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Fibre tessili e bio: a Carpi la conferenza mondiale

Moda ed etica delle responsabilità. E’ il tema della Conferenza internazionale su fibre e tessile biologici che si svolge a Carpi lunedì 16 e martedì 17 giugno. Organizzata da Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale) e dal Comune, con il patrocinio di Unep (Programma delle Nazioni unite per l’ambiente), Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) e della Camera nazionale della moda italiana, la Conferenza si svolge nell’ambito del 16° Congresso mondiale Ifoam dell’agricoltura biologica che, promosso in collaborazione con Provincia e Aiab, si apre a Modena nel pomeriggio di martedì 17 giugno per proseguire fino a venerdì 20 con il titolo “Coltivare il futuro”, come ricorda l’assessore provinciale all’Agricoltura Graziano Poggioli sottolineando la partecipazione dei maggiori rappresentanti della cultura sostenibile mondiale, come il presidente mondiale di Ifoam Gerald Hermann, la scienziata Vandana Shiva, il sociologo Wolfgang Sachs, l’antropologo ed economista Serge Latouche.


Accanto a loro a Carpi interverranno alcune tra le personalità più significative del settore del tessile e abbigliamento: da Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana, a Stefano Dominella, maison Gattinoni e presidente di AltaRoma, fino a Jill Doumain di Patagonia, il marchio leader nello sportswear. E nella serata di lunedì 16 i piazza Martiri la moda etica si coniuga con la danza con uno spettacolo di Aterballetto aperto a tutti.
«Negli ultimi due anni è aumentato considerevolmente l’interesse da parte delle imprese del tessile al tema del biologico – spiega il responsabile ricerca e sviluppo di Icea, Paolo Foglia – e in Italia sono già 300 le aziende che hanno chiesto la certificazione. Questo interesse genera domanda, quindi la crescita che si registrava prima soltanto all’estero, ora riguarda anche il nostro paese».
Grazie al contributo di ricercatori provenienti da tutto il mondo e alla partecipazione di rappresentanti di importanti “retailer” e di marche leader nel settore tessile, la Conferenza farà il punto sulle più recenti novità che interessano produzione e mercato dei prodotti tessili e dell’abbigliamento biologico: l’innovazione e la certificazione nell’industria tessile bio, i risultati sociali e ambientali ottenuti con lo sviluppo di coltivazioni biologiche.
«Saranno presenti alcuni tra i più grandi nomi della moda e i più importanti studiosi mondiali del settore – spiega il vicesindaco di Carpi Alberto Allegretti, assessore con delega all’Economia – e di questo siamo fieri. Del resto il nostro interesse e impegno sul biologico non nasce ora: già nel 2003, con il sostegno della Provincia, a Carpi abbiamo organizzato il primo convegno sul tema e negli anni sono stati promossi percorsi di formazione e di incontro per gli operatori. Con gli imprenditori del nostro distretto abbiamo dato vita al consorzio Vis costituendo una sorta di microfiliera per sviluppare prodotti e processi eco-compatibili».
Tra i risultati ottenuti anche il progetto Tessa, finanziato da Unione europea e Regione in collaborazione con Citer e Carpiformazione, che ha permesso di certificare, con l’aiuto del servizio di Allergologia della Clinica dermatologica della Università di Modena e Reggio Emilia, come sia possibile, applicando innovazioni di processo e di prodotto, realizzare prodotti dichiarati ipoallergenici, indossati e testati da volontari e pazienti della struttura sanitaria. Il consorzio prosegue l’attività con test su fibre naturali, sostanze e lavorazioni, sempre allo scopo di produrre capi d’abbigliamento e tessuti (dall’intimo fino alla biancheria per la casa e ai vestiti da lavoro) che possano esser indossati e utilizzati anche da chi soffre di allergie da contatto e, comunque, da chi vuole garantirsi sulla pelle un prodotto sano.
«Analizzando gli sforzi e i risultati finora prodotti – aggiunge Allegretti – ma anche le aspettative riposte sulla Conferenza internazionale, crediamo che ci possano essere spazi di sviluppo nei prossimi anni soprattutto se accanto alle piccole imprese ci sarà l’impegno e l’investimento i ricerca e commercializzazione da parte di grandi stilisti e marchi di successo per lanciare con più determinazione il marchio bio nella moda mondiale».

Il programma dei due giorni
Le due giornate di lavori coinvolgono le personalità più in vista del settore, imprenditori, ricercatori e tecnici (programma completo al sito Modena Bio 2008).

