«Quarantasei dipendenti della ceramica Biztiles di Finale Emilia accederanno alla cassa integrazione straordinaria mentre è prevista la mobilità volontaria con contributo economico per i rimanenti. I dipendenti della ceramica verranno inseriti a cura della Provincia in un programma di formazione per accompagnarli al ricollocamento, probabilmente in altri settori visto che lo stabilimento sarà definitivamente chiuso».
Lo ha annunciato Gianni Cavicchioli, assessore provinciale al Lavoro, rispondendo in Consiglio a un’interpellanza presentata da Ivano Mantovani e Franca Barbieri del gruppo Ds-l’Ulivo e da Elena Malaguti (Margherita-l’Ulivo) in merito allo stato di crisi dell’azienda finalese e alla sorte dei dipendenti.
Secondo Enrichetta Annovi (Forza Italia) «non è solo il comparto ceramico a essere in sofferenza a Finale, ci sono altre aziende, per esempio nella maglieria, che stanno pensando di cessare l’attività con il contributo di questo Governo che affossa le aziende e il lavoro». Dello stesso parere anche Luca Caselli (An) che ha aggiunto:«Avere una ceramica in Italia costa troppo: si delocalizza per non morire. Sassuolo per esempio senza strade soffoca, e quando si farà la Cispadana molte aziende si trasferiranno nel polo di Finale».
Stefano Lugli (Prc) dopo aver dichiarato che «nel piano regolatore di Finale è previsto un milione di metri quadri a espansione produttiva vincolata alla ceramica ma a più di sette anni dall’approvazione ci troviamo senza ceramiche e senza altre aziende» ha ampliato il discorso alla situazione dell’intera area e alla riconversione dello zuccherificio in centrale termica: «Un risultato modesto rispetto alle risorse messe a disposizione. Gli ettari coltivati passano dai novemila di prima ai tremila di adesso per il sorgo che tra l’altro ha un minore indotto. Negli ultimi anni l’agricoltura ha perso duemila posti di lavoro e questo progetto non dà una risposta sufficiente. Infine: l’impianto parte se la sperimentazione funziona, ma in caso contrario cosa ce ne facciamo della riconversione?»
Nella replica conclusiva Ivano Mantovani si è augurato che «la cassa integrazione sia solo un tempo tecnico per arrivare a una soluzione».
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