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Scuola: Unicobas, sciopero e manifestazioni il 3 ottobre

Sciopero e manifestazione nazionale a Roma venerdì 3 ottobre contro i tagli annunciati nella scuola con provvedimenti del ministro Gelmini. Lo annuncia il segretario nazionale dell’Unicobas Stefano D’Errico in una nota.


Secondo l’Unicobas, dal prossimo anno scolastico e per tre anni, saranno cancellati 70.000 cattedre e 40.000 ruoli Ata. Un taglio che va ad aggiungersi a quello realizzato dal governo Prodi nelle finanziarie precedenti (47.000 posti in meno, comprese le riduzioni gia’ attuate per il prossimo anno scolastico).

Questi dati hanno spinto l’Unicobas ad annunciare lo sciopero e una manifestazione nazionale a Roma venerdì 3 ottobre. I provvedimenti del ministro Gelmini produrranno risparmi di spesa per 7,832 miliardi di euro.

“Solo il 30% di questi risparmi sarà utilizzato a fini contrattuali per presunte ‘iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola’.

La riduzione – sottolinea D’Errico – sarà del 10% per i docenti e del 18% per il personale ATA”. Inoltre, verranno modificati orario di lavoro, durata delle lezioni e struttura dei programmi.

Per questa “controriforma della scuola italiana, la Gelmini avrà 12 mesi di tempo: non male per un paese che in Europa – ricorda il segretario Unicobas – è agli ultimi posti per diplomati tra i giovani con il suo 69 per cento contro il 73 della Germania, il 77 della Gran Bretagna, l’80 della Francia e l’86 della Finlandia e ha metà dei laureati della media UE”.

A scaldare il sindacato sono anche le fasce orarie di reperibilità del lavoratore. “Dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle 20.00 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi: recarsi dal medico di famiglia, in farmacia, o andare a fare accertamenti, potrebbe diventare un’impresa”.
Sottovalutata poi la possibile resistenza dei lavoratori all’ ‘impetuosa arroganza con la quale si sono messi al lavoro”.
L’ultimo affondo è per i sindacati, Cgil, Cisl e Uil che si stanno “accodando alle iniziative governative. La Cgil addirittura fa a gara con Brunetta per eliminare i ‘fannulloni’.

I sindacati confederali – conclude D’Errico – sulle questioni nodali riguardanti la scuola vengono messi minoranza, nonostante abbiamo la stragande maggioranza degli iscritti”.

















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