La vicenda di quest’estate relativa alle esalazioni maleodoranti sviluppate dal sito Hera di via Cavazza a Modena è stata rievocata nei giorni scorsi in Consiglio provinciale sulla base di un’interpellanza proposta da Dante Mazzi (Forza Italia).
L’episodio è del 6 luglio, ha ricordato l’assessore all’Ambiente Alberto Caldana, e la Provincia, in qualità di ente di controllo, dopo aver verificato, in base a una denuncia dell’Arpa, che le emissioni provenivano dalla vasca percolati annessa all’impianto chimico fisico di trattamento dei rifiuti liquidi, il 28 luglio «ha intimato con diffida a Hera di coprire la vasca con un sistema provvisorio entro tre giorni, in attesa del sistema di captazione e copertura definitiva che dovrà essere installato obbligatoriamente».
I rifiuti liquidi però, avevano invaso anche una vasca comunicante «in seguito a un’operazione che è considerata vietata dalla normativa vigente – ha spiegato Caldana – e questo è il motivo per cui è stata informata l’autorità giudiziaria e gli atti tecnici relativi all’episodio sono al momento coperti da segreto istruttorio».
Dante Mazzi ha ricordato l’episodio delle emissioni che «il comitato Modena salute e ambiente ha definito molto preoccupante per gli effetti sulla popolazione e soprattutto sui bambini che hanno lamentato grave disagio». E replicando alla risposta dell’assessore, Mazzi ha sottolineato che «i controlli su questi impianti dovrebbero essere fatti sistematicamente e metodicamente senza bisogno di denunce da parte dei cittadini e dei medici, che – ha aggiunto il consigliere – hanno il diritto di intervenire sulla salute dei cittadini, cosa che invece lei, gli altri assessori e perfino il governo non volete ammettere».