Il prezzo dei carburanti, da diversi mesi in costante crescita, sta diventando un peso difficilmente sopportabile. In questa situazione generalizzata, ci sono poi alcune categorie economiche, sottolinea Confesercenti, penalizzate più di altre.
Si pensi alle imprese che sono costrette ad utilizzare l’autoveicolo per il trasporto della merce, come nel caso appunto degli ambulanti, o degli agenti di commercio per i quali l’autovettura è uno strumento di lavoro altrettanto indispensabile. Come se non bastasse all’orizzonte, oltre alla preoccupazione legata all’aumento dei costi, si profila un’altra stangata che, se non si introducono dei correttivi, rischia di ricadere nuovamente sulle imprese di piccole dimensioni. Lo spauracchio è costituito dagli automatismi che si applicano attraverso i cosiddetti studi di settore determinanti nella quantificazione dei ricavi che contribuiscono a determinare il reddito su cui applicare le imposte.
In concreto, nell’elaborazione della dichiarazione dei redditi con relativa applicazione degli studi di settore riferiti all’anno d’imposta 2007, l’aumento del costo del carburante, voce fondamentale nella quantificazione dei cosiddetti ricavi puntuali, di fatto restituisce una situazione molto lontana dalla realtà, in quanto, in automatico, si determina la presunzione di un incremento di fatturato senza nessun legame rispetto all’effettivo andamento dell’azienda.
E’ quindi evidente che questa preoccupante ed imprevedibile esplosione del costo dei carburanti porterà- prosegue Confesercenti- per gli ambulanti, gli agenti e i rappresentanti di commercio e altri operatori del settore, a un generalizzato aumento degli “indici di normalità economica” e a un forte innalzamento del numero dei soggetti non congrui, tutto questo non in conseguenza di un comportamento poco trasparente nei confronti del fisco, bensì a causa di una ragione esogena che, per di più, incide negativamente sulle performance delle imprese. Molto verosimilmente, la palese ingiustizia provocherà un mancato adeguamento spontaneo da parte degli appartenenti alle categorie interessate ed amplierà la platea degli incongrui. Con il rischio che ciò si rifletta in modo negativo sul rapporto già oggi farraginoso, tra fisco e impresa accentuando la percezione di iniquità. Confesercenti oltre a lanciare l’allarme, al fine di depotenziare gli effetti negativi di un elevato numero di accertamenti basati sull’applicazione degli Studi di Settore, a livello nazionale ha provveduto a presentare alla Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate una richiesta affinché siano date nuove ed opportune istruzioni agli Uffici periferici; in particolare, tenuto conto dell’anomala situazione causata da un fatto non previsto in fase di elaborazione e validazione degli Studi di Settore, l’associazione chiede di non procedere ad alcun accertamento automatico nel caso di ambulanti, agenti e rappresentanti di commercio quando la non congruità è essenzialmente riconducibile ad un effetto dilagante dell’aumento del prezzo dei carburanti.
Se questi timori riguardano l’anno fiscale 2007 ancora maggiori sono le preoccupazioni espresse da Confesercenti sul 2008. Basta ricordare che dal 2 gennaio 2008 il prezzo medio alla pompa della benzina verde da 1,376 euro è arrivato a 1,511 con un aumento di 135 centesimi, un aumento che sfiora il 10 per cento.