalle linee guida regionali e tali quindi da denotare uno stato di allerta. Appare quindi più che probabile che l’infezione possa essere partita da li e comunque all’interno dell’ospedale. Lo stesso Assessore Bissoni specifica infatti che la malattia ha una incubazione di 2-10 giorni, mentre la donna si trovava all’interno dell’ospedale già da un mese.
Quella che emerge è una realtà inquietante. E’ assurdo morire per un infezione contratta all’interno di un luogo che dovrebbe garantire la salute. E’ assurdo essere ricoverati per un intervento chirurgico e morire per un’altra malattia contratta all’interno dell’ospedale.
E’ altrettanto assurdo che pur di fronte a quanto è successo l’Assessore Bissoni si ostini a dire che le linee guida adottate dalla Regione per prevenire l’infezione da legionella siano più che sufficienti e che quindi non è necessario approvare la mia proposta di legge regionale per introdurre controlli e accorgimenti preventivi sugli impianti dell’acqua tali da prevenire e ridurre il rischio di infezione.
E’ incredibile come la giunta regionale, pur di fronte al ripetersi di una media di 80 casi all’anno di legionella, continui a dire di non potere a fare altro. La Regione afferma di avere svolto controlli e trattamenti straordinari a seguito dei rischi rilevati, ma che cosa garantisce che l’allerta riscontrata nell’impianto controllato, non si verifichi più?”.