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Sassuolo: Consiglio comunale e indagine sullo sport giovanile

Numerose interrogazioni sono state discusse nel Consiglio comunale di martedì 20 novembre.

La prima, con un’inversione rispetto all’ordine del giorno, era ad opera di Mario Cardone del Gruppo Misto e riguardava la destinazione del 5 per mille al Comune di Sassuolo e più in generale questioni riguardanti anche l’8 per mille.

Cardone ha manifestato il suo stupore e disappunto per lo scarso contributo che i cittadini sassolesi hanno voluto assegnare al Comune per attività sociali, come previsto dalla legge finanziaria, esplicitando la propria scelta di assegnazione del 5 per mille.
Solo poco più di mille cittadini per un totale raccolto intorno ai 23mila euro, dati, come ha sottolineato Cardone, inferiori a quelli di Comuni come Carpi, Vignola, Castelfranco. Cardone ha anche manifestato il suo disaccordo con le scelte della nuova legge finanziaria, che oltre ad escludere i Comuni dai possibili destinatari, sembra prevedere un tetto massimo per la destinazione di queste aliquote. Ha chiesto che il consiglio comunale si faccia promotore di un documento in cui richieda al governo di rendere la norma per l’assegnazione del 5 per mille stabile e libera, senza esclusioni o tetti massimi.
Ha trattato brevemente anche il tema dell’8 per mille alla chiesa, sottolineando l’anomalia giudicata impropria per uno stato laico, per cui la scelta consapevole di assegnazione dell’aliquota viene effettuata dal 39,52% dei cittadini: di questi il 35 per cento sceglie la chiesa cattolica, che però alla fine raccoglie in misura percentuale anche i fondi non destinati con scelta esplicita fino all’89 per cento finale.
Il sindaco Pattuzzi ha replicato riguardo al 5 per mille assegnato al Comune, ricordando che all’epoca della norma ci si interrogò in giunta su questa novità, scegliendo di dare informazione complessiva delle varie possibilità riservate al cittadino, includendo fra queste la facoltà di sostenere le attività sociali del Comune, con pari dignità, nella comunicazione inviata a tutte le famiglie, rispetto agli altri possibili beneficiari.br>
Altri Comuni fecero più pubblicità ottenendo risultati migliori. Pattuzzi si è detto d’accordo con la possibilità di inviare un documento del consiglio al governo nei termini indicati da Cardone, il quale si è dichiarato soddisfatto della risposta.

La seconda interrogazione era di Claudia Severi, Forza Italia, riferita ai focolai di Zanzara tigre registrati nella regione Emilia Romagna e frutto di disagi e preoccupazione anche a Sassuolo. Claudia Severi ha chiesto di sapere quali attività informative e di contrasto abbia messo in atto il Comune di Sassuolo, lamentando a suo parere una insufficiente informazione in merito.
Ha risposto l’assessore all’ambiente Giuseppe Megale, ripercorrendo brevemente le caratteristiche dell’insetto (che proviene dai paesi africani, probabilmente importato con il commercio di gomme usate) e dei problemi che può causare, dall’irritazione cutanea semplice all’allergia fino alla diffusione del virus Chikungunya.
Per diversi anni, ha sottolineato Megale, la zanzara tigre è stata rilevata in zone molto circoscritte del territorio sassolese e gli interventi messi in atto hanno riguardato in particolare attività larvicida nelle caditoie pubbliche e sensibilizzazione dei proprietari privati per evitare la creazione di ambienti che potessero favorire eventuali focolai. La Regione a sua volta ha attivato una campagna informativa che prevede anche un sito internet e un progetto di lotta integrata.
Nel 2007, ha spiegato Megale, la diffusione della zanzara tigre, a causa delle condizioni climatiche favorevoli, è cresciuta molto sul territorio e le attività di contrasto si sono intensificate. Sono stati effettuati interventi larvicidi nelle caditoie pubbliche e nelle aree di scuole e asili (non si interviene di solito sugli adulti, se non come ultima possibilità, per la tossicità dei prodotti che è necessario utilizzare). E’ stata intensificata anche la campagna informativa, con la diffusione di stampati specifici e la pubblicazione delle notizie e delle nozioni da conoscere sul periodico comunale.
Claudia Severi si è dichiarata parzialmente soddisfatta della risposta, riservandosi di verificare l’avvenuta bonifica nei siti indicati.

