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Morti sul lavoro, dopo la tragedia di Torino Draghetti scrive ai sindaci

Trasmettiamo in allegato la lettera che la presidente della Provincia Beatrice Draghetti ha inviato oggi ai sindaci del territorio in merito agli
infortuni sul lavoro che, dopo la ragedia di Torino, continuano a rappresentare un’emergenza per tutto il Paese.


Ai Sindaci
della provincia di Bologna

Caro Sindaco,

la profonda emozione suscitata dalla strage sul lavoro avvenuta a Torino nella acciaieria Thyssen Krupp ha nuovamente sollevato l’attenzione sulla emergenza sociale e civile derivante dagli infortuni sul lavoro.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sin dall’inizio del suo mandato, ha fatto appello al mondo imprenditoriale, alle Istituzioni e alle Organizzazioni Sindacali esprimendo l’esigenza di tenere alta la guardia e di operare per debellare questa grave piaga che affligge il nostro Paese, le nostre comunità e tante famiglie di lavoratori.
E’ del tutto inaccettabile che il lavoro, tutelato in tutte le sue forme dalla nostra Costituzione, da fonte di reddito e di riconoscimento personale e sociale possa diventare causa di menomazioni fisiche o addirittura di morte.
Anche nel nostro territorio provinciale sono assai numerosi gli infortuni: 27 lavoratori deceduti sul lavoro nel 2004, 30 nel 2005, 29 nel 2006 e 13 nei primi nove mesi del 2007.
18.500 sono gli infortuni complessivi al 30 settembre del 2007 (30.000 nel 2004, 29.640 nel 2005 e 28.930 nel 2006).
Il Governo Prodi e il Parlamento hanno affrontato questo problema con importanti provvedimenti di legge, mentre entro qualche mese dovrà essere varata una riforma dell’attuale normativa per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori.
Sono anche stati aumentati gli organici degli Ispettorati del Lavoro e altre risorse saranno destinate per l’obiettivo di migliorare le azioni di prevenzione e di repressione delle violazioni delle norme in materia.
Tuttavia è indispensabile una attenzione di tutti: in primis delle imprese, ma anche di tutti i cittadini, dei lavoratori e delle Istituzioni, comprese quelle locali.
L’esperienza, in corso in molti dei nostri Comuni, che va sotto il nome di “Cantiere vigile” e che vede la polizia municipale segnalare alle AUSL e all’Ispettorato del Lavoro ogni anomalia riscontrata nei cantieri edili (personale irregolare o in nero, mancanza delle protezioni contro gli infortuni ecc.), costituisce un esempio di come si possa tutti insieme lavorare per debellare un fenomeno che ha costi sociali troppo alti e intollerabili.
Vi invito anche in questa circostanza drammatica ad attivare tutte le iniziative opportune per raggiungere l’obiettivo della massima sicurezza sul lavoro, profilo qualificante e indispensabile di un Paese civile.
Con viva cordialità.

Beatrice Draghetti

















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