La letteratura sbarca allo spazio Gerra di Reggio Emilia (piazza XXV aprile). Si chiama “Come se i libri eran motori (e chi li leggeva era un meccanico)” la rassegna di incontri, curati dalla rivista letteraria l’Accalappiacani, che il prossimo sabato 6 febbraio alle 18.30 ospiterà lo scrittore reggiano Daniele Benati che racconterà il suo primo libro “Silenzio in Emilia” recentemente rieditato all’interno della collana Compagnia Extra diretta da Ermanno Cavazzoni per Quodlibet.
Gli incontri dell’Accalappiacani sono un faccia a faccia tra scrittori. In altre parole scrittori incontrano scrittori. Come spiega Paolo Nori, tra i redattori dell’Accalappiacani: “Sembriamo meccanici alle prese con un motore”. E’ questo l’approccio, molto concreto, che la rassegna cerca.
Smontare il libro nelle sue diverse parti e guardare da vicino, con l’autore, le scelte compiute e quelle scartate nella stesura del romanzo, ma anche un’occasione, per chi scrittore non è, di partecipare a un incontro letterario e toccare con mano cosa avviene prima e dopo la scrittura.
Dopo che uno è morto continua a vagare in terra più o meno nei luoghi che abitava, senza sapere di essere morto, e con in testa le ossessioni che l’hanno perseguitato da vivo. Questo più o meno il panorama generale e piuttosto insolito del libro di Daniele Benati.
Ma succede che le cose qualsiasi e banali, viste dall’aldilà, diventano visioni come quelle dantesche, e l’ordinario si rivela come la cosa più immaginifica che esista. Come in tutti gli altri suoi libri, quello che colpisce di Benati sono le intensità comiche delle sue frasi, sempre su uno humour violento e paranoico, come quello di certi personaggi nell’Amarcord di Fellini. Questi racconti, ha scritto Gianni Celati, ci portano in una dimensione ormai quasi scomparsa dalla narrativa in auge ai nostri tempi: non c’è più niente di soggettivo, qui è tutto un circolare di voci, una comunanza di sogni, visioni e apparizioni che formano un intelletto collettivo.
Daniele Benati è di Reggio Emilia e ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e d’Irlanda. Ha tradotto opere di James Joyce, Flann O’Brien, Ring Lardner. Ha curato l’edizione americana del monologo teatrale di Raffaello Baldini Carta Canta (2000), e assieme a Gianni Celati tradotto e curato l’antologia Storie di solitari americani (2006). Oltre a Silenzio in Emilia (apparso per la prima volta nel 1997 da Feltrinelli), ha pubblicato: Cani dell’inferno (2004), Un altro che non ero io (2007) e, con Paolo Nori, Baltica 9 (2008). È inoltre l’autore delle Opere complete di Learco Pignagnoli (2006), libro di comicità paranoide irresistibile, che ha dato luogo a una serie di memorabili convegni-spettacolo in giro per l’Italia.
Il 13 marzo la rassegna ospiterà Giuseppe Bellosi, traduttore del libro “La Fondazione” di Raffaello Baldini. Il 22 maggio Serena Vitale racconterà “Il bottone di Puskin” edito da Adelphi nel 1995.
Per informazioni è possibile telefonare al numero 0522 456 786.