Al terzo punto il consigliere del Gruppo Misto Gabriele Giovanardi ha interrogato l’assessore alla pubblica istruzione a proposito del molteplice ruolo che sono chiamati a svolgere i presidi degli istituti Formiggini e Baggi di Sassuolo, chiamati anche alla reggenza sulle scuole secondarie di primo grado del territorio. Giovanardi ha ripercorso le vicende che hanno portato alla ristrutturazione dell’offerta di scuola secondaria di primo grado, con la chiusura in passato di alcuni plessi e l’accorpamento di altri. Oggi con questa nuova incombenza, ha detto Giovanmardi, i presidi finiscono per essere non più una figura importante per la scuola come dovrebbero essere, ma assumono un mero ruolo amministrativo. Giovanardi ha chiesto di sapere se si tratti di una soluzione momentanea e se i cittadini e le autorità locali siano informati di questa situazione.
L’assessore alla pubblica istruzione Stefano Cardillo ha risposto ricordando che le designazioni per la scuola dipendono dall’amministrazione dello stato. Le graduatorie dei dirigenti scolastici nel 2007 sono risultate esaurite e si è reso necessario in molti Comuni procedere con questo istituto della reggenza per più plessi. Il Comune di Sassuolo conosciuta la situazione si è adoperato in particolare perché i designati fossero almeno presidi provenienti dalla realtà locale, che conoscessero tutte le scuole di cui andavano ad assumere la dirigenza. Cardillo ha sottolineato la qualità dei presidi designati, che svolgono il loro molteplice ruolo con grande senso di responsabilità.
Giovanardi ha preso atto della situazione dichiarandosi parzialmente soddisfatto, per la conoscenza della situazione da parte dell’amministrazione, non ovviamente per il dato di fatto esistente.

La quarta interrogazione, promossa da Rossano Dallari dei Ds, riguardava l’istituto della cremazione e le possibilità esistenti nel Comune di Sassuolo. La cremazione, pratica antichissima come ha ricordato lo stesso Dallari, ma non riconosciuta dalle principali confessioni religiose per un lungo periodo, è stata in seguito accettata dalla chiesa cattolica ed è risultata sempre più praticata, con una crescita che continua oggi. Una scelta da rispettare, ha sottolineato Dallari, e da condividere per diversi motivi, da quelli urbanistici e logistici a quelli ecologici. Una legge in proposito è stata formulata dallo stato ma è rimasta priva di regolamentazione, ci si basa perciò su leggi regionali, una delle quali promossa dall’Emilia Romagna nel 2004. Dallari ha chiesto quanti cittadini abbiano chiesto la cremazione nel 2006 (è necessaria la richiesta consapevole in vita della persona) e se esistano contributi o agevolazioni per le famiglie, visto che l’operazione è a carico del cittadino.
Ha risposto il sindaco Pattuzzi, confermando che la cremazione è un’opzione sempre più praticata, che a Sassuolo ha raggiunto nel 2006 l’11,8 per cento del totale dei decessi. La domanda se assegnare contributi la giunta se l’è posta, preferendo però agire concretamente e all’atto del progetto di ampliamento del nuovo cimitero urbano, in corso, candidandosi per ospitare un impianto di cremazione. Sassuolo è stata in effetti individuata come referente possibile per l’area sud della provincia e l’impianto è incluso nel progetto riguardante il cimitero nuovo. L’impianto, ha sottolineato Pattuzzi, è una risposta concreta per chi sceglie la cremazione, probabilmente più gradita dello stesso contributo, visto che la tumulazione risulta comunque più costosa. Va anche sottolineato, e il sindaco lo ha fatto, che per gli indigenti l’amministrazione è comunque tenuta a farsi carico delle spese. Infine Pattuzzi ha ricordato che in vista delle disposizioni che consentono lo spargimento delle ceneri (in alternativa possono essere conservate in un’urna dalla famiglia) è stato previsto sempre nel nuovo progetto del cimitero “il giardino del ricordo”, dove sarà possibile appunto disperdere i resti.
Rossano Dallari si è dichiarato soddisfatto della risposta.

