Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la “Variante al piano particolareggiato di iniziativa pubblica area ex sede Amcm” insieme alle “Controdeduzioni alle osservazioni”. Si sono espressi a favore Pd e Sinistra per Modena, contrari Idv, Modena a 5 stelle, Lega, Pdl, astenuta l’Udc.
Questi i dati del piano particolareggiato, presentato in aula dall’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Daniele Sitta: la superficie complessiva dell’area è di 31 mila 800 metri quadrati e il piano particolareggiato prevede 20 mila metri quadrati (pari al 60%) di aree pubbliche, destinate a servizi, funzioni o usi pubblici e 11 mila 800 (circa il 40%) di aree private. Sarà destinata a residenza una superficie utile massima di 7 mila 800 metri quadrati, per un ammontare di massimo 104 alloggi sviluppabili entro una altezza limite di 12 piani più il piano terra. A funzioni commerciali saranno destinati 5 mila 200 metri quadrati. All’interno del comparto sarà realizzata una piazza di circa 3 mila 500 metri quadrati e sarà destinata a parco un’area in via Peretti di circa 4 mila 500 metri quadrati. Nel comparto troverà collocazione il Teatro delle Passioni, con una sala per circa 400 spettatori, il Cinema multisala d’Essai e il Centro di aggregazione giovanile con 3 sale per complessivi 300 spettatori, e il Nuovo Supercinema estivo per una superficie di circa 1500 metri quadrati. E ancora 938 parcheggi, di cui 600 pubblici e 338 privati, quasi tutti realizzati in interrato, così da consentire la realizzare della piazza e del parco e da pedonalizzare l’intera area.
Nella sua presentazione l’assessore alla Programmazione e Gestione del Territorio Daniele Sitta ha spiegato che “con questa variante si riducono le superfici private del 6% rispetto al piano precedente, riportando la superficie utile complessiva a circa 13 mila metri quadrati, che corrisponde esattamente alle quantità già definite nel Piano particolareggiato approvato nel 2004 e tanto applaudito. A parità di superficie utile il nuovo piano sposta maggiormente il peso sulla quota residenziale, alleggerendo la quota di commercio/terziario prevista dal piano Melograni”. Il piano modificato “prevede un forte mix e integrazione delle funzioni presenti (pubbliche, commerciali, residenziali) – ha aggiunto – che è la migliore garanzia di vivacità, vivibilità, e controllo della zona. Tutto si svolge attorno al cuore pubblico che è la piazza centrale, su cui gravitano tutte le funzioni pubbliche e di altro genere”. Gli assetti volumetrici definiti dal piano sono indicativi, ha spiegato inoltre, “saranno meglio definiti con l’espletamento del bando di gara, che costituisce un passaggio fondamentale non solo per l’alienazione delle aree ‘privatizzabili’ (e quindi per garantire un quadro economico di riferimento), ma anche per ottenere soluzioni urbanistiche ed architettoniche di qualità, che non sono definite dal Piano”. L’assessore Sitta ha infine ricordato: “Ci troviamo in una fase di straordinari investimenti culturali nella nostra città (130 milioni): dal Museo Ferrari, alle ex Fonderie, ecc. Con le modifiche delle aree private del piano sarà difficile trovare l’equilibrio economico a copertura della parte pubblica, che si attesta su una spesa di circa 25 milioni di euro e che dovrà essere definita nel dettaglio nella fase successiva all’approvazione insieme alle associazioni interessate da questo intervento.
Sandro Bellei della Lega Nord ha affermato: “Un progetto come questo riguarda trasversalmente buona parte della città. Non per posizione ideologica, ma la Lega si pone in modo contrario a questo piano. Un progetto così massiccio contrasta sia con i bisogni della città che con quelli della zona, che ha dimostrato di non volere un intervento così impattante. In questi giorni sono state proposte altre ipotesi, torniamo con i piedi per terra”.
Gian Carlo Pellacani del Pdl ha presentato altre due proposte “fatte da giovani architetti insieme a persone che vivono nella zona. L’assessore Sitta ha annunciato che non c’è spazio per modificare il piano presentato: me ne dispaccio perché le nostre ipotesi potrebbero migliorare il progetto. L’assurdità di un centro commerciale nel comparto sta nel fatto che ce ne sono già 3 nella zona. Una palazzina di 12 piani è troppo impattante e mi chiedo chi parteciperà al bando in questo momento di crisi”.
Federico Ricci di Sinistra per Modena ha ripercorso le tappe dell’area ex Amcm: “Abbiamo sostenuto questo progetto e lo abbiamo condiviso nel programma del sindaco. Chiediamo rapidità e partecipazione nel realizzare questo intervento. Chiediamo che l’Amministrazione a seguito del voto attivi un percorso di partecipazione. Apprezziamo che ci sia la possibilità di un intervento verso la produzione culturale e la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile”.
