E’ finito in carcere un mediatore immobiliare, P.E., 55 anni, parmigiano, che, secondo le indagini dei Carabinieri del Nas di Parma, ha circuito una donna di 40 anni, G.M. di Reggio Emilia, affetta da un grave psicosi depressiva, inducendola ad acquistare un appartamento dopo averle fatto accendere un mutuo.
Secondo l’accusa, P.E., titolare di una importante agenzia, avrebbe fatto risultare la vittima come infermiera dell’ospedale Maggiore di Parma, falsificando buste paga, dichiarazioni dei redditi e carta d’identità , e facendole ottenere con questa documentazione un mutuo trentennale da 125.000 euro nella filiale della Banca di Roma.
Ottenuta la somma, il mediatore ha fatto acquistare alla sua vittima un appartamento da 90.000 euro nel reggiano.
L’inganno è stato scoperto quando l’Azienda ospedaliera di Parma ha ricevuto dalla banca la richiesta dell’accredito dello stipendio di G.M., che ovviamente non figurava tra i suoi dipendenti. E’ stata fatta la segnalazione ai Nas che con una indagine di poche settimane coordinata dal pm Anna Ferrari, hanno accertato i reati di truffa, falso e circonvenzione di incapace per i quali il gip Paola Artusi ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del mediatore.
L’uomo, secondo i carabinieri, si è tenuto i 35.000 euro di differenza – tolte le spese notarili – tra il mutuo e il prezzo dell’acquisto.
L’appartamento sarà messo all’asta dalla banca di Roma. G.M. che percepisce una modesta pensione d’invalidità , é in cura in un centro di salute mentale del reggiano.
