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Confagricoltori: le amministrazioni locali sostengano i progetti innovativi

Tra le novità introdotte dalla legge Finanziaria 2008 c’è l’aver fissato per le diverse tecnologie ( fotovoltaico, eolico, geotermico, biogas…) le soglie di potenza al di sotto delle quali l’autorizzazione alla costruzione degli impianti è sostituita dalla dichiarazione di inizio attività (D.I.A.). Tale semplificazione è indispensabile che si attuata anche attraverso l’elaborazione di procedure omogenee e chiare; difatti, a causa della frammentazione delle competenze, c’è il rischio che, a livello comunale, la semplificazione si trasformi in un ulteriore ostacolo per le imprese.

In relazione al quadro descritto Confagricoltura chiede agli Enti locali di razionalizzare ed accelerare le procedure anche tramite un maggiore coordinamento tra i diversi Organi amministrativi.
Tali considerazioni sono legate anche dal fatto che la Finanziaria 2008, stabilendo che le regioni possono delegare le province a rilasciare le autorizzazioni “uniche”, ha rimarcato il ruolo fondamentale che rivestiranno per il futuro gli enti locali, province e comuni ai quali è affidato il raggiungimento degli obiettivi, prima regionali poi nazionali, obiettivi che se non verranno raggiunti, vedranno comunque il nostro paese costretto ad affrontare costi aggiuntivi legati alle procedure di infrazione, alle maggiori emissioni di CO2.
Proporre come prioritarie quelle iniziative che realmente legano la produzione di energia al territorio- spiega l’associazione di via dell’Aeronautica- attraverso un riscontro oggettivo e verificabile delle superfici agricole impiegate in loco, qualificherebbe l’operato di una Amministrazione che oltre ad offrire un’opportunità alla propria agricoltura, offrirebbe ai propri cittadini, la possibilità di sfruttare i benefici ambientali che ne derivano.

Gli obiettivi vincolanti fissati al 2020 dalla Commissione Europea nelle proposta di direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, implicano per l’Italia un aumento significativo della produzione di tale energia ( pari al 17% del consumo nel 2020) in considerazione del fatto che nel 2006 detto valore si attestava solo al 5,2% è indispensabile proseguire in maniera decisa e tempestiva anche attraverso lo sviluppo della “generazione distribuita” di energia elettrica e calore, con particolare riferimento all’utilizzo di biomasse e sottoprodotti agroforestali.
Al fine del raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia, gli imprenditori agricoli possono svolgere, come in più occasioni sostenuti, un ruolo rilevante attraverso investimenti diretti nella filiera agroenergetica, nella gestione di impianti fotovoltaici ed eolici, con produzione di energia destinata non solo ai fabbisogni energetici aziendali, ma anche alla cessione al sistema elettrico; tale ruolo chiave nell’agricoltura in relazione all’uso delle biomasse agricole e forestali, prodotte nell’ambito di filiere corte, intese di filiera o accordi quadro, è stato sancito anche dall’ultima legge finanziaria.

Lo sviluppo della filiera dell’energia da fonti rinnovabili è per il nostro paese e in particolare per l’Emilia Romagna un’occasione di particolare interesse economico e ambientale. Infatti, se da una parte si contribuisce al contenimento del surriscaldamento globale, dall’altra è possibile incrementare l’economia del territorio attraverso lo sviluppo di filiere produttive locali, compresi i settori industriali ad alta tecnologia e la creazione di nuovi posti di lavoro.
In tale contesto, a fronte di una grande impegno economico ed organizzativo delle imprese agricole, occorre una risposta pronta da parte dell’amministrazione competente al fine di sostenere lo sviluppo anche attraverso la previsione di iter autorizzativi semplici e veloci.
La stessa recente programmazione energetica regionale ha manifestato l’intento di creare condizioni favorevoli affinché le aziende agricole e forestali possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi regionali in materia di energia.

















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