Terminati i lavori di ristrutturazione del Centro di Permanenza Temporanea e Assistenza (CPTA) di via Mattei, il Garante dei diritti delle persone
private della libertà personale del Comune di Bologna, avvocato Desi Bruno, dopo l’ultima visita di sabato scorso al Centro, dichiara quanto segue.
“La situazione di vivibilità interna può considerarsi nettamente migliorata, sia da un punto di vista strutturale sia per l’aumento delle
risorse destinate al Centro, pur in assenza della preannunciata riforma della legge sull’immigrazione, che avrebbe dovuto sancire il superamento di questi luoghi, e che si auspica possa trovare ingresso nella prossima
legislatura.
I lavori di ristrutturazione sono praticamente conclusi, la struttura è più idonea alla permanenza di persone, sono stati eliminati filo spinato e altri offendicula per i trattenuti in fuga, le camere e gli spazi esterni sono stati ripuliti, imbiancati e ampliati, con eliminazione di cancelli e grate nei cortili e nei corridoi.
Agibile il grande campo sportivo, che potrebbe essere utilizzato quotidianamente, come richiesto dalle persone trattenute, e che invece continua ad essere usato inspiegabilmente un solo pomeriggio la settimana.
Ad oggi sono presenti 85 persone (la capienza massima è di 95), 45 uomini e 40 donne, che vivono in reparti separati, dotati di mense autonome.
Per la prima volta sono presenti in numero consistenti cinesi (9 uomini e 5 donne) a fianco alle provenienze ormai consolidate (Marocco, Albania, Tunisia).
Il progetto sociale del CPTA (Ente gestore La Misericordia) prevede la presenza di 5 mediatori culturali (l’ultimo arrivato è cinese), 13 medici
e 7 infermieri, con assistenza sanitaria continua, lo sportello di ascolto psicologico, gruppi di auto-mutuo aiuto, sportello di informazione legale, sportello per i diritti umani delle donne vittime della tratta,
CGIL per il recupero dei crediti di lavoro, laboratori creativi, tutti gestiti da cooperative sociali e associazioni, con il contributo di Comune
e Provincia, e in coordinamento con l’Ufficio del Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Bologna.
E’ presente una biblioteca che sta ricevendo libri da molte realtà cittadine, in particolare dall’Università di Bologna, dalla biblioteca Sala
Borsa e dal mondo del volontariato.
Il clima all’interno è migliorato, proprio per la maggiore attenzione alle persone, a riconferma della necessità del coinvolgimento anche del
territorio, delle istituzioni e delle associazioni, in una ottica di riduzione del danno di quella che resta una condizione di privazione della libertà personale prima dell’allontanamento dall’Italia. Negli ultimi mesi
a Bologna non vengono segnalati episodi di violenza e tentati suicidi.
Permangono criticità: un terzo della popolazione maschile continua a provenire dal carcere, nonostante sia stata emanata una circolare che doveva evitare questo passaggio alle persone detenute che devono essere espulse; ancora numerose sono le persone presenti che hanno avuto il diniego del permesso di soggiorno, spesso per avere perduto attività
lavorativa, e che quindi erano regolari sul territorio italiano, a volte presenti da molti anni e che verranno rimandati in paesi nei quali non hanno nessun punto di riferimento.
Si tratta di una delle situazioni che richiedono un urgente mutamento normativo per la gravità delle conseguenze che l’espulsione comporta.
Sono presenti due ragazzi che riferiscono di essere minorenni, uno dei quali peraltro proveniente dal CPT di Modena, dove ha tentato il suicidio, per i quali sono in corso accertamenti sull’età.
Peraltro proprio con riferimento ai minori, di cui è vietata la permanenza al centro, la riforma della legge sull’immigrazione prevede che se
permangono dubbi sull’età, anche a seguito di accertamento medico-sanitario, si applicano le norme sui minori.
L’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale ha chiesto alla Provincia di Bologna di organizzare corsi di
formazione per operatori del CPT, per migliorare le conoscenze di chi lavora a contatto con la popolazione immigrata”.