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Dimissioni Meier: dichiarazioni della Presidente Draghetti e del vice Venturi

La presidente della Provincia di bologna, Beatrice Draghetti interviene sulle dimissioni rassegnate
oggi dall’assessore Pamela Meier.


“Ho già comunicato l’accettazione delle dimissioni dell’assessore Meier ma, poiché l’assessore ha accompagnato la sua decisione con alcune pagine di motivazioni rese pubbliche peraltro in una conferenza stampa, ritengo
opportuno entrare nel merito della vicenda che ha portato a questa incresciosa conclusione.
Un aspetto è immediatamente da precisare: non siamo in presenza di un piano del commercio dell’assessore Meier e di un “contropiano” del vicepresidente Venturi.
Il Piano del Commercio si è basato fin dall’inizio su tre principi che ha sempre voluto rispettare e che continua a rispettare: coerenza con la pianificazione territoriale metropolitana (Ptcp); contenimento delle quote per la grande distribuzione commerciale; sostenibilità ambientale, economica e infrastrutturale dei nuovi insediamenti.
Attorno all’impostazione sostenuta dall’assessore Meier nella conferenza del 28 novembre ci sono state reazioni importanti sul territorio su cui
faticosamente abbiamo dovuto lavorare in questi mesi. E’ l’esito di questo percorso che dobbiamo ora riportare al territorio. Ma proprio alla convocazione della seduta conclusiva della Conferenza di pianificazione si è sottratta l’assessore Meier, rinunciando a firmare la lettera.

A questo proposito interviene il vicepresidente Giacomo Venturi:
“L’Assessore Meier vorrebbe rimanere fedele alla quantità da lei inizialmente ipotizzata mentre la Provincia di Bologna ritiene che la grande distribuzione debba essere in equilibrio con la media e piccola
distribuzione; è per questo che a fronte di ipotesi di dimensionamento molto elevate (intorno ai 180.000 mq di superficie di vendita proposti e sostenuti dalla Meier), la Provincia di Bologna propone di dimezzare abbondantemente la quota portandola a 86.000 mq per sei anni (si pensi che il Piano del 2000 inseriva 300.000 mq di cui in quasi dieci anni sono stati realizzati 67.000), prevedendo inoltre una verifica dopo tre anni di
attuazione/monitoraggio.
Tale verifica sarà formalmente condotta dalla Giunta e dal Consiglio provinciale non solo con le associazioni dei Comuni ed il nuovo Circondario
Imolese ma anche con le associazioni di Categoria, istituendo un tavolo apposito, capace di dare concretezza, controllo e qualità su quanto è avvenuto e su quanto avverrà.
Un altro punto di divergenza sembra essere quello di non aver voluto distribuire a priori questa quota definendo per ognuna delle aree
individuate la esatta quantità edificatoria.
La legge regionale 20/2000 ha introdotto un nuovo principio nella pianificazione volto a contenere la rendita fondiaria, cioè quel valore che
un terreno acquisisce quando gli si assegna una quantità edificatoria indipendentemente che ci sia una reale intenzione di edificare o un reale
progetto di impresa.
Quella legge stabilisce che le quantità edificatorie siano assegnate solo nelle fasi operative dei Piani e cioè quando c’è nel breve tempo intenzione concreta di edificare. La fase operativa di un Piano del Commercio è uno
strumento che si chiama Accordo Territoriale già usato con ottimi risultati per molti grandi progetti che stanno interessando l’area metropolitana bolognese, impostazione alla quale non si capisce per quale motivo avremmo dovuto rinunciare, se non per “aiutare” e “sostenere” la speculazione fondiaria e immobiliare, contro invece un principio di corretto, imparziale
e responsabile ruolo di governo del territorio.
E’ per questo che non abbiamo voluto distribuire la quantità complessiva area per area: non solo, così facendo rispettiamo la legge regionale ma affermiamo l’inopportunità di assegnare quantità edificatorie a terreni in
assenza di un concreto progetto di impresa.
Dovrebbe essere anzi apprezzato – anche e prima di tutto da Meier – lo spirito di squadra con cui il Piano del Commercio nasce in collaborazione tra settori e servizi della Provincia, ma anche con il contributo di forze
politiche e di organizzazioni sociali, per arrivare ad una progettazione condivisa e coordinata, piuttosto che rivendicare uno splendido isolamento
in cui condurre la sua attività.
Così abbiamo agito per ogni piano e per ogni programma, proprio perché l’impostazione a compartimenti stagni – soprattutto nella pianificazione territoriale – è un’idea vecchia e superata, contraria ad una concezione attenta alla qualità sociale e ambientale dello sviluppo”.

La presidente Draghetti conclude:
“Da parte della Provincia non si rinuncia affatto al ruolo di pianificazione e di governo del territorio ma anzi si compie un ulteriore
passo in avanti nello spirito della nuova legge.
Ricordo inoltre che il nuovo Piano del Commercio non solo è pienamente coerente con il PTCP nella localizzazione dei nuovi poli funzionali commerciali, ma a ciascuna localizzazione fa corrispondere un sistema di
“regole di sostenibilità”: si prescrivono infatti “limiti allo sviluppo” in relazione alla capacità di carico del sistema territoriale e cioè: nuova viabilità, rafforzamento del ruolo delle stazioni ferroviarie e nuovi interventi ambientali per avere aree commerciali ecologicamente attrezzate.
Il Piano del Commercio si esprime con chiarezza e completezza, rimanendo pienamente coerente con il PTCP e con i documenti approvati dalla Giunta provinciale (Meier compresa), contenendo in modo molto significativo le
nuove quote commerciali, individuando condizioni ambientali e infrastrutturali per l’apertura dei nuovi centri commerciali, evitando che si creino rendite immobiliari in assenza di progetti di impresa reali e concreti.
E’ così che noi intendiamo svolgere la responsabilità di governo del territorio, in modo coerente, concreto e salvaguardando l’interesse pubblico.
Del tutto improprio – conclude Draghetti – risulta anche il collegamento di questo percorso con presunte non pariteticità di dignità e di peso delle
forze politiche in Giunta e in maggioranza o con l’avvicinarsi di scadenze elettorali.
Il Piano è fermo dal 28 novembre scorso, abbiamo moltiplicato gli incontri tra noi per chiarire, mediare e condividere. E’ tempo di portare alla Conferenza l’esito di un lavoro corretto e condivisibile. Mi spiace che non
si possano raccogliere anche assieme all’assessore Meier i frutti di questo cammino rigoroso”.

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