La successiva interrogazione, ad opera di Giovanardi e Cardone del Gruppo Misto, riguardava la confisca e macellazione di un gregge di quattrocento pecore. Dichiarandosi favorevoli ai diritti degli animali i due consiglieri hanno chiesto se non fossero possibili, a norma di legge, alternative alla macellazione dell’intero gregge. Cosa è stato fatto inoltre della carne risultante e a quanto ammontasse il valore delle pecore e a quanto la spesa per il loro smaltimento.
Ha risposto l’assessore all’ambiente Megale ripercorrendo una vicenda cominciata oltre un anno fa, con le prime proteste, poi ripetute frequentemente, da parte di residenti e agricoltori della zona di Montegibbio, per la presenza di pecore al pascolo in terreni di proprietà privata ai quali portavano danno, rendendo inservibili le erbe da pascolo per i bovini, arrivando anche ad avvicinarsi alle stalle mettendo a rischio la salute delle mucche. Nonostante i numerosi richiami il proprietario del gregge ha reiterato per più di un anno i comportamenti illeciti, accrescendo anzi il numero dei capi. La situazione è precipitata nell’estate del 2007 e dopo ulteriori controlli e richiami è stato necessario intervenire. Pur essendo per il rispetto fedele della legge, che prevede solo la macellazione, Megale ha chiarito che soluzioni alternative erano state ipotizzate e che allevatori erano stati contattati, rifiutando però di farsi carico delle pecore. Il gregge era in cattive condizioni, il 70 per cento delle pecore non raggiungeva il 50 per cento del peso necessario e il valore era basso. Le carni non sono state quindi utilizzate in nessun modo, ma smaltite, anche perché gli interessati non hanno potuto acquistare nemmeno il 30 per cento utilizzabile, per la presenza dei proprietari al macello di Grosseto, dove la macellazione è avvenuta.
In tutto la confisca e la macellazione hanno richiesto una spesa di 24mila euro.
Cardone si è dichiarato soddisfatto della risposta, chiedendo però un supplemento di documentazione a proposito del lavoro svolto dal servizio veterinario locale su questa vicenda.

L’interrogazione successiva era del consigliere leghista Gian Francesco Menani e riguardava il trasporto pubblico urbano. Menani ha riferito di diverse lamentele, riguardanti in particolare le insufficienti corse della linea B e più in generale, il mancato rispetto degli orari che rende difficile l’utilizzo dei mezzi da parte di studenti e lavoratori. Ha chiesto se sono previsti rimedi e se il servizio sia tuttora sperimentale e fino a quando.
Ha risposto l’assessore Morini, ribadendo il carattere sperimentale e i continui monitoraggi della situazione che vengono effettuati, fino al prossimo 31 dicembre. Morini ha chiarito che rispetto alla situazione preesistente si è trattato di una vera rivoluzione del trasporto pubblico, in un’ottica di rilancio che si legge anche nell’incremento di 108mila km percorsi l’anno (22 per cento in più) e nell’aggiunta di 25 fermate. Un sistema di percorrenza della città tutto diverso e innovativo, che prevede un rendez vous centrale per due percorsi a croce e che si propone di consentire l’attraversamento dell’intera città in un massimo di 30 minuti.
Morini ha evidenziato diversi problemi emersi dalle prime verifiche effettuate insieme ad Atcm e Agenzia per la mobilità, tra cui il rispetto dei tempi appunto sulla linea B e la necessità di creare alcuni percorsi privilegiati in determinate zone della città per migliorare la puntualità dei mezzi e rendere così efficace il sistema del rendez vous centrale.
Ha infine sottolineato che l’Atcm sta provvedendo sempre più di frequente all’utilizzo di mezzi moderni ed ecologici, oltre ai tre in dotazione fin dall’inizio della sperimentazione e che rivedrà l’intero parco mezzi a gennaio 2008.
Insoddisfatto della risposta Menani che ha chiesto rapidi rimedi.

