«L’unica via d’uscita è tornare a valutare il senso delle parole, che sono il nostro pane quotidiano, per quanto pesano e per quanto dicono davvero. C’é solo una cosa intellettualmente più faticosa che ascoltare le parole degli altri: ascoltare le proprie parole».
“Giriamo questa esortazione di Michele Serra, fresca di stampa, al giovane militante leghista che, dopo aver indirizzato offese innominabili a non meglio precisate “maestrine di sinistra”, oggi tenta goffamente di minimizzare e, soprattutto, fa finta di non capire qual è la vera posta in gioco: la civiltà del confronto democratico. Una conquista che viene da lontano ed è costata all’Occidente – luogo che ai leghisti dovrebbe stare a cuore – molte lacrime e sangue.
Da questo punto di vista è risibile la giustificazione fornita dal giovane Dotti: “Il mio non è stato un gesto politico, non ho sicuramente fatto quell’intervento in qualità di dirigente politico, ma si è trattato di un semplice scambio di opinioni fatto da un ragazzo con altri ragazzi…il tutto è avvenuto all’interno della mia pagina Facebook, dialogando con i miei amici”.
Ecco, c’è l’idea che esista uno spazio come Facebook dove tutto è possibile, anche dire l’indicibile, una discarica immonda dove non esiste più regola e dove si può insultare liberamente questa o quella idea, questa o quella scelta marchiandola ‘a fuoco’ come prodotto di gente di dubbia moralità o con la categoria del ‘nemico’. Quello che è avvenuto dopo l’aggressione al presidente del Consiglio ne è la prova: tifoserie scatenate, da una parte e dall’altra, che hanno dato libero sfogo agli spiriti animali che covano nel profondo del corpo sociale.
Quando la politica sdogana il linguaggio da trivio che già domina in televisione allora vuol dire che qualcosa è andato irrimediabilmente perduto dell’autentico spirito democratico, che è innanzitutto riflessione, argomentazione, libero confronto. Uno dei compiti che dovremo darci d’ora in poi, a destra come a sinistra, sarà quello di recuperare un linguaggio adeguato alla convivenza civile. La strada è una sola ed è quella chiaramente indicata – non da ora – dal presidente della Repubblica Napolitano: “Basta con la lotta politica esasperata”.
(Paolo Trande, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, in replica alle dichiarazioni di Davide Dotti)