Mantenere nell’area padana una filiera forte del pomodoro da industria, nonostante le difficoltà che sta attraversando il comparto. E’ la comune posizione espressa ieri a Parma dalle organizzazioni dei produttori e dalle associazioni degli industriali che si sono incontrati per l’avvio della trattativa sul contratto quadro per la campagna di trasformazione 2010.
Al centro dell’incontro le modalità di coltivazione, di raccolta, di trasporto, di conferimento, di controllo della qualità e il prezzo base del prodotto consegnato alle industrie che operano nel centro nord del nostro Paese.
L’avvio della trattativa – che sarà seguita e supportata, come richiesto dai rappresentanti della filiera, dalla Regione – e la condivisione delle strategie per affrontare la complessa situazione di mercato rappresentano – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – “un fatto positivo che potrà certamente favorire le prossime fasi del confronto.”
Dopo la recente riforma europea che, a partire dal 2011, porterà alla completa eliminazione degli aiuti per gli agricoltori che producono pomodoro, il destino del settore, secondo Rabboni “è affidato esclusivamente alla definizione delle reciproche convenienze tra agricoltori e trasformatori e alla loro capacità di programmare le quantità e le tipologie di trasformati in funzione delle richieste del mercato. La coltivazione e la trasformazione del pomodoro da industria, che ha ormai raggiunto livelli qualitativi di primissimo piano, rappresentano uno dei punti di forza dell’agroalimentare emiliano – romagnolo e caratterizzano in modo notevole l’economia di alcune province regionali”. “L’accordo tra le parti – ha concluso l’Assessore regionale- rappresenta la condizione essenziale per mantenere e rafforzare, anche in un quadro generale di difficoltà per l’economia nazionale e mondiale, la leadership dell’Emilia – Romagna e del nord Italia in questo settore produttivo”.
Tutti i partecipanti all’incontro hanno espresso forte preoccupazione per la situazione del settore che, dopo il positivo andamento della campagna 2009, deve confrontarsi con l’aumento dei costi di produzione, sia agricoli che industriali, e con la riduzione generalizzata del prezzo dei trasformati a causa dell’esubero di offerta mondiale. E’ stata comunque ribadita la comune volontà di mantenere, nell’area padana, una filiera forte, senza trascurare l’opportunità di un Accordo Nazionale che armonizzi i comportamenti fra le diverse zone di produzione italiane. Tutte le Organizzazioni dei Produttori presenti hanno concordato sulla inderogabile esigenza di programmare le superfici da coltivare in funzione della domanda che, in relazione alla situazione del mercato mondiale, si prevede in sensibile calo. Per rispettare le regole comunitarie che impongono la stipula dei contratti entro fine febbraio, produttori e industrie di trasformazione hanno concordato la composizione della Commissione ristretta che ha iniziato i lavori per la definizione dell’Accordo di Area Nord.