La discussione prende il via lunedì 16 giugno (Auditorium San Rocco, dalle 17 alle 20) con l’intervento di Gerald Hermann, presidente di Ifoam (Federazione internazionale dei movimenti di agricoltura biologica), e l’introduzione di tre tra i massimi rappresentanti della cultura sostenibile mondiale: Vandana Shiva, fisica e ambientalista in odore di Premio Nobel,; Wolfgang Sachs, direttore del Wuppertal Institut per il clima, l’ambiente e l’energia; e Serge Latouche, professore emerito dell’Università di Paris-Sud (Orsay) e teorico della “decrescita”.
Con loro, in dialogo sulla tutela dell’ambiente e la promozione dei diritti umani e sociali, i responsabili dei progetti di agricoltura biologica in Uganda e India e i protagonisti dell’industria della moda italiana: Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana; Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni e di AltaRoma; e Jill Dumain di Patagonia, il marchio internazionale di abbigliamento sportivo, affrontano argomenti come la riduzione dell’impronta sociale e ambientale del settore moda e le condizioni di sviluppo del “design etico” ovvero di una nuova creatività che integri l’assunzione della sostenibilità fin dai primi momenti di definizione dell’idea.
I lavori proseguono martedì 17 giugno con la seconda parte della Conferenza dedicata al futuro sostenibile. Grazie all’apporto di ricercatori provenienti da tutto il mondo e alla partecipazione di rappresentanti di importanti “retailer” e di marche leader nel settore tessile, in sessione plenaria e poi in moduli specifici, si farà il punto sulle più recenti novità che interessano la produzione e il mercato dei prodotti tessili e dell’abbigliamento biologico: l’innovazione e la certificazione nell’industria tessile bio, i risultati sociali e ambientali ottenuti con l’introduzione e lo sviluppo di coltivazioni biologiche, in aree come il Perù, il Brasile, l’Uganda, la Tailandia e l’Australia. Partecipano ai lavori anche Alberto Allegretti, vicesindaco del Comune di Carpi, e Palma Costi, assessore agli Interventi economici della Provincia di Modena.

Dati e numeri di un mercato in forte crescita
Il 2008 sarà l’anno della definitiva affermazione del cotone bio sul mercato tessile mondiale. Lo afferma il rapporto diffuso nel 2006 da Organic Exchange, associazione no-profit che opera per la promozione e diffusione della produzione e dell’uso di cotone e fibre biologiche. Secondo le proiezioni, infatti, il valore del mercato mondiale dei prodotti tessili e dell’abbigliamento in cotone biologico toccherà i 2.600 milioni di dollari, mentre la domanda raggiungerà nel corso dell’anno il traguardo delle 100 mila tonnellate.
Un dato significativo della forte tendenza alla crescita del settore, se si pensa che solo pochi anni fa, nel 2005, la domanda di fibre in cotone biologico esercitata dalle imprese tessili si aggirava intorno alle 23 mila tonnellate, mentre alla fine degli anni Ottanta la produzione complessiva di un centinaio di aziende pionieri era di 113 tonnellate. “Complici” dell’incremento della domanda del biologico nel settore tessile e abbigliamento sono stati i grandi marchi e “retailers”. Il numero di marchi che offrono prodotti in cotone da agricoltura biologica negli ultimi anni è più che quadruplicato, dai circa 200 del 2003 agli oltre 800 della prima metà del 2005. Tra di essi imprese dello sportswear e dell’outwear, ma anche distributori di abbigliamento, abiti per bambini e tessile per la casa.
Mentre la maggior concentrazione di produttori di cotone biologico si trova in paesi come India, Turchia, Cina, Tailandia e Stati Uniti d’America, nella distribuzione geografica del mercato dell’abbigliamento bio, l’Europa guida la classifica con il 76 per cento del totale. Seguono Stati Uniti e Canada che insieme rappresentano il circa il 21 per cento.
Per quanto riguarda la dimensione del settore tessile bio in Italia, cresce il numero delle imprese certificate che producono filati, tessuti a maglia e denim destinati all’abbigliamento e alla biancheria. A queste si aggiungono le aziende di prodotti per il settore sanitario e la cura della persona come il cotone idrofilo e il tessuto non tessuto.

Lunedì moda e danza contemporanea
Il fascino della danza interpreta la moda bio nella suggestiva cornice rinascimentale di piazza Martiri. E’ la proposta che lunedì 16 giugno, alle 22, con ingresso gratuito aperto a tutti, chiude a Carpi la prima giornata della Conferenza internazionale su Fibre e prodotti tessili biologici. In scena Aterballetto, la principale compagnia italiana di danza contemporanea, con due delle più acclamate coreografie di Mauro Bigonzetti e la direzione artistica di Cristina Bozzolini, in un’esibizione unica che celebra l’armonia fra l’uomo e la natura.
Per l’occasione anche i costumi di Lucia Socci indossati dai danzatori sono biologici, realizzati per l’occasione in fibre naturali provenienti da agricoltura bio. Un modo per veicolare il messaggio di profondo rispetto per l’uomo e la natura che il mondo bio porta con sé.
Con “Cantata”, la prima delle due coreografie proposte, si fa rotta verso sud. Omaggio ai ritmi del meridione fra ninne nanne, pizziche salentine e serenate napoletane, “Cantata” è un’esibizione dai toni appassionati, dedicata al rapporto uomo-donna. Si prosegue con “Absolutely Free”, vero inno alla libertà. Non ci sono altre definizioni per questa coreografia che prende a prestito il titolo da un celebre album di Frank Zappa: la chitarra elettrica suona la carica e fanno irruzione i grandi del rock, da Jimi Hendrix ai Red Hot Chili Peppers, fino ai Chemical Brothers, in un omaggio personale di Mauro Bigonzetti alla canzone rock.

Fondata nel 1979 a Reggio Emilia, Aterballetto è diventata in poco meno di 30 anni la principale compagnia di produzione e distribuzione di danza in Italia. Merito della direzione artistica di Amedeo Amodio prima e di Mauro Bigonzetti poi. Fortemente radicata nel territorio, nel 2003 la compagnia diventa la massima espressione della Fondazione nazionale della danza, centro di formazione e crescita per i giovani ballerini e coreografi. Sotto la guida di Bigonzetti, coreografo di livello internazionale – fra i suoi lavori spiccano quelli per New York City Ballett e Balletto di Stoccarda –, Aterballetto ha raccolto successi e consensi in Italia e all’estero.
















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