“La collaborazione positiva che si è riavviata con il Comune di Bologna in questo mandato sulle materie urbanistiche e di pianificazione è un valore che va difeso e salvaguardato.
È anche per questo che sulla vicenda della collina siamo al fianco del Comune di Bologna”.
“In questa difficile fase di passaggio tra la vecchia e la nuova legislazione in materia di urbanistica che si completerà con l’approvazione
definitiva dei PSC, da un lato dobbiamo fare attenzione a non adottare varianti che si muovano al di fuori degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) – ma in questo caso non solo perché
anche il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) muove nella direzione della tutela di quell’ambito paesaggistico particolare che è la collina bolognese – e dall’altro lato dobbiamo permettere legittimamente
alle amministrazioni elette di poter adottare atti coerenti con il programma con cui si sono presentate agli elettori. In questo contesto la
variante specifica adottata dal Comune di Bologna sulla collina è stata da noi valutata postitvamente e, nel merito, condivisa, per questo l’abbiamo approvata.
Il tema della collina, di un PSC in sintonia con il PTCP e adottato in accordo con la Provincia e con gli altri Comuni dell’area metropolitana
bolognese, insieme ai temi della mobilità, sono stati al centro del confronto elettorale che si è risolto a favore del centrosinistra, ed è su
quella base che abbiamo riaperto il confronto e concluso positivamente, in tempi brevi e con la soddisfazione di tutti i partecipanti la Conferenza di Pianificazione sul PSC di Bologna.
In quella sede si sono indicati precisi orientamenti – tra cui quello che oggi il Comune di Bologna sostiene – sulla tutela della collina e su una forte limitazione degli interventi, puntando sulla riqualificazione del patrimonio esistente, in una visione dinamica e tutt’altro che museale del
patrimonio ambientale.
È una vecchia e difficilmente sostenibile posizione quella che indica nell’edificazione privata l’unico strumento di tutela degli ambiti paesaggistici, mentre è invece innovativa e decisamente orientata ad una
crescita della città pubblica la linea adottata dal Comune di Bologna che prevede di assegnare il patrimonio pubblico esistente ad associazioni, a
soggetti senza fini di lucro, per tornare a far vivere e a vivere la collina in altri modi che quelli messi in atto finora.
In particolare sulla questione che è oggi all’attenzione delle cronache la Provincia aveva già avuto modo di esprimere il proprio parere su richiesta del Comune di Bologna, confermando che allo stato dell’arte nessun diritto edificatorio poteva essere considerato acquisito.
Sulla base di questo parere siamo a confermare il nostro appoggio all’azione del Comune di Bologna, anche perchè – come veniva ricordato dall’Assessore Merola – è bizzarro essere allo stesso tempo “quello che vuole cementificare la collina” secondo alcuni e “quello che ne vuole fare un immobile museo dive nulla si può toccare”.
Né atteggiamento fondamentalista nella tutela, né superficialità nel riconoscere diritto all’iniziativa privata”.