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Sassuolo: Comitato Conto Anch’io su crisi Iris

La recessione si abbatte sull’occupazione nel distretto e questo era stato gia’ previsto da tempo.
In crisi tutti i settori ma a preoccupare è soprattutto l’industria ceramica di grandi dimensioni, come il caso della ceramica Iris in liquidazione. La crisi economica probabilmente prima di migliorare peggiorerà.

I dati sull’occupazione sono il segnale che l’economia sassolese è probabilmente in recessione.
Tutta la nostra solidarietà va alle persone che hanno perso il lavoro e alle loro famiglie ed in particolare a tutti i dipendenti Iris che non conoscono ancora il loro futuro.
Il gruppo Iris è un fiore all’occhiello a livello europeo per produttività e ottimizzazione del lavoro. È paradossale la decisione dell’azienda , si parla di crisi delle vendite e aumento dei costi. Il mercato è cambiato, la crisi è arrivata e gli utili sono crollati. La determinazione di chiudere alcuni stabilimenti è forse inevitabile a malincuore , ma l’ipotesi della chiusura di tutti gli stabilimenti va probabilmente evitata .
Non sollecitiamo assistenzialismo, ma che eventuali ammortizzatori sociali siano finalizzati a un pieno recupero della finalità degli stabilimenti produttivi italiani.
Servono, oggi piu’ che mai a Sassuolo delle politiche di sviluppo anticicliche, mobilitando risorse per investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali, nelle reti energetiche, nell’innovazione, nella formazione , ma sopratutto nella ricerca.


Manca infatti ,sia sul territorio locale e nazionale, una efficace politica di accelerazione per la innovazione in economia ed aiuto ai giovani imprenditori o iniziative di start-up, mediante la costituzione di società pubbliche con partecipazione di azionariato diffuso, per lo sviluppo d’aziende di giovani con progetti innovativi.
Come tutti sappiamo, non sempre è sufficiente avere buone idee e voglia di fare per avviare un’impresa: quando mancano i mezzi e le risorse è necessario fare appello alle opportunità, pubbliche e private, messe a disposizione dei piccoli imprenditori in fase di start-up.
Le istituzioni hanno probabilmente dimenticato di mettere in agenda l’obiettivo di aiutare i giovani, “nuovi” imprenditori a riflettere e a far chiarezza su alcuni aspetti che oggi contraddistinguono le aziende di successo dalle altre: in quest’epoca, infatti, nessuno può permettersi di non essere competente, flessibile e veloce.
Far nascere aziende innovative, capaci di svilupparsi rapidamente conquistando nuovi mercati, è uno tra i compiti principali delle istituzioni. Un ruolo reso ancora più necessario da un tasso di natalità delle aziende che nel nostro Paese è drammaticamente basso, ma anche dalle difficoltà di sviluppo incontrate dalle piccole e medie imprese e dallo scarso successo dei business-plan presentati ai fondi di private equità ( buone idee che restano solo sulla carta).
E’ necessaria una nuova mission: fino a ieri puntavamo a favorire l’aggregazione di imprese già esistenti, oggi dobbiamo aiutare chi ha buone idee a creare aziende di successo.


Chiediamo dunque non solo contributi alle spese e/o, premi-incentivi, ma anche training on the job che garantiscono un sostegno costante.
Ora anche la retorica del distretto ceramico come una delle locomotive economiche e produttive d’Europa sta per essere messa definitivamente in crisi. Da un lato sono sempre più numerose le fabbriche e le attività produttive in genere che si trasferiscono altrove, dall’altro i dati sull’occupazione ne risentono in modo sempre più pesante.
Sottolineiamo ancora una volta che per ottenere bisogna dare, ma per dare bisogna essere.
Vogliamo, quindi dire alle istituzioni: lasciate lavorare liberamente le aziende con meno burocrazia ed incentivate l’imprenditorialita’ giovanile e/o nuova imprenditorialita’ con il miglioramento delle condizioni in cui si possa fare impresa.
Ai giovani, ai nuovi capitani d’impresa, invece sollecitiamo ad avere piu’ coraggio, e di non avere paura di sbagliare. E di ricominciare a credere in un futuro.
Chiediano dunque sempre di più ai responsabili della politica, alle associazioni di categoria, ai sindacati, a quanti hanno maggiori capacità in campo economico, imprenditoriale e finanziario di operare in modo da realizzare una società in cui lo sviluppo integrale dell’uomo sia non solo l’obiettivo, ma il valore su cui basare ogni scelta.
Il nostro contesto, piu’ di prima, ha bisogno di riscoprire la persona come realtà originaria di diritti e doveri e di ripartire dalla sua dignità per correggere i percorsi che hanno posto la ricchezza ed il mercato al di sopra di essa, invece di considerarli come mezzi e strumenti per il bene della persona.


Piccinini Dott.Ivano
















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