Per Ingrid Caporioni “si tratta di un progetto importante. Oggi andremo a deliberare un atto che ci permetterà di recuperare un pezzo per la nostra città. L’Amministrazione comunale ha avuto la lungimiranza di riqualificare le zone con un mix di residenza, funzioni pubbliche e commerciali. Ricordo che in Circoscrizione sebbene non sia passato il piano perché non di competenza del territorio ne abbiamo parlato tanto”.
“Ci troviamo di fronte a un Piano particolareggiato che può essere criticato però bisogna tenere conto dei costi” ha affermato Sergio Celloni del Pdl. “Le situazioni di degrado e abbandono devono essere risolte. In linea di massima sono d’accordo sul fatto di fare, posso non essere d’accordo sul metodo o sulla percentuale di pubblico e privato. Non metto in discussione il numero di parcheggi o alloggi. Bisognerà analizzare bene la situazione per il centro commerciale, di cui comunque c’è bisogno”.
Per Adolfo Morandi del Pdl “ormai siamo consapevoli che difficilmente si può interrompere il percorso che ha portato oggi a questa delibera. Credo che l’area avrebbe potuto trovare un equilibrio economico-finanziario senza arrivare alla realizzazione di palazzi con più di 4 piani. E’ vero che c’è stata una modifica, ma non si è ridotto di tanto il progetto. La prima critica è quella di aver riprogettato il tutto mettendo una torre non confacente alla fascia adiacente al Centro storico”.
“Con questa delibera verrà sottratta la zona dell’ex Amcm all’abbandono e al degrado” ha affermato Paolo Trande del Pd. “Complessivamente residenza e aree commerciali occuperanno 13 mila metri quadrati, le stesse superfici del progetto del 2004. A noi sarebbe piaciuto anche eventualmente aumentare le aree pubbliche, ma non essendoci forme di finanziamento alternative bisogna trovare le risorse all’interno del Piano particolareggiato, cedendo una parte al privato”.
Olga Vecchi, Pdl, ha detto che “nessun cittadino apprezzerà una torre che stona ed è fuori misura. Modena – ha sostenuto – non è una città che non vuole cambiare. È una città che non vuole cose che non c’entrano nulla con la propria struttura e la propria architettura. Si è parlato di un negozio, uno spazio commerciale che sarà di ben 1500 metri quadri: una dimensione che ci pare esagerata e danneggerà i negozi della zona e del centro. Questa Giunta non dialoga con la Soprintendenza, con gli ordini, con i cittadini”.
Fabio Rossi, Pd, ha affermato: “se continuiamo a discutere sulla dimensione del supermercato, della torre e del parcheggio, credo che sviliamo il senso della proposta di oggi. Si tratta di una proposta di riqualificazione, che risponde all’idea di far convivere insieme più vocazioni: commercio, cultura, residenza, aggregazione. I numeri comunque non parlano di cementificazione, data la presenza di 4mila metri di parco e di un’ampia piazza centrale”.
Eugenia Rossi, Idv, ha detto di non condividere “i toni trionfalistici” usati nella presentazione della delibera e ha rivendicato “l’orgoglio di credere nella superiorità dell’interesse pubblico su quello privato. Considero il progetto – ha proseguito – uno scempio paesaggistico, un pasticcio procedurale, un terreno di grave scontro tra istituzioni. C’è un conflitto ancora in corso tra il comitato tecnico scientifico del Ministero dei Beni culturali e la Soprintendenza di Modena, e il progetto rimane assolutamente non condivisibile”.
Stefano Bonaccini, Pd, si è detto “dispiaciuto per i toni usati” e ha affermato che “se c’è una critica ammissibile a questo progetto è che abbiamo impiegato troppi anni per metterlo in atto. Sui dettagli ci sarà spazio per ulteriori verifiche e proposte, ma credo sia importante portare avanti quello gli impegni presi. Sui temi culturali risponderà meglio l’assessore competente, ma credo sia difficile dire che ampliare il Teatro delle Passioni è una speculazione”.
L’assessore alla Cultura Roberto Alperoli ha parlato di “dismisura ed eccesso nel tono di alcuni interventi” e di “mancanza di realtà” riscontrata in altri interventi. Ha poi affermato: “nel 2010 è difficile pensare che un’operazione di questa vastità e di interesse pubblico si possa realizzare senza un piano economico aperto anche agli investimenti privati. Non credo si possa dire che questo progetto non è stato ampiamente e pubblicamente discusso da questa città. Un investimento di questa portata sulla cultura nel 2010 è assolutamente coraggioso”.
Secondo Andrea Galli, Pdl, “Modena è una città che ha consumato tantissimo territorio e distrutto palazzi bellissimi per costruire edifici orribili. Non credo che il problema riguardi un piano in più o in meno, anzi fosse per me costruirei in verticale per risparmiare territorio. La mia preoccupazione è relativa al traffico, che è già congestionato. Quanto ai giovani, non credo proprio che aspettino questo progetto. E penso che ci siano in città come Milano, Torino, Trieste, siano in corso progetti di importanza ben maggiore di questo progettino, che tutto sommato è molto limitato”.
