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Aimi (PDL): Minaccia di ammutinamento in Comune. Siamo al “rompete le righe”.

“La minacciata protesta dei dipendenti del Comune di Modena è un atto senza precedenti. Sotto il profilo politico anche questo gesto di semplice subordinazione lascia intravedere all’interno della sinistra una crisi lacerante e dalle proporzioni inimmaginabili fino a qualche mese fa: siamo al “rompete le righe””. Ad affermarlo il Consigliere regionale Enrico AIMI che ha subito aggiunto: “Il Comune di Modena può dunque idealmente tracciare un’altra bella riga sulla propria fiancata di sinistra, un altro vero record: quello di aver portato alla protesta plenaria i propri dipendenti.

Una cosa mai vista nella nostra città. Ma i compagni, sempre pronti a stracciarsi le vesti, solo a paroloni, in “difesa” dei lavoratori, sono riusciti anche in questa impresa: portare tutti i dipendenti di “casa propria” sul piede di guerra, con tanto di minaccia di stato di agitazione. Un vero colpo da maestri: vivissime congratulazioni”. AIMI ha poi posto l’accento “sull’incredibile situazione che si è venuta a creare tra i dipendenti del Comune di Modena. Addirittura riunititi in più di cinquecento per sollevare un grido di protesta contro l’Amministrazione di sinistra.

E oltretutto, le questioni salariali non sono in primo piano: il faro dei lavoratori è puntato innanzitutto su problematiche ancora più profonde, quali la demotivazione, la totale assenza di valorizzazione dei lavoratori e la scarsissima considerazione dei medesimi da parte di chi governa la macchina comunale e siede ai piani alti di Palazzo. Evidentemente troppo alti per percepire un malumore covato, comprensibilmente, da tanto, troppo tempo. Ed ora – ha aggiunto AIMI – le parole dei lavoratori, pesanti come macigni, piombano sulla testa dei compagni. Rei, tra le altre cose, di ricorrere eccessivamente a professionalità esterne, le celeberrime consulenze esterne: una moda, questa, denunciata da anni dal PDL.

Ma per buona e consolidata abitudine, i “regnanti” di Piazza Grande hanno sempre fatto orecchie da mercante, fischiettando con le mani in tasca. Ora voglio proprio vedere – ha rincarato AIMI – cosa si inventeranno dal Partitone per rispondere ai gravi problemi sollevati dai lavoratori: già, gli eredi di Togliatti sempre pronti a strillare contro Berlusconi, ora, a causa “forse” di eccesso di arroganza e miopia politica, dovranno essere particolarmente creativi per riuscire a dare risposte decenti ai problemi spuntati fuori dal pentolone. Anche per ciò che riguarda i metodi da Soviet denunciati dai lavoratori per ciò che attiene la riorganizzazione e la nomina dei dirigenti: le decisioni – ha detto ancora AIMI – come evidenziato dai dipendenti stessi, arrivano dall’alto e basta. Scelte interne? Nisba. E per non farsi mancare nulla, è arrivata una sonora tirata d’orecchie anche per la parte salariale. Tutto ciò in un momento in cui il welfare risente pesantemente delle fallimentari politiche di accoglienza di extracomunitari e clandestini, arrivati nella nostra città in battaglioni grazie all’accoglienza a braccia aperte della sinistra modenese.

Ed ora – ha concluso AIMI – giocoforza la coperta inizia ad essere veramente corta. Troppo corta. Ecco dunque che i timonieri della nostra città, finti detentori del Verbo sulla tutela dei lavoratori e a un passo dall’ammutinamento, sono stati smascherati e sono finiti per l’ennesima volta dietro alla lavagna. Tirati per la giacchetta addirittura dai propri dipendenti. Credo che stiamo assistendo al paradosso della politica, alla realizzazione della legge del contrappasso di Dantiana memoria: ho l’impressione che se i lavoratori del Comune dovessero scegliere (senza ipocrisie) come datore di lavoro questo Comune o Silvio Berlusconi, preferirebbero quest’ultimo. Non tradisce, non licenzia”.

















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