Vivevano in Italia da anni con una vita del tutto normale fatta di lavoro e famiglia, è questa forse la cosa che maggiormente sconcerta dei 5 magrebini arrestati dalla Digos di Bologna con l’accusa di aver creato una cellula di terroristi islamici pronti a immolarsi per la causa sgiadista in paesi scenario di guerra.
I 5 vivevano tra Bologna e la Romagna, una sesta persona è tuttora ricercata. A capo della cellula terroristica, c’era Jarraya Khalil, arrestato a Faenza, che ha combattuto assieme alle milizie bosniache del cosiddetto “battaglione dei mujihaddin” nel corso della guerra nell’ex Yugoslavia. Al suo fianco il “luogotenente” Mohamed Chabchoub, l’informatico del gruppo. Oltre ai due capi dell’organizzazione, sono stati arrestati tre adepti della cellula, un marocchino e due tunisini, tutti di età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Periodico quotidiano Sassuolo2000.it
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