E’ davvero notevole l’entusiasmo col quale tutti i soggetti coinvolti stanno registrando l’accresciuto impegno delle Forze dell’Ordine a
contrasto del lavoro nero ed irregolare nel settore dei pubblici esercizi.
Sono condivisibili tutte le affermazioni fatte, compresa quella che il lavoro nero produce concorrenza sleale, danneggiando gli imprenditori seri e rispettosi delle regole.
Andrebbe aggiunto che il lavoro nero non può che influire negativamente anche sulla qualità dell’offerta, portando spesso scarsa qualificazione e sovente il mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Proprio per evitare il diffondersi di una immagine negativa di tutta la ristorazione modenese diventa indispensabile che vengano resi pubblici i nomi dei pubblici esercizi nei quali sono state riscontrate irregolarità
nei rapporti di lavoro e non solo.
I cittadini modenesi hanno il diritto di sapere se il ristorante dove lasciano 150 euro e la pizzeria dove ne lasciano 10, sono in regola con le
normative in materia di lavoro, igiene e sicurezza.
Gli Organi Ispettivi debbono poter rendere pubblici i nomi dei locali dove le irregolarità hanno portato alla chiusura amministrativa, ma che pagando una piccola multa hanno immediatamente riaperto.
Le Associazioni dei Datori di Lavoro debbono espellere le imprese che in forma reiterata utilizzano lavoratori in nero.
Questo sì sarebbe un concreto e straordinario deterrente al lavoro nero ed irregolare in bar e ristoranti, tutelando al contempo gli operatori onesti e dando grande visibilità al lavoro degli Enti Ispettivi.