Altri 3,1 milioni di euro dalla Provincia di Reggio Emilia per aumentare e qualificare l’offerta dei servizi scolastici rivolti ai bambini fino ai tre anni. La Giunta, su proposta dell’assessore all’Istruzione Gianluca Chierici, ha infatti approvato nei giorni scorsi il Piano provinciale 2007/2008 degli interventi per lo sviluppo e la qualificazione dei servizi educativi per la prima infanzia, allo scopo di erogare le risorse stanziati sulla base della Legge regionale 1/2000. Previsti, complessivamente, contributi per 3,1 milioni di euro, che garantiranno la creazione di ulteriori 160 posti, ma aiuteranno anche i gestori a contenere i costi delle rette.
“Per la Provincia i servizi educativi, già dalla prima infanzia, rappresentano un settore strategico convinti come siamo che tutte le bambine ed i bambini debbano poter sviluppare pienamente, ed in ogni parte del territorio provinciale, le loro potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto cognitivo, ludico e affettivo – ha sottolineato questa mattina l’assessore Gianluca Chierici presentando alla stampa il Piano insieme alla dirigente del Servizio Programmazione scolastica ed educativa Paola Canova – Gli oltre 3 milioni di euro che saranno erogati serviranno proprio per incentivare la realizzazione di nuovi nidi o ampliare quelli esistenti, ma anche per aiutare i Comuni, gli altri soggetti pubblici e quelli privati, a sostenere servizi di qualità che sono sì costosi, ma molto importanti”.
I fondi regionali saranno utilizzati dalla Provincia per estendere l’offerta educativa per i bambini fino ai 3 anni attraverso nuove costruzioni, acquisti, restauri, ripristini tipologici di edifici da destinare a servizi educativi per la prima infanzia, nonché l’arredo di opere già iniziate; sostenere i soggetti gestori e per contenere le contribuzioni a carico delle famiglie attraverso il sostegno alle spese di gestione dei nidi d’infanzia, degli spazi bimbo e dei centri per bambini e genitori; promuovere la qualificazione della proposta didattica ed educativa attraverso la formazione permanente degli operatori e dei coordinatori pedagogici.
Destinatari dei finanziamenti sono i Comuni – singoli o associati – ma anche soggetti privati, dalle parrocchie alle cooperative sociali e non solo: quest’anno un contributo di 100.000 euro è andato infatti all’Unieco per la trasformazione di uffici in un nido aziendale che – attraverso tre sezioni – garantirà 57 posti, 14 dei quali per i bambini dei dipendenti.
La principale novità di quest’ultimo Piano provinciale, ha spiegato l’assessore Chierici, è proprio il forte incremento di impegno – e dunque di contributi concessi – dei soggetti privati. Se 2 milioni sono stati destinati ai Comuni (750.000 per interventi di investimento e nuove costruzioni di nidi, 1.100.000 per il consolidamento, la gestione e la qualificazione dei servizi da 0 a 2 anni e 150.000 per progetti di qualificazione nel settore della scuola per l’infanzia), ben 1.100.000 euro sono stati destinati invece ai soggetti gestori privati (470.000 per interventi di investimento nei servizi 0 – 2 anni, 165.000,00 per il sostegno alla gestione ed al consolidamento dei nidi d’infanzia, 540.000,00 per progetti di qualificazione e miglioramento dell’offerta educativa).
Proseguono, inoltre, le sperimentazioni di progetti innovativi, come i nuovi servizi offerti nei comuni montani del Crinale (Ramiseto, Villa Minozzo, Busana, Carpineti), attraverso i micronidi che ormai costituiscono una realtà consolidata e che saranno estesi anche a Baiso, Viano e Vetto.
Dall’inizio della legislatura, nel 2004, l’Assessorato provinciale all’Istruzione ha erogato complessivamente 15 milioni di euro (4 destinati alle strutture, 11 per contenere le rette) che hanno ampliato l’offerta scolastica dei nidi provinciali di ben 700 posti tra scuole pubbliche e private. Sul fronte della disponibilità di posti le scuole dell’infanzia reggiane si attestano su una percentuale di accoglienza tra le più alte in Italia di circa il 30%. E le liste di attesa, spesso, rappresentano un falso problema “perché se confrontiamo le liste presentate a marzo con l’effettiva collocazione registrata tra settembre e dicembre, gli esclusi restano davvero pochissimi”, ha concluso l’assessore Chierici.