Sindacati e associazioni imprenditoriali per la prima volta coinvolti nel promuovere direttamente tra i loro associati le opportunità proposte dalla legge 53/2000 che prevede il finanziamento di progetti in materia di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. È questa la maggiore novità introdotta dal Protocollo d’intesa per la promozione di politiche integrate per la conciliazione sottoscritto giovedì 17 gennaio dalla Provincia di Modena, dalle Consigliere di parità provinciali, dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni di categoria.
«Finora sindacati e imprenditori sono stati destinatari di azioni di informazione, formazione e promozione sulle possibilità della legge 53 messe in atto dalla Provincia. Ora invece, con la loro collaborazione, il dialogo si trasferirà sui luoghi di lavoro dove il confronto tra gli interessati può facilitare la sperimentazione di nuove forme organizzative per conciliare tempi di vita e di lavoro» spiegano i promotori dell’iniziativa tra i quali gli assessori provinciali Gianni Cavicchioli (Lavoro), Palma Costi (Pari opportunità) e Silvia Facchini (Formazione).
Per il 2008 il ministero della Famiglia, titolare dell’attuazione della legge 53 e in particolare dell’articolo 9, che prevede appunto la possibilità di finanziare le aziende che sperimentano e attuano progetti per facilitare la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, ha messo a disposizione 40 milioni di euro sull’intero territorio nazionale, con un limite massimo di 1 milione di euro a progetto.
«Un’opportunità importante, visto che la spesa media per progetti di questo tipo nelle aziende modenesi – spiegano i promotori – si aggira sui 200 mila euro. E ancora più importante per il fatto che la sottoscrizione di protocolli d’intesa come il nostro costituisce criterio di priorità nella valutazione dei progetti presentati».
Le azioni finanziabili riguardano in particolare la flessibilità dell’orario e dell’organizzazione del lavoro; la formazioni dei lavoratori al rientro da periodi di congedo; la sostituzione dell’imprenditore e del lavoratore autonomo; interventi per favorire il reinserimento e la formazione di lavoratrici e lavoratori con incarichi di cura. Tre all’anno i termini di presentazione dei progetti: entro il 10 dei mesi di febbraio, giugno e ottobre.
15 i progetti di orario flessibile e telelavoro
Fin dal 2003 la Provincia di Modena ha attivato un servizio di consulenza e formazione sui temi della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro che ha coinvolto in prevalenza le parti sociali. A oggi sono 15 i progetti presentati dalle aziende modenesi. I primi sono stati approvati nel 2004 dal ministero del Lavoro (ma dal 2007 la competenza è passata al ministero della Famiglia) e sono diverse per tipologia e dimensione le aziende che hanno sperimentato una nuova organizzazione aziendale per andare incontro alle esigenze dei propri dipendenti. Tra queste ci sono la Zadi, azienda meccanica carpigiana, che per prima ha introdotto l’orario flessibile personalizzato coinvolgendo l’intero organico di 190 dipendenti, e ha attivato un progetto di telelavoro per un neopadre. Orari di lavoro personalizzati, come ingresso e uscita ritardati o anticipati e orario continuato o spezzato, sono stati adottati anche dalle cooperative Domus assistenza, per cinquanta dipendenti donna, e Aliante, e dalla Sincretech, piccola impresa del settore informatico che, su un totale di dieci dipendenti, ne ha coinvolti cinque sperimentando anche la sostituzione della titolare per maternità.
Per informazioni: assessorato provinciale alle Politiche del lavoro, tel. 059 209064.


