Si aggrava la posizione di R.C., il milanese di 44 anni che lo scorso 1° novembre ha confessato di aver ucciso Marina Gaido, estetista di 44 anni bolognese, nella sua casa sotto le Due Torri. Per l’uomo, infatti, all’accusa di omicidio volontario si aggiunge adesso anche l’aggravante dei futili motivi. Secondo la ricostruzione dei fatti fornita agli inquirenti dallo stesso, a far scattare la violenza sarebbe stato un insulto che la donna avrebbe rivolto all’indirizzo dell’amico, dopo che lui l’aveva cinta ai fianchi, contro il suo volere.
Qualche parola che, come confessato dal milanese, gli avrebbe fatto perdere la testa e lo avrebbe spinto a reagire violentemente fino a strangolara. Al momento, però, il movente dell’omicidio resta ancora ignoto. I due avevano sia un rapporto di amicizia, sia un legame relativo a questioni di denaro. Per far luce su come sono andati i fatti nell’appartamento di via Pio’ sarà fondamentale anche l’autopsia sul corpo della vittima che potrebbe essere effettuata già domani o giovedì.