Claudia Severi di Forza Italia ha interrogato la giunta sui risultati e le spese per la Consulta dei cittadini stranieri. Un insuccesso l’elezione dei rappresentanti stranieri secondo la Severi, che ha sottolineato il 17 per cento di affluenza alle urne e chiesto lumi sulle spese sostenute per il voto, per la gestione della consulta e su eventuali contributi da altri enti, per un progetto, ha sottolineato, in cui non credono gli stessi stranieri.
Ha risposto l’assessore alle politiche sociali Susanna Bonettini. La partecipazione dei cittadini stranieri, ha detto, è disposta anche dalle leggi, 203 del 1994, articolo di legge del 1998 sui diritti e doveri dell’immigrato e in successivi regolamenti in cui è richiesto che il Comune promuova l’attività di partecipazione degli stranieri. Susanna Bonettini ha anche fornito alcuni dati aggiornati sulla presenza straniera a Sassuolo: 4697 i presenti, di cui 563 dei paesi e (anch’essi inclusi nella Consulta). Il numero maggiore di presenze è della comunità marocchina, oltre 1800, poi Albania, Ghana, Tunisia, Ucraina. Le donne sono il 43 per cento del totale e 1157 sono i minori, il che significa che in molti casi siamo ormai di fronte a famiglie ricongiunte che hanno scelto di continuare a vivere a Sassuolo.
Per la Bonettini il risultato ottenuto dalla consulta è positivo, in quanto i suoi scopi sono fornire un organo consultivo efficace con cui confrontarsi, sviluppare la partecipazione. La Consulta inoltre interagirà con il Forum dell’integrazione, che include diciotto rappresentanti (come diciotto sono gli eletti stranieri) di organizzazioni italiane che si occupano di integrazione a diverso titolo.
A carico del bilancio di sassuolo la Consulta ha comportato spese per 7553 euro, dedicati alle elezioni e alla proclamazione. Inoltre 2630 euro sono stati spesi per l’acquisto di un programma informatico che resta però a disposizione dell’amministrazione per altre funzioni necessarie. Non ci sono contributi da altri enti e non sono previste spese di gestione in quanto la Consulta è composta da volontari.
Claudia Severi si è dichiarata insoddisfatta della risposta, sottolineando che il dialogo con la popolazione straniera è un dialogo tra sordi e loro stessi non sono interessati alla partecipazione.

Esaurite le interrogazioni, la presidente del consiglio Patrizia Barbolini ha chiesto di procedere alla surroga del consigliere Roberta Cavazzuti dei Ds, che si è dimessa dall’incarico. I successivi aventi diritto, Maria Ferrante e Giorgio Storchi, hanno a loro volta declinato l’invito e subentra invece in consiglio il consigliere Barone, la cui entrata è stata approvata all’unanimità.

