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Firmato’ ‘Patto” autoriforma tra Regione, Province, Comuni, Comunità montane

Regione, Province e Comuni insieme per qualificare e dare più efficienza al sistema di governo regionale e locale dell’Emilia-Romagna.


E’ questo l’obiettivo del “Patto interistituzionale per l’auto-riforma dell’amministrazione, la razionalizzazione delle funzioni, il riordino istituzionale” sottoscritto oggi a Bologna dal presidente della Regione Vasco Errani, dal presidente dell’Upi Emilia-Romagna Pier Giorgio Dall’Acqua, dal presidente regionale dell’Anci Sergio Cofferati, dal presidente della Legautonomie Gaetano Sateriale e dal Presidente dell’Uncem Giovanni Battista Pasini.
“Con questo accordo – ha spiegato il presidente della Regione Vasco Errani – vogliamo accelerare il processo di autoriforma della pubblica amministrazione, per dare più efficacia ed efficienza allo svolgimento delle funzioni dei diversi livelli di governo, costruendo la dimensione territoriale più adeguata , superando eventuali sovrapposizioni e riducendo i costi. Non è un’operazione demagogica, ma un ‘azione fortemente condivisa che si concretizzerà in provvedimenti legislativi, ove necessario, e in provvedimenti amministrativi per raggiungere entro il 2008 una concreta realizzazione.”
Errani ha sottolineato che il “Patto” rappresenta un ulteriore passo in avanti in una regione già virtuosa nella quale il Bilancio 2008 prevede una riduzione delle spese generali dal 3,4% al 2,9%.
Illustrando l’iniziativa, l’assessore regionale alla programmazione e autonomie locali, Luigi Gilli ha detto “è un’ assoluta novità nel panorama nazionale il fatto che l’Emilia-Romagna determini un percorso di lavoro tale da consentire un’autoriforma della pubblica amministrazione per semplificare la vita ai cittadini”.
Approvato dalla Giunta regionale il 5 novembre scorso, il progetto di auto-riforma punta non solo a un contenimento dei costi, così come previsto dal Patto nazionale siglato a luglio da Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, ma anche a un più generale processo di riordino e riorganizzazione del sistema di governo regionale nelle sue diverse articolazioni, per garantire un recupero di efficienza e di qualità.

Cosa prevede il patto
Più Unioni di Comuni, per erogare servizi più adeguati ai cittadini, contenendo i costi. Il Patto prevede l’incentivazione dei processi di aggregazione delle funzioni tra i Comuni per erogare servizi migliori, in un ambito territoriale ottimale. Attualmente le Unioni dei Comuni in Emilia-Romagna sono 12 e rappresentano, specie per le realtà di piccole dimensioni, la soluzione più adeguata per evitare duplicazioni, sovrapposizioni e realizzare utili sinergie anche sul piano economico. Il patto prevede tra l’altro che con legge regionale alcune funzioni amministrative vengano direttamente poste in capo all’Ente locale associativo.
Il riordino istituzionale riguarda anche la riduzione del numero delle Comunità montane, il contenimento del numero dei componenti delle relative Assemblee e la previsione che l’organo esecutivo sia costituito dagli stessi Sindaci. Viene previsto il divieto di sovrapporre in uno stesso ambito territoriale Unione di Comuni e Comunità montane.
La riorganizzazione riguarda il sistema delle partecipazioni societarie, degli enti pubblici sub regionali e del sistema amministrativo. In particolare gli organismi strumentali della Regione e degli Enti locali che operano nel campo dei servizi pubblici. Ad esempio gli ATO, le Agenzie di trasporto pubblico locale, i Consorzi di bonifica e le Acer. In tutti questi casi la riorganizzazione non è solo legata a obiettivi di contenimento dei costi, ma anche all’individuazione di ambiti più adeguati di intervento.
Più efficienza, più trasparenza, più partecipazione nei processi decisionali. Ma partendo dal basso, con un processo di autoriforma che muova dai Comuni stessi, con il coordinamento della Regione. Selezionando le “buone pratiche”, testandole sul campo, e poi mettendole a sistema. Il Patto compie in questo caso una vero e proprio capovolgimento di prospettiva e prende atto delle difficoltà che fino ad oggi hanno incontrato i processi di riforma della pubblica amministrazione concepiti a posteriori su procedure già codificate. Nuovi assetti organizzativi dunque per semplificare e innovare gli iter amministrativi a favore dei cittadini, sul modello di quello che è stato realizzato dal Comune di Reggio Emilia a favore delle imprese.
















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