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Legambiente Reggio: paesaggio sonoro a rischio estinzione

“E’ a tutti gli effetti – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – un habitat in via di estinzione: il paesaggio sonoro, ovvero i suoni tipici dell’area in vcui uno vive sono stati sostituiti dal rumore, generato dalle attività e dagli autoviecoli, degradando quelli che erano i suini tipici della campagna ma anche della città, tutti ormai coperti dall’onnipresente traffico”.

“E la questione non investe solo la sfera emotiva, ma bensì la salute, se si calcola che in Europa ogni anno circa 245mila persone soffrono di problemi cardiovascolari per effetto del rumore a cui sono sottoposti. Non a caso, ad esempio, nelle aree urbane si stanno estendendo le zone a 30 Km/h, che oltre a garantire una maggiore sicurezza abbattono il rumore di quasi la metà delle autovetture (di 2,5 decibel) rispetto al limite dei 50 km/h”.

Il rumore, ed in particolare quello generato dai mezzi di trasporto, appare come una delle più rilevanti cause del peggioramento della qualità della vita ed è ormai riconosciuto come uno dei principali problemi ambientali. In Italia il 26 ottobre 1995 è stata emanata la “Legge quadro sull’inquinamento acustico” n 447 che detta i principi fondamentali , rimandando a diversi decreti attuativi il completamento del panorama normativo di settore.
Uno degli strumenti pianificatori individuati dalla legge quadro a tutela della popolazione dal disturbo da rumore è il piano di zonizzazione acustica, di competenza dei comuni,che consiste nell’assegnazione a ciascuna porzione omogenea di territorio, di una delle sei classi individuate dal DPCM 1 marzo 1991 e confermate dal successivo DPCM 14 novembre 1997, in relazione alla prevalente ed effettiva destinazione d’uso del territorio, alla densità abitativa e delle attività produttive e al traffico veicolare.
A tal fine e secondo le prescrizioni della “legge quadro” la Regione Emilia Romagna ha emanato la LR 9/5/2001 in cui sono indicati i criteri per la redazione, i tempi per l’approvazione da parte dei comuni (14 mesi dalla data di pubblicazione sul BUR) e la possibilità di esercitare potere sostitutivo in caso di inattività persistente da parte degli stessi. Sono trascorsi ben sette anni dalla emanazione della LR 9/5/2001 e a Reggio Emilia nulla si muove.
A differenza di Parma e Modena, per citare i comuni capoluogo limitrofi, che da anni hanno approvato i rispettivi piani di zonizzazione acustica, l’amministrazione della nostra città sta colpevolmente perdendo l’opportunità di utilizzare uno strumento che ha come obiettivo quello di prevenire il deterioramento di zone non inquinate e di fornire indirizzi per la pianificazione, la prevenzione,il risanamento dello sviluppo urbanistico.
L’errata convinzione che l’approvazione della zonizzazione acustica imponga oneri aggiuntivi alle attività produttive e anche alla stessa amministrazione, o più semplicemente la volontà di ignorare un aspetto imprescindibile dello sviluppo cittadino (l’incarico per la redazione del piano è stato affidato ad uno studio privato al costo di alcune decine di migliaia di euro e giace in qualche hard disk da anni) ha portato alla mancata integrazione con gli altri strumenti di sviluppo urbanistico.
D’altronde il conto consuntivo ambientale 2007 del Comune di Reggio Emilia – cap.8.1.1, pag 126 e seg., evidenzia come particolarmente negativa la valutazione del dato relativo all’inquinamento acustico.

“E’ necessario – conclude Becchi – che il Comune provveda all’adozione ed approvazione del piano di zonizzazione acustica e del piano di risanamento in tempi rapidi. Proprio nel momento in cui l’amministrazione sembra così intenzionata a lasciare un’impronta urbanistica rilevante l’aspetto acustico non può essere trascurato”.

















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