Uno dei modi più autentici e suggestivi per scoprire l’ambiente di montagna è quello di percorrerlo a cavallo. Dal confine con la provincia di Parma e fino al Bolognese si snoda per circa 230 km un’ippovia che attraversa l’estremità meridionale del territorio reggiano e modenese: questa è la parte centrale della Grande Ippovia Regionale, che il GAL ha scelto di valorizzare investendo 200 mila euro nella sua riqualificazione.
Ora è tutto pronto e dalla prossima primavera i cavalieri avranno a disposizione nelle due province nuovi ed articolati itinerari completamente attrezzati per sperimentare un contatto diretto con la natura, attraversando antiche vie percorse nei secoli da viaggiatori e pellegrini.
Ampliamento e sistemazione dei sentieri per migliorarne la percorribilità in alcuni tratti, realizzazione di palizzate di sostegno con la tecnica dell’ingegneria idraulica naturalista, inserimento di apposita segnaletica (l’intero percorso dell’Ippovia è stato segnalato sul territorio con i colori giallo e azzurro). Questi sono i principali interventi del GAL, ormai completamente conclusi, sulle due tratte e le rispettive varianti. Ma non è tutto, infatti il GAL ha anche insieme al parco del Frignano, riadattato i rifugi di Capanna Tassone i Taburri e Piana di Rotari, dove cavalli e cavalieri possono sostare e ristorarsi. Inoltre, sono state realizzate le cartine dei due percorsi, disponibili presso il GAL stesso o gli uffici turistici del territorio.
Il GAL ha realizzato anche un video promozionale che presenta in particolare la tratta modenese e reggiano dell’ippovia: viene utilizzato per promuovere sul territorio questo circuito esteso e ricco di proposte di accoglienza e sosta.
Il circuito equestre del tratto reggiano scorre sul versante nord del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, l’ex “Parco del Gigante” e annovera vette che superano i 2.000 metri come il monte Cusna e l’Alpe di Succiso.
Il percorso modenese si snoda da Piandelagotti, sul confine reggiano, porta occidentale del Parco Regionale del Frignano (Alto Appennino Modenese), attraversando le terre matildiche della Badia di Frassinoro per raggiungere Ospitale, antico ricovero dei pellegrini sulla via Romea nel comune di Fanano.
Gli itinerari non presentano particolari difficoltà, fatta eccezione per brevi punti adeguatamente segnalati, e sono costellati da luoghi da scoprire e da punti sosta, agriturismi, rifugi, strutture attrezzate in cui i cavalieri possono trovare ristoro e riposarsi in pieno relax.
“Sia il percorso modenese che quello reggiano sono polifunzionali: oltre che dagli appassionati di ippica sono fruibili dai bikers, da chi fa trekking e in qualche tratta anche da chi fa sci di fondo” – spiega Gualtiero Lutti, direttore del GAL – “Sulla cartografia che abbiamo predisposto si trova segnalato il tracciato principale in blu e le varianti in giallo, oltre a tutti i punti di appoggio e i servizi a cui rivolgersi. Ciò è stato reso possibile grazie alla collaborazione dei Parchi del Frignano e dell’Appennino Tosco Emiliano e alla consulenza tecnica dell’associazione sportiva Ante per la progettazione del percorso, il coofinanziamento delle Provincie di Modena e Reggio Emilia nonché di diversi comuni del territorio, in particolare il comune di Fanano dove si è reso necessario un intervento rilevante sia dal punto di vista economico che ambientale”.
“Questa infrastruttura consegna al territorio un nuovo strumento per la fruizione turistica e lo sviluppo del nostro Appennino – afferma Luciano Correggi, presidente del GAL. Ci auguriamo che il contributo del GAL porti a una fruizione integrata del territorio, che coinvolga le associazioni sportive, ma soprattutto gli operatori economici, affinché l’ippovia sia soprattutto uno strumento utile per sviluppare l’ospitalità”.
La tratta reggiana
Il percorso reggiano è costituito da tre tratte (60 Km) e tre varianti che si estendono complessivamente per circa 148 Km.
Provenendo dal parmense, la prima tappa reggiana si trova a Succiso Nuovo, presso l’agriturismo Valle dei Cavalieri, attrezzato per ospitare anche i cavalli; da qui si parte per l’attraversamento vero e proprio percorrendo la seconda tappa, Succiso Nuovo – Passo di Pradarena, fra le più belle in assoluto dell’Ippovia regionale, tramite i Passi della Scalucchia, dell’Ospedalaccio, del Cerreto e di Praderna, con alloggio anche per i cavalli presso l’Albergo Ristorante Carpe Diem. La terza tratta, Passo di Praderna – San Geminiano, offre opportunità di sosta e luoghi suggestivi da vedere, come il Rifugio Battisti dal quale si può ammirare lo splendido panorama della Valle dell’Ozola, il Rifugio Segheria dell’Abetina Reale, un complesso di strutture fino a non molti anni fa adibito a segheria che conserva un fascino del tutto particolare, con possibilità di vitto e alloggio per i cavalieri e di ricoveri al coperto per i cavalli. Proseguendo verso San Geminiano il sentiero sale ancora in quota e dal crinale si possono ammirare, in giornate senza foschia, scorci di Alpi Apuane.
Le varianti al percorso principale sono tre e molto interessanti per il cavaliere:
1. Succiso Nuovo – Cucciola – Pratizzano – Montemiscoso
2. Passo di Pradarena – Rescadore – Rifugio Abetina Reale
3. Passo di Pradarena – Ligonchio – Rifugio Bargetana.
La tratta modenese
Il percorso modenese è costituito da due tratte (55 Km) e due varianti che si estendono complessivamente per circa 80 Km.
La prima tappa dell’Ippovia modenese parte dalla località Prati Fiorentini, detti i prati di S.Geminiano, e arriva a S.Michele di Fiumalbo, coprendo una distanza di circa 25 km. Sia alla partenza, dove s’innesta nel territorio modenese l’ippovia che giunge dall’Appennino reggiano, sia all’arrivo della tappa, sono presenti due punti sosta attrezzati per il ricovero dei cavalli.
La seconda tappa parte da S.Michele, attraversa le pendici del Cimone e arriva a Ospitale attraverso una tratta sistemata proprio grazie all’intervento del GAL tra il Cimoncino e la borgata dei Taburri. Il percorso tocca le spettacolari cascate del Doccione per poi passare dalla valle di Fellicarolo a quella di Ospitale, dove si trova il punto tappa finale dell’azienda agrituristica Il Feliceto.
Alla seconda tratta sono collegate due varianti: quella di Pian Cavallaro (da San Michele al Lago della Ninfa) è consigliata a cavalieri esperti, mentre la seconda, dal Lago della Ninfa a La Palazza, non presenta difficoltà di rilievo.