Sono già partiti i primi inviti, con lettera dell’Azienda Usl a domicilio, alle donne dai 45 ai 49 anni e dai 70 ai 74 anni ad effettuare la mammografia di screening. Così come previsto dalla Giunta regionale nel luglio scorso, da gennaio è partita infatti l’estensione del programma di screening gratuito per la diagnosi precoce dei tumori della mammella, che fino al 31 dicembre 2009 era rivolto – secondo le indicazioni nazionali – alle donne dai 50 ai 69 anni.
“Si tratta di un investimento importante che questa Regione ha deciso di fare – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale alle politiche per la salute Giovanni Bissoni – a tutela della salute delle donne. E’ infatti ormai condiviso a livello scientifico che la fasce d’età compresa tra i 50 e i69 anni è troppo ristretta. In questo modo abbatteremo anche le liste di attesa. Una parte significative delle donne al di fuori di questo fascia infatti ricorre oggi in modo autonomo alla mammografia. Con il programma di screening saremo noi a rivolgerci in maniera attiva anche a queste donne secondo criteri di equità e di appropriatezza”.
L’Emilia-Romagna è l’unica Regione, al momento, ad aver deciso questa estensione dello screening mammografico, che comporterà un aumento della spesa dagli attuali 8 a circa 14 milioni di euro all’anno. In questo modo si offrirà alle donne dai 45 ai 49 (163.354 in totale) una nuova opportunità di prevenzione con l’invito ad effettuare la mammografia ogni anno e alle donne dai 70 ai 74 anni (126.311 in totale) di poter proseguire i controlli mammografici biennali. Le interessate dalloscreening diventano quindi complessivamente 838.520 (oltre 840mila considerando anche le domiciliate e non solo le residenti) pari al 37,6%della popolazione femminile dell’Emilia-Romagna. Le mammografie di screening offerte ogni anno, con l’allargamento del programma diventano oltre 500.000, quasi il doppio rispetto a quelle effettuate fino a prima dell’estensione. La mammografia di screening è proposta alle donne che si trovano nellefasce di età in cui il rischio di ammalarsi di tumori della mammella è più alto. La scelta della Giunta regionale di ampliare l’offerta dello screening alle donne in fascia di età 45-49 e 70-74 è stata presa sulla base delle evidenze di efficacia (cioè la verificata possibilità di ridurre la mortalità per tumore della mammella anche per queste età, attraverso la diagnosi precoce) documentate dalla letteratura scientifica nazionale ed internazionale, e sulla base dei buoni risultati ottenuti in oltre 10 anni di attività dello screening mammografico, avviato in Emilia-Romagna dal 1996. L’adesione all’invito delle donne dai 50 ai 69 anni si è mantenuta elevata registrando, nel 2008, un 72,4% di aderenti contro il 59,9% registrato a livello nazionale. A tutto il 2008 sono stati 8.300 i tumori diagnosticati in fase precoce (su un totale di 11.500 identificati) che hanno dunque permesso di intervenire tempestivamente con le cure necessarie. Per le donne che hanno eseguito la mammografia all’interno del programma di screening, vista l’alta qualità dei percorsi garantita, la mortalità per questo tipo ditumore si è ridotta del 56% (in Italia il 50%).
Per la diagnosi dei tumori del seno e per l’appropriata prescrizione ed erogazione della mammografia, la Giunta regionale, nel luglio scorso, ha definito inoltre priorità e percorsi di accesso alla mammografia, al di fuori del programma di screening in modo da assicurare l’esame a tutte le donne per le quali lo stesso esame è necessario secondo le evidenzescientifiche. Le mammografie urgenti o urgenti differibili devono essere erogate nei tempi previsti (entro 72 ore per le urgenti ed entro 7 giorni per urgenti differibili) nei Centri senologici pubblici. Sono poi in corso di definizione protocolli e percorsi diagnostici individuali per le donne che presentano un fattore di rischio legato a ereditarietà/familiarità. Oltre a questo, anche alle donne dai 40 ai 44 anni, al di fuori dell’urgenza e delle condizioni di rischio ereditario/familiare, la mammografia sarà garantita ma entro 90 giorni e non nei tempi di attesa previsti dalla norma (60 giorni). In sintesi, al di fuori dello screening, dell’urgenza, di condizioni di rischio per familiarità/ereditarietà e per la mammografia richiesta per la prima volta dai 40 ai 44 anni, l’esame mammografico è reputato inappropriato e pertanto può avere lunghi tempi di attesa. Sotto i 40 anni di età, la mammografia non è indicata e pertanto la presa in carico avviene con la visita clinica del senologo ed eventuali accertamenti successivi.
La campagna di comunicazione
A sostegno dell’estensione del programma di screening mammografico, la Regione ha predisposto una campagna informativa con l’obiettivo di far conoscere programma e nuove opportunità offerte. “Lunga vita alle signore” è lo slogan della campagna che prevede la distribuzione di opuscoli informativi, l’affissione di manifesti e locandine, la messa in onda sulle principali emittenti della regione di radio e video comunicati, la pubblicazione di inserzioni sulla stampa quotidiana. In tutti i mezzi utilizzati si ricorda che per informazioni e approfondimenti ci si può rivolgere al numero verde unico del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30) o consultare il sito internet dedicato all’indirizzo Saluter-Screening femminili.
Tre i programmi di screening in Emilia-Romagna: screening dei tumori della mammella, dei tumori del collo dell’utero, dei tumori del colon-retto.
Lo screening mammografico è parte del più ampio programma di prevenzione dei tumori femminili che comprende anche lo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero, rivolto alle donne dai 25 ai 64 anni, oltre 1.200.000 in totale, anch’esso attivo dal 1996. Anche con lo screening dei tumori del collo dell’utero sono stati raggiunti buoni risultati, a conferma della validità di questi programmi di sanità pubblica. L’adesione all’invito nel 2008 è del 61%, contro il 42,1 che si registra a livello nazionale. A tutto il 2008 sono statiidentificati 594 tumori (quasi tutti in fase precoce) e 9.522 lesioni precancerose di diverso grado di gravità che, se non trattate adeguatamente, in una consistente percentuale avrebbero potuto progredire e diventare tumori maligni.
Le donne dai 50 ai 69 anni sono anche coinvolte dal 3° screening in atto in Emilia-Romagna dal 2005: lo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto che si rivolge a oltre 1 milione (1.057.000) di uomini e donne dai 50 ai 69 anni. Anche per questo screening si iniziano a registrare benefici. L’adesione all’invito è del 53,7% (in Italia del 47,2). A tutto il 2008 sono stati diagnosticati 2.394 tumori, di cui la metà in fase precoce (prima dello screening i tumori identificati in fase precoce erano solo il 20% del totale).