Michele Barcaiuolo, Pdl, ha dichiarato: “mi pare evidente che un intervento sull’area ex Amcm è assolutamente necessario. Nessuno di noi ha dei pregiudizi aprioristici contro edifici, ma semplicemente desideriamo considerare gli edifici e le proposte nell’ambito del contesto urbano in cui vanno a collocarsi. Credo sia importante che sia l’Amministrazione pubblica a governare il cambiamento, senza lasciarsi influenzare dalla volontà dei privati”.
Vittorio Ballestrazzi, Modena a 5 stelle, ha ricordato che “in questa aula è stata rigettata proprio una settimana fa la proposta di istruttoria pubblica, che è una forma molto alta di partecipazione dei cittadini. Noi siamo a favore della possibilità dei cittadini di partecipare alle scelte importanti per la vita della città”.
Stefano Barberini, Lega Nord, ha detto: “per questa zona si è parlato di degrado, anche se questa condizione non è data soltanto dalla presenza di uno stabile abbandonato. Per quello che riguarda le associazioni culturali, mi piacerebbe sapere quali sono state ascoltate. Quando sento parlare di cultura e di giovani, credo sarebbe opportuno andare davvero a chiedere ai giovani. Certo, il progetto migliorerà quella che ora è una zona veramente brutta, ma non ci sarebbe stato bisogno di una torre di tanti piani”.
Il sindaco Giorgio Pighi ha affermato: “apprezzo la compostezza della maggioranza e della Giunta davanti ad alcune affermazioni sopra le righe. Questo è un piano particolareggiato, non un progetto: prevede un percorso che per legge è aperto alle proposte e alle osservazioni dei cittadini. Questo progetto deve rispondere a diverse esigenze, misurarsi con la fattibilità e con la possibilità di reggersi economicamente”.
Davide Torrini, Udc, ha sostenuto: “questo comparto avrà spazi importanti per la cultura e i giovani, che si rivolgono a tutta la città. Mi chiedo se tutti questi costi debbano essere sostenuti e ripagati da quello che si costruisce all’interno di quel comparto, visto che gli effetti positivi si sentiranno anche in altre zone. Il centro commerciale è la cosa su cui sono meno d’accordo: mettiamo una nuova struttura in mezzo tra via Albinelli e l’Esselunga”.
L’assessore Daniele Sitta ha replicato: “la discussione di oggi ha mostrato la differenza tra chi ritiene che Modena debba essere una moderna e innovativa città europea e chi invece, con una visione conservatrice e autarchica vuole ingessare tutto”. Sitta ha ribadito che “il 60% dell’area sarà a destinazione pubblica, ci saranno una piazza e un parco che oggi non ci sono e un grande progetto culturale”.
La prima dichiarazione di voto è stata quella di Maurizio Dori, Pd: “voglio ringraziare – ha detto – tutti coloro che hanno lavorato alla definizione di questo progetto e sono venuti a illustrarla in quest’aula. Qualcuno ha fatto trasparire una connessione tra il nostro modo di operare per la città e interessi diversi: rigettiamo questo tipo di insinuazioni. Concludo dicendo che il voto del gruppo sarà a favore del piano particolareggiato”. Eugenia Rossi, Idv, ha dichiarato: “sono stata accusata di avere pregiudiziali ideologiche e avere usato toni pesanti. Ho parlato di illegittimità rispetto alla normativa di pericolosità sismica. Il progetto contrasta inoltre con gli articoli 2 e 3 del Psc relativi alla riqualificazione edilizia delle zone attigue al centro storico. Per questi e altri motivi di illegittimità il nostro voto sarà contrario”. Vittorio Ballestrazzi, Modena a 5 stelle, ha detto: “la proposta di istruttoria pubblica era un’occasione irripetibile per incontrare la città su un progetto eccezionale”. Adolfo Morandi, Pdl, ha affermato: “non è vero che le minoranze fanno un’opposizione pregiudiziale. Il progetto Melograni vide l’astensione delle minoranze, che dimostrava una condivisione dell’idea, in qualche misura. Voteremo no a questo progetto per i motivi già sottolineati da noi e altri gruppi consiliari”. Stefano Barberini, Lega, ha sostenuto: “gli attacchi dell’assessore Sitta lasciano il tempo che trovano. Credo che il traffico sarà un problema per tutti quelli che vivono e lavorano in quella zona. Il voto sarà contrario”. Federico Ricci di Sinistra per Modena ha detto: “riconosciamo l’importanza di ogni intervento e controllo per evitare abusi edilizi. Riconosciamo la funzione di interesse pubblico di associazioni culturali e ambientali che si sono espresse con grande competenza. Il voto sarà favorevole, auspicando che tra gli alloggi ci possano essere anche alloggi universitari”. Davide Torrini, Udc, ha affermato: “forse questo piano è ormai vecchio e non più adeguato alle esigenze della città. Mi convincono poco il tema della torre, del traffico e dei negozi. La contiguità non salutare tra ambienti dell’amministrazione e delle imprese cooperative è un tema politico. Sul progetto mi asterrò per vedere le carte dei prossimi mesi”.