Si consolida l’Osservatorio della Cgil di Modena su economia e lavoro, quest’anno alla seconda edizione (dopo il n.0 presentato nel 2007). Un originale strumento statistico e di analisi socio-economica realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Ires/Cgil regionale, che offre una lettura integrata delle principali fonti statistiche e banche dati disponibili relativamente all’anno 2007 (oltre a quelle sindacali, quelle di Istat, Banca d’Italia, Ministero del Lavoro, Inps, Inail, Provincia di Modena, Camera di Commercio, Eber, Movimprese, ecc…).
L’obiettivo è quello di mettere a disposizione di delegati e funzionari sindacali uno strumento di analisi dell’evoluzione del nostro territorio a sostegno della loro attività quotidiana di contrattazione e tutela dei lavoratori, ma al tempo stesso disporre di una lettura del tessuto economico-sociale (corredata di dati e cifre) che consentano alla CGIL di sviluppare una propria politica dello sviluppo e sottoporla al confronto con gli altri attori sociali, economici e istituzionali.
A questo scopo, l’iniziativa di presentazione del n.1/2008 dell’Osservatorio Cgil domani – mercoledì mattina 4 giugno – (ore 9.30, piazza Cittadella 36) prevede prima la presentazione dell’indagine da parte del curatore Stefano Venuti dell’Ires/Cgil E.R., a seguire la relazione di commento di Vanni Ficcarelli della segreteria Cgil e intorno alle ore 10.40 la discussione allargata nella tavola rotonda con esponenti delle istituzioni, associazioni e università. Al dibattito, coordinato dal direttore di Trc/Telemodena Roberta Vandini, partecipano Donato Pivanti segretario Cgil Modena, Claudio Pistoni sindaco di Fiorano, Margherita Russo della facoltà di Economia “Marco Biagi” Università di Modena e Reggio Emilia, Maurizio Torreggiani vice presidente Camera di Commercio, Frano Vantaggi direttore Confindustria Ceramica e Adriana Zini direttore di Promo. Apre i lavori di tutta la mattinata Fiorella Prodi della segreteria Cgil.
Nella dettagliata esposizione dell’Osservatorio si esaminano lo sviluppo demografico, la composizione del mondo del lavoro, l’andamento dei settori industriali.
I dati statistici sull’andamento demografico offrono uno spaccato di crescita consistente e accelerata della popolazione residente a Modena (oltre +1,1% nel 2007 sul 2006, superiore alla media del decennio ‘98-‘07 dello 0,9%) mentre anche lo scenario di crescita elevato previsto al 31.12.07 sfora di 2.000 unità in più, facendo prevedere per il 2015 un aumento superiore alle 752.641 unità, già previste nell’ipotesi di crescita più elevata. Con distretti come quello di Castelfranco e Vignola che avranno l’impatto di crescita più alto, rispettivamente a +30% e +20%.
La Cgil si chiede: “Può Modena sopportare un incremento di popolazione di queste dimensioni? Con quali conseguenze sul sistema di welfare e sulle infrastrutture, sullo stesso consumo del territorio?” Evidentemente c’è un problema di sostenibilità dello sviluppo che richiede rallentamento nella velocità di crescita e qualificazione dello sviluppo. Ciò in considerazione anche di altri dati, quali l’aumento della popolazione giovane (0-15 anni) e di quella anziana (+64 anni), e della popolazione immigrata, +6% nel 2007 e ormai pari al 10% della popolazione (16% nel 2015).
Per questo la Cgil chiede una risposta forte in termini di governo della crescita, che sappia selezionare lo sviluppo, che consideri il territorio un bene finito, punti alla qualificazione edilizia (e non all’espansione), ad estendere e qualificare la rete dei servizi per minori e anziani, a politiche di inclusione sociale e integrazione degli immigrati.
Un governo della crescita che abbia fra le sue priorità la buona occupazione e la lotta alla precarietà, poiché anche questa seconda edizione dell’Osservatorio conferma la tendenza alla precarizzazione nel mercato del lavoro con solo il 24% degli avviamenti a tempo indeterminato (il resto avviene con formule flessibili: tempo determinato, somministrazione, collaborazioni, ecc..). Preoccupante anche l’aumento del lavoro indipendente in edilizia, dove tanti ex dipendenti diventano autonomi senza vera struttura d’impresa, ma neanche tutele e diritti.
Anche il settore dei servizi, quello a maggior sviluppo occupazionale nel 2007, conferma l’incremento di forme atipiche e di una consistente fetta di lavoro indipendente (+18%) spesso frutto della trasformazione in partite Iva individuali dei vecchi rapporti di collaborazione.
Nell’Osservatorio Cgil anche l’analisi dell’andamento dei principali settori produttivi: meccanico, ceramico, biomedicale, agroalimentare, tessile, edilizia, servizi. Accanto all’analisi, le proposte del sindacato che ritiene si debba puntare a rilanciare i settori con difficoltà di tenuta e crisi occupazionali, attraverso investimenti in ricerca, innovazione e sviluppo, unitamente al contrasto delle forme di lavoro precario, alla destrutturazione e al sistema di illegalità favorita dal sistema degli appalti e delle cooperative “spurie” (molto presenti nel settore delle carni).
A ciò si deve affiancare un governo delle crisi aziendali che salvaguardi le competenze, favorisca il passaggio di occupati ad altri settori attraverso un’adeguata formazione e riqualificazione professionale.
In un quadro di andamento positivo del settore meccanico, la Cgil si interroga sulle prospettive di sviluppo del più importante gruppo sul territorio – il gruppo Fiat con le aziende Ferrari, Maserati e Cnh – e chiede insieme a Cisl e Uil e alle categorie dei meccanici un tavolo di confronto con istituzioni e azienda per conoscere e concertare scelte di crescita di forte impatto occupazionale e per il territorio.
L’analisi dell’Osservatorio e la proposta politica che ne scaturisce, spingono la Cgil a chiedere uno scatto, un’accelerazione dei tavoli di confronto a tutti i livelli: locale, provinciale, di distretto. Al tempo stesso è intenzione del Sindacato articolare a partire dall’autunno prossimo e sino alle elezioni amministrative del 2009, diverse Conferenze sullo sviluppo nei comuni capo-comprensorio e nel capoluogo, per delineare le proprie proposte e richieste nel confronto con i candidati-sindaci e contribuire a definire le scelte politiche-strategiche delle future amministrazioni.