Il mercato immobiliare, anche a Bologna, cominciano a registrarsi le “prime avvisaglie di indebolimento”. Lo rivela Nomisma presentando il rapporto sulla congiuntura immobiliare nel
2007 e le previsioni per il 2008. “Le percezioni degli operatori riguardo al settore immobiliare bolognese – sostiene il rapporto – non sono ad oggi ottimistiche per quanto riguarda il prossimo
futuro”.
Un fenomeno dovuto “al pessimismo generale che permea i mercati senza distinzione tra maggiori e minori”, ma soprattutto alla maggiore debolezza rilevata complessivamente nel 2007 rispetto alla prima parte dell’anno, “in cui Bologna era rimasta
in parte al riparo dal diffuso raffreddamento dei mercati”.
Questo ha intimorito gli operatori – spiega Nomisma – tanto da far maturare previsioni che per Bologna “indicano nel complesso una
lieve flessione, con situazioni diffuse di più marcata difficoltà”. A rischio soprattutto il settore delle abitazioni e degli uffici, mentre c’è maggiore incertezza per quanto riguarda
immobili commerciali e industriali. Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma, parla ai giornalisti di possibili “difficoltà consistenti”, riportando un “pessimismo generalizzato” sia rispetto al volume delle compravendite che
all’andamento dei prezzi.
Il trend è cominciato nello scorso anno. Nei primi mesi del 2007 il mercato bolognese è rimasto stabile, ma sono iniziati i segnali negativi: domanda di acquisto e vendita in calo,
allungamento dei tempi per le transazioni, riduzione dei rendimenti da locazione causata dal prolungato rallentamento nella crescita dei canoni. E nel secondo semestre, aggiunge
Nomisma, “la dinamica si è indebolita ulteriormente”. Il calo nel numero di compravendite – spiega Daniela Percoco – è stato tra il nove e il 10%, “in linea con le grandi città”.
Per quanto riguarda le sole abitazioni,
le cose sono andate meglio rispetto al panorama nazionale.
“Bologna è stata l’unica delle città del nord presenti nel campione – si legge nel rapporto – a presentare un saggio di crescita semestrale dei prezzi pressochè immutato (2,4%) rispetto a quello del semestre precedente”. Tra le altre grandi città, ciò si è verificato solo a Bari, Cagliari e Caserta. Un dato che conferma la frenata rispetto agli anni di maggior
espansione: “Dal 2005 infatti il rallentamento della crescita è stato costante, passando da incrementi annui del 6,3% al 4,7% in
due anni”. Peggio il mercato degli affitti, “con canoni fermi ai livelli raggiunti nel 2005”, e cioè 117 euro al metro quadrato per anno. Dopo Venezia, “il capoluogo emiliano presenta da anni
la minore redditività del campione delle città maggiori”. In aumento (da 8,9% a 9,6%) lo sconto medio, cioè la differenza tra il prezzo iniziale di una casa e quello a cui viene venduta, che
però rimane più basso rispetto alla media delle altre grandi città
Cresciuto anche il tempo necessario per la compravendita (cinque mesi e mezzo contro i cinque della media nazionale), tanto che “Bologna presenta i tempi piu’ lunghi nei 13 maggiori
mercati”.
Passando agli uffici, i canoni “hanno registrato nuovi rialzi con buono slancio rispetto alla media nazionali”, nonostante un rallentamento dal 4,2% al 3,9% rispetto all’anno precedente.
Riguardo ai negozi, le compravendite sono calate e i contratti di locazione sono rimasti stabili, con “rendimenti da locazione che hanno continuato ad essere bassi rispetto alla media dei
mercati”.
Infine, i capannoni industriali: nell’ultimo anno
l’offerta è cresciuta, “mentre la domanda, in flessione nel 2006, si è stabilizzata” sia per l’acquisto che per l’affitto.
Sempre rispetto allo scorso anno, Nomisma ha rilevato questi prezzi al metro quadrato per
acquistare una casa sotto le Due Torri: tra i 4.480 e i 6.000 euro nelle zone “di pregio”, tra i 4.009 e i 5.240 euro in centro, tra i 2.550 e i 3.300 euro in periferia. Le zone della città in cui il mercato è più dinamico sono il centro, Costa-Saragozza e Murri-Mazzini.
Le più stagnanti, invece, risultano San Donato, Bolognina e Borgo Panigale.