Successivamente l’assessore allo sport Carla Ghirardini ha presentato al consiglio la prima parte di un’indagine sulla pratica sportiva a Sassuolo per la fascia 6-11 anni. Altri step dell’indagine riguarderanno le fasce 11-13 e 14-18 anni. Il progetto serviva anche a promuovere un ordine del giorno ad opera dell’Assemblea provinciale dello sport, che riunisce tutti gli enti e le realtà interessate a questa pratica, dedicato allo sport giovanile e al suo benefico effetto sulla salute e sull’educazione dei giovanissimi.
La prima parte dello studio presentato, riguardante appunto i bambini da 6 a 11 anni, è il risultato di un questionario diffuso fra 1282 bambini (652 maschi e 630 femmine), campione altamente rappresentativo della realtà cittadina. Degli intervistati 162 sono stranieri.
Interessanti i risultati, a partire dalla percentuale che svolge una pratica sportiva, che ammonta al 69,7 per cento, in forte aumento (del 6,7 per cento) rispetto ai dati esistenti riferiti al 2000. Fortissima la crescita del numero di bambine che praticano sport, nel 2000 il 50 per cento, oggi il 70 per cento del campione femminile. In crescita anche i maschi.
Gli sport più praticati: il calcio (28 per cento), ma sono molto ben rappresentati anche altri sport tra cui pallavolo (19 per cento), nuoto (17 per cento), danza (12 per cento), ginnastica. Sono fra l’altro numerosissime le pratiche sportive esistenti e praticate, anche in misura minore.
Fra i maschi, il 48,4 per cento pratica calcio.
Fra le bambine la categoria danza e ginnastica rappresenta oltre il 30 per cento del totale, poi vengono la pallavolo (21,8 per cento), il nuoto (22 per cento).
Sui luoghi dove si fa sport, va evidenziato che 134 bambini si spostano fuori dal territorio comunale per trovare gli impianti necessari alla loro attività. Questo accade in particolare per danza e ginnastica che non sono condotte in città da un numero sufficiente di associazioni ma invece da scuole private.
Alla domanda “perché fai sport?” il 61 per cento ha (positivamente) risposto “per divertimento”.
Fra chi non pratica sport un’alta percentuale risponde che non ha chi li accompagni e in particolare che i genitori lavorano fino a tardi (l’assessore ha sottolineato che sempre più società sportive si attrezzano con un servizio di trasporto dei bambini da e verso casa); molti anche coloro che dichiarano di non sentirsi portati, un 10 per cento preferisce i videogiochi o la tv.
Da sottolineare anche che fra i bambini stranieri la percentuale di coloro che non anno nessuna pratica sportiva è sensibilmente più alta, specialmente fra le bambine. L’indisponibilità dei genitori, impegnati al lavoro, è anche in questo caso la motivazione principale, su cui riflettere.

Al termine della presentazione dei dati Carla Ghirardini ha chiesto l’’approvazione di un ordine del giorno ad opera dell’Assemblea provinciale dello sport che sottolinea la necessità dell’impegno di tutti i soggetti interessati per la pratica sportiva dei giovani e giovanissimi, definisce trasversali le politiche per lo sport, ne riconosce il benefico effetto sulla salute e sull’educazione dei ragazzi, si pronuncia anche sulla promozione delle attività della stessa Assemblea provinciale.
A commento dell’indagine e dell’ordine del giorno Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha sottolineato il fondamentale aspetto della disponibilità di impianti, ancora insufficiente a Sassuolo, e la necessità di lavorare per garantire a tutti la pratica sportiva.
Gian Francesco Menani della Lega Nord ha auspicato più risorse per lo sport giovanile rispetto a quelle che abitualmente vengono destinate allo sport di vertice.
Antonio Caselli della Margherita democrazia è libertà ha approvato e sottolineato l’inserimento dello sport giovanile fra le attività di welfare, ne ha ricordato i valori e ha auspicato che si possa lavorare per cercare la soluzione ai problemi di mobilità dei bambini che devono raggiungere gli impianti sportivi.
Fulvio Bonvicini della Margherita Uniti per Sassuolo ha sottolineato il dato dei bambini stranieri e auspicato che si possa fare di più visti i valori dello sport anche a livello di integrazione.

Rocco Capuozzo di Rifondazione Comunista ha sottolineato la carenza di impianti sportivi in città, ne ha attribuita responsabilità a una mancanza di attenzione del pubblico, che spesso demanda ad altri la gestione dello sport. Ha sottolineato per esempio come il calcio si pratichi in particolare negli ambiti parrocchiali, aspetto che risulterebbe deterrente per gli stranieri.

