Non solo la cinquecentesca fontana monumentale, quasi intatta sotto uno strato di macerie, ma anche cospicui resti delle strutture dell’Abbazia del XIII secolo e un tratto delle fortificazioni medievali costruite a cavallo dell’anno Mille. Sono queste le scoperte più significative emerse dagli scavi nel cortile detto “della spezieria”, all’interno del monastero di San Pietro a Modena.
Le indagini archeologiche, finanziate dal parroco di San Pietro, Don Paolo Malavasi, e preventive al progetto di recupero del complesso, avevano lo scopo di verificare la consistenza dei depositi archeologici e di accertare lo stato di conservazione della fontana monumentale al centro del cortile, costruita nel primo Cinquecento e smantellata all’inizio dell’800.
Gli scavi hanno assodato non solo che la fontana si è in gran parte conservata al disotto di un massiccio strato di macerie edilizie, ma anche l’esistenza di nuove e significative testimonianze sia delle fortificazioni di Modena medievale che di un’antica fase costruttiva del famoso complesso abbaziale di San Pietro, la cui storia affonda le radici alla fine del X secolo.
I lavori di scavo, coordinati sul campo dall’archeologo Alberto Monti, si sono svolti sotto la direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e di Donato Labate della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
La scoperta più significativa è un grosso muro, ampio circa 1,5 metri e profondo almeno due metri, realizzato con il riutilizzo di mattoni d’epoca romana e rinvenuto a pochi decimetri di profondità. Quasi certamente si tratta di un tratto delle fortificazioni dell’XI secolo, citate in un diploma del 1026 con il quale l’Imperatore Corrado II il Salico concedeva al vescovo di Modena la possibilità di ampliare le mura della città. Si riferiscono a queste fortificazioni anche i recenti ritrovamenti in Piazzale San Francesco dove è riemerso un lungo tratto di muro proveniente da “rua Muro”, la strada che conserva nel toponimo la memoria delle fortificazioni smantellate alla fine del XII secolo a seguito di una nuova espansione delle mura cittadine.
Grazie a questo nuovo ampliamento, furono riedificati anche la chiesa ed il cenobio benedettino di San Pietro, utilizzando come fondamenta le antiche fortificazioni. Nel “cortile della spezieria”, in corrispondenza delle strutture di difesa ormai defunzionalizzate, è infatti venuto in luce un grande edificio con pavimento in cocciopesto, dotato di grandi pilastri, che potrebbe riferirsi al refettorio o forse alla stessa Chiesa di San Pietro nella sua riedificazione del XIII secolo. Questa struttura venne abbattuta alla fine del ‘400, in occasione dell’edificazione del nuovo edificio sacro (l’attuale), per edificare al centro di un nuovo ampio cortile la grande fontana ritrovata negli scavi insieme ad alcune tombe ad inumazione, ossari ed altre strutture bassomedievali e di età moderna.
Il progetto di recupero del complesso, affidato all’architetto Vincenzo Vandelli e soggetto alle prescrizioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, prevede sia il restauro dell’antica fontana che la valorizzazione di un tratto delle fortificazioni.
Le indagini archeologiche hanno rappresentato un fruttuoso campo scuola per gli studenti del Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e per alcuni studenti del Liceo Classico “L. A. Muratori”.
In una conferenza programmata per il 21 gennaio prossimo dalla Parrocchia di San Pietro e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, verranno presentati al pubblico gli esiti delle indagini archeologiche ed il progetto di recupero del cortile della spezieria.