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U.D.C. Modena: Atcm in un inquietante vortice di conflitti d’interesse

Nelle prossime settimane i consigli comunali della nostra provincia saranno a chiamati ad un’epocale delibera sul trasporto pubblico locale, sul ruolo dell’Agenzia per la Mobilità e di Atcm S.p.A., aprendo scenari molto poco trasparenti e inquietanti sulla scelta del partner industriale e sulla successiva gara pubblica per l’affidamento dello stesso servizio di trasporto.

1. Intanto, a differenza di quanto già stabilito e sbandierato, si dovrà prendere atto che Atcm ha ceduto il proprio patrimonio strumentale al servizio di trasporto alla stessa Agenzia, che passa così dalla tanto conclamata agenzia “leggera” ad una agenzia “pesantissima”, fortemente patrimonializzata.
Ora su questo fatto in sé si può anche discutere, ma certamente avendo preso questa decisione non ha più senso vendere, al partner da individuare, solo il 49% di Atcm S.p.A. che, spogliata del patrimonio strumentale, diventa un vettore come qualunque altro sul libero mercato: detenere la maggioranza, il 51%, aveva senso quando Atcm era anche proprietaria di sedi, pensiline e ricoveri sparsi per il territorio provinciale, ma ora non più. Quali sono dunque le vere ragioni, o comunque, i rischi che si corrono?
2. Potrebbero essere almeno due, una politica e una industriale.
2.a Innanzitutto la maggioranza ha già dimostrato nei mesi scorsi una profonda spaccatura su Atcm, quando parte della sinistra radicale si oppose alla proposta di vendere il 49% della società: figuriamoci se, pur avendo scorporato il patrimonio, dovessero proporre la cessione di tutte le quote! Certo che se devono votar contro comunque si potrebbe osare anche di più, anche perché la tutela dei posti di lavoro, tema serio e da affrontare con chiarezza, la si ottiene recuperando competitività e non certo nascondendo le difficoltà come nel passato.
2.b C’è poi un’ipotesi molto più inquietante, sulla quale la maggioranza dovrebbe chiarire, che riguarda la possibilità, al di là delle migliori intenzioni, di orientare la scelta del privato che oggi acquisterà il 49% della società, diventando, inevitabilmente, il favoritissimo al successivo acquisto di tutta la compagine societaria, portandosi così a casa un vettore fortissimo in grado di competere su scala regionale se non addirittura nazionale, con una forte potenzialità di business.

Il rischio della possibilità di orientare tale scelta è legata al fatto che la stessa delibera da adottare prevede, nei successivi patti parasociali sulla governante tra Enti Locali e partner industriale, limitazioni nei poteri dell’Amministratore Delegato, indicato dal partner per l’applicazione del piano industriale: non può gestire liberamente tutto il personale (gli Enti Locali vogliono decidere loro) e ha limitazioni sulla capacità di spesa, elementi che rendono più difficoltosa e farraginosa la gestione dell’azienda.
Ora chi sarà disponibile ad acquistare il 49% a queste condizioni? Molti? Speriamo, ma ciò che temiamo è che soltanto chi si sente garantito dalla maggioranza che governa gli Enti Locali correrà il rischio dell’acquisto, che comporterà un forte investimento finanziario e un potere limitato nella gestione industriale dell’azienda se non in stretto accordo, appunto, con la parte politica che governa i comuni.
Ora non vorremmo, come già avvenuto anni fa per le Farmacie Comunali, che alla fine vincesse un soggetto economico storicamente “di riferimento”, che si sente appunto garantito comunque, che diventerà poi, magari mediante l’esercizio di un’opzione esplicita, il padrone del 100% di Atcm e di tutto il suo business, anche perché, essendo il servizio di trasporto pubblico in perdita, la società verrebbe poi finanziata direttamente dagli Enti Locali per la quota di contributo pubblico, intorno ai due terzi del totale, fissata.

Su questo aspetto ci aspettiamo un chiarimento esplicito dalla maggioranza.
3. Ma non è l’unica vicenda che ci pare poco trasparente. Sempre nella delibera, infatti, viene prospettato un percorso che lascia molto perplessi.
L’Agenzia della Mobilità, e quindi gli Enti Locali proprietari, agisce sulla stessa scena, infatti, con troppi ruoli, in conflitto fra di loro: da un lato è il soggetto che deve attuare le procedure per la scelta del partner di Atcm, ma allo stesso tempo sarà il soggetto che dovrà gestire la gara per l’assegnazione del servizio, alla quale Atcm parteciperà insieme ad altri vettori privati.
Ora che garanzie di trasparenza può dare ad un qualunque vettore privato una gara pubblica in cui colui che la gestisce, l’Agenzia, ha lo stesso proprietario del concorrente che gestisce attualmente il servizio e del quale, oltretutto, ha scelto il partner industriale? Semplificando: i comuni gestiscono la gara (Agenzia), ma contemporaneamente vi partecipano (Atcm) insieme al privato che si sono scelti loro … Non ci sembra una gara vera, ma una presa in giro!

(U.D.C. Modena)

















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