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Ad Albinea i gessi custodiscono tombe dell’età del bronzo

Posto sulle prime pendici dell’Appennino reggiano, il territorio di Albinea è stato abitato sin dagli albori dell’umanità. I reperti più interessanti sono stati rinvenuti in prevalenza nei pressi della rupe di Borzano. Si tratta di uno sperone di selenite che emerge sul resto del territorio e che forse ha attirato insediamenti umani proprio per la miglior possibilità di difesa che offriva.


Non a caso nel Medioevo il Castello di Borzano faceva parte dello scacchiere difensivo di Matilde di Canossa. Nelle vicinanze della cappella dell’antica fortificazione, nel 1999, sono state rinvenute 23 tombe scavate nel gesso, datate (secondo l’analisi al radiocarbonio) al VII-VIII secolo dopo Cristo.

Secondo Giuseppe Ligabue, presidente per 30 anni del Gruppo Archeologico di Albinea ed autore di un libro sulla storia del comune reggiano (‘…Curtem de Albinea cum plebe – la storia del feudo e della pieve di Albinea nei secoli‘, edizioni Tecnograf, Reggio Emilia), ”si tratta probabilmente della sepoltura di soldati berberi al soldo dei bizantini per combattere i longobardi”.

I reperti, tra cui spicca un’elegante meridiana da viaggio, si possono ammirare nella sede del centro di Educazione ambientale dei Gessi messiniani.
L’area infatti è all’interno della zona di Rete Natura 2000 che tutela gli affioramenti gessosi di cui il territorio di Albinea è ricco. Proprio tra i gessi si trova la ‘tana della Mussina’, una grotta sepolcrale dell’epoca del bronzo. ”Qui – racconta Ligabue – sono stati trovati resti umani e utensili dei contemporanei di Otzi, l’uomo di Similaun, riemerso dai ghiacci sulle Dolomiti di Bolzano”.

Per visitare la necropoli e la grotta: 0522/597387 o 339/7106777.
















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