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Crisi economica: l’indagine Confapi pmi Modena sul territorio provinciale

Tavolo relatoriSi è concluso il ciclo di incontri denominato “Cosa c’è dietro l’angolo della crisi?”, organizzato da Confapi pmi Modena, iniziato lo scorso aprile, con lo scopo di verificare “sul campo” il portato reale della crisi in atto. Ieri sera, nella bella cornice della Sala delle vedute di Palazzo Pio, a Carpi, si è svolto il convegno che aveva per titolo: “Progettare il futuro. Lavoro, imprese, sistema bancario e pubblica amministrazione insieme per la ripresa”.

Dino Piacentini, presidente di Confapi pmi Modena, ha condotto la serata, ed ha esordito precisando che scopo principale di questo, come degli appuntamenti precedenti, consiste nel “capire quali strumenti mettere a disposizione delle imprese per coadiuvarle nella loro azione di resistenza alla crisi e per preparare al meglio il dopo”.

Il sindaco di Carpi, Enrico Campedelli, ha portato il suo saluto, ed ha voluto rimarcare l’importanza della collaborazione fra i diversi attori economici e sociali. Carpi, come del resto tutti i comuni italiani, ha visto una drastica riduzione delle risorse disponibili, con la conseguenza di mettere in serio pericolo la possibilità di mantenere il welfare ai livelli tradizionali. Il sindaco ha voluto segnalare un fenomeno nuovo, poco o per nulla conosciuto, rappresentato da una immigrazione verso il nostro territorio, che continua comunque a garantire servizi sociali di livello altrove inesistente; immigrazione che però ora non proviene più soltanto dalle regioni tradizionalmente interessate ai fenomeni di emigrazione, bensì, seppure in misura minore, anche da regioni limitrofe alla nostra.

Ha quindi preso la parola il Prof. Franco Mosconi, che ha esordito fornendo una serie di dati che raccontano in modo piuttosto chiaro quella che egli ha definito la grande dicotomia nell’economia mondiale fra paesi industrializzati, che dopo la crisi cresceranno a un ritmo modesto, e i paesi emergenti e in via di sviluppo, la cui crescita è rappresentata da valori percentuali ben più consistenti. Le imprese, conclude Mosconi, devono sapere che i loro mercati saranno rappresentati da aree geografiche nuove, con usi diversi; di conseguenza occorre utilizzare la fase presente per investire intervenendo sulle produzioni che dovranno incontrare questi nuovi mercati.

Altro elemento di rilievo della relazione di Mosconi è stata la constatazione del ritorno, al centro dell’attenzione, del settore manifatturiero, il quale, dopo la ”ubriacatura” finanziaria,

sta ritrovando la propria centralità come fonte di benessere economico. Il suggerimento dello studioso è, per queste imprese, di orientare la propria attenzione verso una organizzazione interna che vada a potenziare le attività di ricerca e quelle di marketing.

Altrettanto importante la messa a punto di “catene di produzione” che consentano, alle aziende di dimensioni non rilevanti, di rivolgersi ai mercati emergenti con qualche maggior possibilità di successo.

Sono successivamente intervenuti due imprenditori che hanno portato la loro testimonianza. Giorgio Carretti, già presidente dell’associazione, presidente dell’unione di categoria Uniontessile, ha fotografato la situazione del settore tessile/abbigliamento, nel quale la riduzione media dei fatturati è nell’ordine del 20%. Il mercato internazionale è stagnante; l’area del dollaro non assorbe a causa del cambio sfavorevole e l’Est è pressoché scomparso. Sono mancati i buyers nelle fiere e al tempo stesso è calata anche la domanda interna. Carretti ha voluto anche sottolineare la “latitanza” del sistema creditizio: “sarebbe inoltre opportuno rivedere i principi base di Basilea2, che in questa fase si risolvono in maggior costo del credito per tutti. Occorrerebbe poi valorizzare il ruolo dei Consorzi fidi, strumenti importanti, che agevolano molto l’accesso al credito. Sarebbe opportuno capitalizzarli ancora di più”.

Fabrizio Tirabassi, della ditta Amre di Carpi, che produce motori elettrici a corrente continua a bassa tensione, ha prospettato una situazione ancor più preoccupante, con un calo molto consistente di fatturato, e con la conseguente ricaduta sull’occupazione: “Finite le ore di cassa integrazione ordinaria; il problema diventa di ordine sociale: quando cesserà la CIG, cosa faranno i nostri dipendenti?” Il settore continua a soffrire il drastico calo di ordinativi. Il quadro, tutt’altro che roseo, è completato dal ritardo negli incassi, unito alla poca disponibilità del sistema bancari: “La storia dell’azienda, oggi per la banca non vale nulla”.

Nel suo intervento di chiusura, il presidente Piacentini ha voluto ricordare alcuni degli strumenti che Confapi di Modena ha creato per supportare le pmi associate; fra questi il Consorzio Pmi Export, consorzio intersettoriale votato alla ricerca e creazione di business opportunities, spesso corredate da prodotti di finanza applicata, a supporto dei progetti che l’associazione e/o le singole imprese intendono intraprendere.
















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