Francesco Notari e Valeria Montanari, Consiglieri
del Partito Democratico, chiedono all’assessore competente di riferire: sui dati attuali del ricorso all’IVG a Reggio Emilia dal 2002 ad oggi con particolare riguardo alla situazione delle donne immigrate; sulle attività di prevenzione delle cause dell’IVG; sugli obiettivi raggiunti, e su quelli da raggiungere.
Nella loro premessa i Consiglieri ricordano:
che il quotidiano la Repubblica in data 30 Marzo 2007 ha iniziato un reportage intitolato “L’aborto 30 anni dopo”;
che da tale reportage evidenziava un aumento dei casi di interruzioni volontarie di gravidanza specificatamente tra le donne straniere;
che, nel contempo, i dati nazionali attestano che il numero complessivo dei ricorsi all’IVG sia diminuito negli ultimi tempi;
visto che nel 2001 il Consiglio Comunale di Reggio Emilia approvò un odg in cui si riteneva necessario far crescere una cultura della maternità come scelta libera e responsabile che non debba pertanto essere condizionata né da mancanza d’informazioni né da mancanza di sostegno;
che a seguito di tale approvazione il “programma salute donna” del 2002 dell’AUSL prevedeva specificamente una serie di azioni mirate tra cui:
– potenziare gli interventi di informazione ed educazione su metodiche contraccettive soprattutto rivolta ai giovani, donne provenienti da paesi in via di sviluppo, donne in allattamento, donne che hanno da poco effettuato una IVG in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, Unità operative ospedaliere, associazioni di volontariato;
– incrementare gli interventi di educazione socio-affettiva e sessuale rivolta ai giovani nella Scuola e nei gruppi sportivo- ricreativo;
– collaborazione con i medici di Medicina Generale per facilitare la donna nell’accesso ai Servizi e nell’assunzione di scelte procreative responsabili;
– rafforzare la collaborazione con altre figure professionali, quali Assistenti Sociali e Psicologi, definendo, tramite protocolli d’intesa, percorsi privilegiati per il sostegno della scelta procreativa per donne e/o coppie in “difficoltà”;
– qualificare i Servizi attraverso una formazione permanente degli Operatori coinvolti nel percorso;
– informare le utenti, in ottemperanza all’art. 5 della legge 194/78, del possibile aiuto fornito da Associazioni di volontariato, al fine di rimuovere eventuali cause e difficoltà che ostacolano il proseguimento della gravidanza. L’informazione avviene anche tramite la distribuzione di materiale dedicato.