«Che la globalizzazione abbia, nel tempo, ampiamente oltrepassato i “limiti etici del capitalismo” è un dato di fatto. Com’è un dato di fatto che il rapporto tra etica ed economia sia un rapporto dialettico, connotato da implicazioni complesse che necessitano di sempre nuove riflessioni. Alla luce di queste considerazioni e del difficile periodo che stiamo attraversando, è quindi urgente trovare una nuova strada che renda l’impresa un “luogo” di valore, sempre più orientato alla sostenibilità». Con queste parole Dino Piacentini, presidente di Confapi pmi Modena, ha aperto il convegno “I limiti etici del capitalismo. Etica e regole nell’economia che verrà”, organizzato oggi dall’associazione delle piccole e medie imprese di Modena presso la Camera di Commercio, al quale hanno partecipato come relatori il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, il consigliere regionale del Partito Democratico Matteo Richetti, Roberto Nicastro, responsabile Retail Strategic Business Area Unicredit, Giovanni Marseguerra, professore straordinario di Economia politica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Padre Giuliano Stenico, fondatore e presidente del centro di solidarietà CEIS.
«Abbiamo ritenuto fondamentale – sottolinea Piacentini – creare con questo convegno un’occasione di confronto per parlare di imprese con le imprese. Per questa ragione Confapi pmi Modena ha realizzato nelle settimane scorse un questionario sul delicato rapporto tra etica ed economia rivolto ai propri Associati. I dati che sono emersi dall’indagine mostrano chiaramente il ruolo altissimo che gli imprenditori attribuiscono all’etica e alla sua applicazione al mondo del lavoro. É altresì evidente che quello tra etica ed economia rimane un rapporto complesso, che oggi necessita di una profonda revisione. Valori, regole e comportamenti che, secondo i nostri Associati, non possono più essere affidati unicamente al buon senso del singolo, ma che devono essere regolati anche dall’intervento della politica. É necessario, dunque, raggiungere un nuovo equilibrio tra regole, rapporti, comportamenti, per far sì che, grazie ad un impegno condiviso, la responsabilità d’impresa assuma quel ruolo imprescindibile che le spetta, fondamentale per un’economia che sia finalmente sostenibile».
«È importante – continua Piacentini – che ci sia un rilancio della sfida della solidarietà, sfida in cui gioca un ruolo fondamentale la funzione sociale delle imprese e degli imprenditori, i quali sono chiamati ad una gestione della propria azienda non improntata unicamente sugli aspetti della proprietà, ma anche, e soprattutto, sul contesto in cui l’impresa opera, che coinvolge clienti, fornitori, stakeholder, comunità di riferimento, tutti attori principali che contribuiscono in maniera essenziale alla vita dell’impresa stessa. Per questa ragione è forte l’esigenza di porre nuovamente l’uomo al centro, contrastando gli effetti, oggi sotto gli occhi di tutti, di trent’anni di disuguaglianze che hanno avuto un ruolo assai più distruttivo rispetto ai due secoli precedenti, del predominio di una finanza speculativa e dell’errata convinzione che il mercato dovesse e potesse autoregolarsi. La ricerca di uno sviluppo diverso e sostenibile, la costruzione di forme imprenditoriali plurali e “sociali”, un maggiore investimento nella responsabilità sociale sono le vie da seguire in un futuro che è già presente».
«L’oltrepassamento di quelli che abbiamo definito in più occasioni i “limiti etici del capitalismo” – conclude Piacentini – ha contribuito a minare in maniera più o meno consapevole, il concetto di democrazia economica, arrivando alla definizione di una sorta di “costituzione economica” totalmente distaccata dall’ambito valoriale, eticamente regolativo. É dunque opportuno ripensare i temi della stessa etica alla luce di un loro ritorno come basi dell’attività imprenditoriale. Un “recupero” che deve partire da ognuno di noi e da tutta la società civile».
Nell’incontro, a cui hanno partecipato diversi imprenditori modenesi, sono intervenuti tra gli altri: Prof. Giovanni Marseguerra: “Abbiamo nel nostro dna culturale gli elementi per reggere a questa crisi. Occorre però investire nella sussidiarietà che va applicata correttamente”.
Il Presidente della Provincia, Emilio Sabattini che è così intervenuto: “Per uscire dalla crisi occorrono non solo degli interventi spot che tamponano, ma rimandano la soluzione, ma “n disegno. La politica deve dare delle regole, deve garantire il controllo e l’esercizio delle sanzioni. Cambiare significa mettersi in discussione tutti perché oggi è venuta meno la fiducia tra gli imprenditori, l’economia e la finanza”.
