martedì, 7 Maggio 2024
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Patto di stabilità, il PD di Scandiano non ci sta

I Consiglieri Comunali di Scandiano del Partito Democratico rigettano le condizioni imposte dal patto di stabilità approvato dal Governo. In particolare, con l’ordine del giorno che verrà presentato in Consiglio il prossimo 16 febbraio il PD per voce del suo capogruppo Renato Guidetti chiede al Governo di recepire l’emendamento presentato dall’Anci e di procedere ad una sostanziale modifica del patto di stabilità come attualmente impostato. “Questa modifica – spiega Guidetti – ci consentirebbe, come già accaduto negli ultimi anni, di escludere dal calcolo le risorse derivanti dai dividendi o dalle alienazioni di azioni di società partecipate dagli Enti Locali. Del resto la straordinarietà delle riscossioni avvenute nel 2007 derivanti dal collocamento in borsa delle azioni Enià determinerebbe oggi la necessità di scegliere tra il rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità per gli anni 2010 e 2011 e l’onorare gli impegni legittimamente assunti in seguito ad una legislazione differente, con i fornitori”.

Il PD in particolare, nel dispositivo di approvazione impegna la Giunta ad operare con prudenza effettuando comunque i pagamenti ai fornitori, derivanti da opere finanziate negli esercizi precedenti con un diverso patto di stabilità, quando la mancata effettuazione potrebbe causare danno erariale all’ente. E’ evidente infatti che un eventuale blocco dei pagamenti che si rendesse necessario nel corso dell’anno, oltre ad essere causa di danno erariale per l’Ente con conseguenti responsabilità, in un momento di grave crisi economica, metterebbe in serie difficoltà finanziarie le imprese che hanno lavorato e lavorano per la realizzazione di opere necessarie ed indispensabili per la nostra Comunità.

E in particolare come si legge nell’odg la forte critica al patto di stabilità si lega anche allo “Specifico stato di crisi che coinvolge l’economia e la società reggiana, dovuto principalmente alle caratteristiche manifatturiere e di vocazione all’export del territorio, nonché i vistosi fenomeni vistosi di chiusura e di ridimensionamenti aziendali in ambito provinciale con un aumento della cassa integrazione e della disoccupazione, con conseguente espansione del disagio sociale e di nuove e vecchie povertà”.
















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