Ruggero Cavani dei Ds ha sottolineato, a fonte dei dati presentati, l’importanza a livello educativo dello sport e la necessità di un’adeguata riflessione sul tipo di sport che proponiamo.
Luca Caselli di Alleanza Nazionale ha sottolineato come i bambini siano molto più corretti nei comportamenti di quanto risultino gli adulti nella pratica sportiva e richiamato la necessità di continuare a trasmettere questo tipo di valori.

Terminata la discussione sullo sport Patrizia Barbolini ha brevemente ricordato che ricorrono quest’anno i 20 anni della Carta dei diritti dell’Infanzia e chiesto al consiglio comunale di impegnarsi in un’iniziativa in proposito in una delle prossime sedute.

A seguire è stato trattato il Piano di rilancio del trasporto pubblico modenese, nelle sue linee di indirizzo e attuazione, argomento presentato dall’assessore Sandro Morini.
L’assessore ha presentato la difficile situazione di Atcm, che ha prodotto perdite fino a 5 milioni di euro. Il prezzo aumentato del gasolio ha contribuito alle difficoltà, i contributi regionali non sufficienti (che richiederebbero un adeguamento) sono fra le altre motivazioni, a cui si aggiunge la lentezza dei mezzi che li rende poco appetibili per l’utenza.
Il piano di rilancio presentato prevede che Atcm riceva il servizio in affidamento e che venda a gara una parte delle quote a un socio privato. Il piano prevede dunque lo scorporo di alcuni beni che passerebbero da Atcm ad Agenzia per la mobilità, che sarebbe la titolare, completamente pubblica, del servizio di trasporto provinciale, affidato poi ad Atcm su cui comunque il pubblico continuerebbe a esercitare una fondamentale attività di controllo.
Sebbene la situazione non sia facile, Morini ha ricordato modelli e situazioni analoghe, come quella dell’agenzia di Genova, con salvataggi compiuti proprio con iniziative simili a quella proposta dal piano modenese.
Secondo Luca Caselli di Alleanza Nazionale Atcm viene da anni di gestione politica fallimentare e non può che essere azzerata nei suoi vertici gestionali.
Claudia Severi ha ricordato che Atcm oltre ai buchi di bilancio presenti ha subito più di una multa e si è chiesta quale privato sarebbe interessato ad accollarsi una situazione così difficile.
Rocco Capuozzo di Rifondazione Comunista ha criticato la nuova scelta di privatizzazione di un servizio pubblico e sottolineato a suo parere l’esistenza di un sistema che rende prima poco efficiente la gestione pubblica per poi favorire l’entrata di altri soggetti.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha sottolineato il suo accordo con la necessità di un cambio totale di strategia, manifestando dubbi sulla direzione da prendere. Ha anche chiesto lumi sulla mancanza di adeguati contributi regionali.

In chiusura degli interventi Morini ha spiegato che Modena sconta l’anomalia rispetto a tutte le altre città, dovuta al biglietto unico che nessun altro Comune applica e che richiederebbe un contributo regionale riparametrato, cosa che non avviene provocando un problema evidente all’Atcm.

Il piano per il rilancio del trasporto pubblico provinciale è stato approvato con i voti favorevoli del Sindaco, Ds, democrazia è libertà La Margherita, Uniti per Sassuolo La Margherita, Caserta del Gruppo Misto.
Contrari Forza Italia, Alleanza Nazionale , Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto, Comunisti Italiani, Rifondazione comunista.

Ultima comunicazione l’ha data il sindaco, per tre prelievi dal fondo di riserva del Comune, il primo di circa 21 mila euro, destinato alla sostituzione di un mezzo della polizia municipale ormai non più riparabile; il secondo di 6mila euro come contributo all’Associazione Temple Bar per la realizzazione di un programma di iniziative invernale originariamente non previsto; il terzo di 35mila euro per la confisca e macellazione del gregge di pecore a Montegibbio, cifra poi risultata più alta del necessario.

















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