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Reggio Emilia: schema di bilancio in Giunta

Sei nuove scuole per le fasce 0-6 anni con 450 nuovi posti in nidi e scuole dell’infanzia, più alloggi pubblici andando ad adeguare anche locali sfitti, terza linea minibù, progetti per minori, anziani, disabili e per la coesione sociale, una politica fiscale contenuta che porta Reggio al livello delle altre città della regione, ma con più ampie fasce di esenzione.
Sono alcune tra le linee guida del bilancio 2008, contenute nello schema di bilancio discusso ieri dalla Giunta comunale di Reggio Emilia.


La proposta deliberata dalla Giunta verrà presentata in Consiglio comunale entro la prima metà di gennaio: seguirà il confronto di merito con le parti sociali, le associazioni economiche, le circoscrizioni e cittadini, prima dell’approvazione ai primi di febbraio.

Nel 2008 il Comune di Reggio Emilia prevede di continuare a investire in modo consistente sul patrimonio strutturale, con lavori pubblici pari a 69,7 milioni a cui si aggiungono altri investimenti, per un totale di circa 82,3 milioni: il doppio della somma media di investimento degli scorsi anni, che era attorno ai 40-45 milioni.

Le politiche sociali, scolastiche e di mobilità: alcuni progetti
Si prevede di sostenere ulteriormente la spesa sociale per la coesione, l’istruzione e la formazione, le politiche per la casa: la spesa sociale aumenta per queste voci di circa 6,7 milioni rispetto al 2007, su un totale di circa 50 milioni di euro.
Alcuni esempi nello specifico.
Le politiche per l’istruzione e la formazione prevedono il trasferimento all’Istituzione aumentare da 25 a 26 milioni di euro, al fine di realizzare un programma di ampliamento dell’offerta, considerato l’andamento della natalità. Tale ampliamento prevede la creazione di 450 nuovi posti in nidi e scuole infanzia, con l’apertura di sei scuole nuove.

Riguardo i progetti per il diritto alla casa, si possono enumerare: il fondo per l’integrazione per l’affitto per 1.800 famiglie, lo sgravio Ici per gli affitti a canone concordato (tremila contratti comportano una minore entrata Ici di 300mila euro), il costo di 1 milioni e 350 mila per l’indebitamento annuo per il piano casa. Tra gli interventi: 8 milioni di mutuo per la manutenzione straordinaria e il ripristino di alloggi sociali sfitti, 2,4 milioni di mutuo per la residenza per anziani a Villa Ospizio.
Il fondo per la non autosufficienza permetterà nuove politiche per anziani e per disabili. L’assistenza domiciliare risulterà passare dal 2006 al 2008 da 29mila a 40mila ore di assistenza per gli anziani, e raddoppierà anche per i disabili. Un impegno straordinario verrà rivolto ai minori e agli adolescenti, così come ai progetti di integrazione.
Tra le politiche per la mobilità, è prevista la realizzazione della terza linea minibù.

La politica fiscale: Ici invariata, adeguamento Irpef, ampie esenzioni
Rispetto al 2007, rimangono invariate tutte le aliquote Ici. Quindi, l’abitazione principale al 5,8 per mille, con una detrazione di 128 euro, le aree fabbricabili al 7 per mille, le case sfitte da almeno due anni al 9 per mille.
In forza delle norme previste dalla Finanziaria 2008, vi sarà una riduzione dell’ammontare Ici da pagare da parte dei cittadini, che produrrà per le 46mila famiglie reggiane un risparmio medio di 70 euro. Tenendo conto, inoltre, delle ulteriori detrazioni già previste nel 2007 e confermate dal Comune di Reggio per il 2008 (pensionati sopra i 60 anni a basso reddito, famiglie con più di due figli, famiglie con figli diversamente abili) sono 1.200 le famiglie che non pagheranno l’Ici.
Il Comune di Reggio nel 2007 aveva confermato l’aliquota Irpef nella misura dello 0,2% con un gettito di 4,4 milioni. Al fine di raggiungere gli obiettivi previsti di investimento e di spesa sociale, e così come previsto nell’accordo con i sindacati in sede di concertazione del bilancio 2007, la giunta porterà in consiglio comunale una
una proposta di aumento su due opzioni: aumentare dello 0,2% l’addizionale comunale all’Irpef (pari a un gettito di circa 4,4 milioni) portando quindi l’aliquota a 0,4%, fermo restando le esenzioni per i redditi fino a 7.500 euro; oppure aumentare l’aliquota dallo 0,2 allo 0,5 con esenzione dei redditi fino a 15mila euro. In questo caso, su 94mila contribuenti, circa 30mila contribuenti risulterebbero esentati.

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