Ogni anno sono 100.000 le vittime della tratta degli esseri umani nei Paesi dell’Unione europea. Nel 2009 il traffico persone sfruttate soprattutto per la prostituzione è cresciuto, colpendo per il 60% le donne e per il 40-50% i bambini. L’allarme arriva dall’Europol, la forza di polizia europea.
Di fronte a questi dati l’On.Tiziano Motti, eurodeputato emiliano e Fondatore del progetto “Europa delle Donne” dichiara: “Benché la schiavitù sia stata abolita più di 200 anni fa – attacca Motti – anche oggi fra di noi ci sono migliaia di persone comprate e vendute da criminali che le sfruttano, alimentando il mercato del sesso, utilizzandole come lavoratrici forzate, per il traffico di organi o di neonati, come servitù domestica. Per questo vanno applicate pene più severe contro chi si macchia di reati legati allo sfruttamento della prostituzione, alla violenza sulle donne e sui minori e al traffico di esseri umani”. Motti coglie l’occasione della visita odierna al Parlamento Europeo del Primo Ministro, Felipe Zapatero, per dichiarare: “La Presidenza spagnola ha come priorità il pugno di ferro contro i trafficanti ed i molestatori. Bene. Ma è lecito chiedersi se Zapatero sia a conoscenza della possibilità che sarà presto scarcerato per decorrenza dei termini tale “El Gordo” reo confesso della morte della giovane padovana Federica Squarise avvenuta un anno fa in Spagna”.
Il Parlamento europeo aveva approvato nel novembre del 2006 una risoluzione che prometteva lotta dura contro la tratta di esseri umani. La Commissione Europea propone ora una pena massima di 12 anni. “Noi riteniamo – conclude Motti – che non si possa stabilire un limite di pena per chi compra e vende esseri umani o per chi si macchia di reati sessuali o di pedofilia, rendendosi responsabile di un trauma psicologico e fisico che invece limite non avrà”. “Il Parlamento – conclude l’eurodeputato Udc-Ppe – insisterà su un approccio più uniforme e articolato, che interessi tutte le sfere politiche. In tema di immigrazione, ad esempio, devono essere previste pene severissime per chi sfrutta gli immigrati e premi per chi invece li impiega regolarmente. Ma sarà necessario anche provvedere alla formazione delle forze dell’ordine e dei magistrati nei vari Paesi UE e l’istituzione di adeguati servizi europei di protezione e sostegno alle vittime. A tal fine gli Stati membri dovrebbero lanciare campagne di comunicazione ed informazione destinate alle vittime e ai cittadini”.