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Capodanno: le tavole più povere degli ultimi 10 anni

I consumi hanno fatto registrare un calo del 4% rispetto allo scorso anno.
Il caro-prezzi, pero’, ha fatto lievitare la spesa degli
italiani che per imbandire le loro tavole per le feste, pur
consumando di meno, hanno sborsato poco piu’ 6 miliardi di
euro, il 6,5 per cento in piu’ nei confronti dell’anno
precedente. A rilevarlo e’ la Cia-Confederazione italiana
agricoltori la quale sottolinea la flessione ha interessato
generi come il pane, la pasta, il latte e i sui derivati, gli ortofrutticoli e la carne.


A tavola anche
quest’anno ha vinto la tradizione e soprattutto il “made in
Italy”. Carni, pesce, insaccati, vino e spumanti. Specialmente
per questi ultimi il calo dei consumi non si è riscontrato, con
oltre 80 milioni di bottiglie, nella stragrande maggioranza
nazionali, con Asti e Prosecco in testa.



Tra le carni e gli
insaccati sono stati preferiti pollo e tacchino, maiale, cotechini e zamponi che, visti i rincari,
anche in questa occasione sono stati preferiti ad ostriche,
caviale e salmone. Oltre ai tradizionali dolci
(panettoni, torroni, pandori), i cui acquisti sono scesi di un
5-6 per cento rispetto allo scorso anno, nei menu’ delle feste
di Natale e di fine anno hanno trovato spazio i prodotti tipici
e di qualita’.


Oltre a pane, pasta e latte, l’altra
nota dolente ha riguardato gli acquisti di prodotti
ortofrutticoli che – dice la Cia – anche in questo periodo
festivo hanno fatto registrare un calo del 6 per cento rispetto
all’anno precedente. Una flessione che conferma la tendenza al
ribasso che si e’ protratta per l’intero 2007.



Sempre nel settore
ortofrutticolo, anche altre “voci” hanno avuto un aumento
negativo. Si tratta della frutta secca (noci, nocciole e
mandorle), che hanno segnato una flessione nelle vendite di
circa l’8 per cento) e dei legumi (lenticchie e fagioli in
testa), scesi del 3,5 per cento per cento. Fortemente negativo
pure il trend dei consumi di frutta esotica (tanto ricercata
negli anni passati): ananas, avocado, banana, mango, che hanno
avuto una diminuzione superiore al 25 per cento.



Per i vini,
soprattutto quelli rossi, sono state, invece, feste all’insegna
della crescita, sia pur lieve. Tra Natale e Capodanno si sono
stappate 155 milioni di bottiglie, il 95 per cento di
produzione italiana, con una crescita del 1,3 per cento
rispetto allo scorso anno. Per il vino “made in Italy” si e’,
comunque, registrato anche un forte exploit nelle vendite
all’estero.

Le esportazioni sono cresciute, nel periodo
natalizio, di oltre il 13 per cento. Ottimi i risultati
ottenuti negli Usa, ormai divenuto il primo mercato di sbocco
per le produzioni vinicole nazionali.



Per quanto riguarda la scelta degli esercizi dove gli italiani hanno fatto
le loro spese agroalimentari. Secondo quanto accertato dalla
Cia, i nostri connazionali si sono rivolti in prevalenza alla
grande distribuzione commerciale (58 per cento), seguita dai
negozi tradizionali (22 per cento), dai mercatini locali (18
per cento) e da internet (2 per cento).
















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