Secondo Ricchetti, consigliere regionale del PD: “Il mercato, al termine della crisi ci imporrà di essere molto veloci per reggere la competitività. É per questo che le piccole e medie imprese devono avere con sé la cassetta degli attrezzi privilegiando la collaborazione e il “lavoro in rete”. Le istituzioni e la politica, invece, secondo Ricchetti, ha il compito importante di far declinare i principi e i richiami etici del fare impresa contenuti nell’enciclica del Papa.
A Padre Stenico è toccato il compito di presentare l’enciclica “Caritas in Veritate”. Per lui: “Si deve recuperare il capitale sociale delle nostre imprese. Mettere al centro la persona, non l’individuo. Favorire le relazioni”.
I risultati del questionario sottoposto agli imprenditori modenesi:
Etica ed economia: cosa pensano le pmi modenesi
Confapi pmi Modena ha realizzato un questionario sul delicato rapporto tra etica ed economia rivolto ai propri Associati. Alcuni quesiti attraverso i quali si è cercato di delineare la posizione degli imprenditori modenesi sul tema della responsabilità d’impresa.
Dalle rilevazioni è emerso che per il 30% degli intervistati etica significa consapevolezza e responsabilità delle proprie azioni, il 24% la ritiene un valore da declinare e condividere anche nella propria attività, il 21% la definisce un vincolo positivo, una guida, mentre per il 9% è un valore ideale, spesso inattuabile.
La relazione tra etica e impresa viene definita come un rapporto necessario, in cui l’etica deve sempre guidare l’attività imprenditoriale (58%), un rapporto che deve essere bilanciato, in cui non sempre l’etica può orientare le scelte dell’impresa (27%), un rapporto conflittuale per il 15%.
L’etica è poi ritenuta dall’87% degli intervistati un ostacolo ai risultati economici, mentre il 12% non è d’accordo e non vede particolari interferenze tra i due fattori.
Concentrandosi sull’orizzonte delle piccole e medie imprese, la totalità degli intervistati sostiene che l’etica incida in maniera rilevante sul lavoro (“molto” per il 61%, “abbastanza” per il 39%); rileva una più attenta applicazione di comportamenti etici da parte delle pmi rispetto a realtà imprenditoriali di maggiori dimensioni il 51% degli Associati, mentre il 27% ritiene che ciò non avvenga e il 18% non sa.
Guardando allo scenario generale di crisi che stiamo attraversando, tutti gli intervistati imputano alla mancanza di regole e di comportamenti etici la gravità dell’attuale situazione economico-finanziaria. Prendendo come riferimento l’enciclica “Caritas in Veritate” di Papa Benedetto XVI, nella quale si fa spesso riferimento a imprese e imprenditori senza mai accennare al capitalismo, il 36% degli Associati ritiene che sia possibile dare una nuova connotazione etica al mercato e alle sue dinamiche grazie al contributo degli stessi imprenditori, il 6% non crede in questa prospettiva, mentre il 54% ritiene che ciò sia possibile solo a fronte di un concreto intervento regolatore da parte della politica.
I dati emersi dall’indagine mostrano chiaramente il ruolo altissimo che gli imprenditori attribuiscono all’etica e alla sua applicazione al mondo del lavoro. É altresì evidente che quello tra etica ed economia rimane un rapporto complesso anche nella quotidianità, rapporto che oggi necessita di una revisione del sistema valoriale esistente alla luce del periodo che stiamo vivendo. Valori, regole e comportamenti che non possono più essere affidati unicamente al buon senso del singolo, ma che devono essere regolati anche dall’intervento della politica. É necessario, dunque, raggiungere un nuovo equilibrio tra regole, rapporti, comportamenti, per far sì che, grazie ad un impegno condiviso, la responsabilità d’impresa assuma quel ruolo imprescindibile che le spetta, fondamentale per un’economia che sia finalmente sostenibile.
I prossimi appuntamenti della “Settimana della pmi modenese”
Mercoledì 16 dicembre alle ore 11.00 si terrà presso Palazzo Carandini la tavola rotonda “Ripensare la città. Identità e prospettive per la Modena di domani”, un occasione per fare il punto sulle esigenze della città e sui possibili scenari di crescita. Parteciperanno: Dino Piacentini, presidente di Confapi pmi Modena, Daniele Sitta, assessore alla Programmazione e Gestione del Territorio, Infrastrutture e Mobilità, Centro storico del Comune di Modena, Giancarlo Pellacani, consigliere comunale, Michele Zini, architetto dello studio ZPZ Partners, Francesco Apparuti, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confapi pmi Modena.
Venerdì 18 dicembre alle ore 21.00 presso il Teatro Comunale Pavarotti si terrà il concerto di Anna Tifu e i Virtuosi dei Berliner Philarmoniker, durante il quale Confapi pmi Modena augurerà buon Natale agli Associati e alla città e verrà consegnato il “Premio per l’Imprenditoria”.