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Sparatoria Tribunale: Primo Tricolore a chi ha evitato altre vittime

In segno di attenzione verso coloro che hanno fermato la tragedia consumatasi mercoledì scorso in Tribunale, evitando che si avessero altre vittime, “conferiremo loro il segno di onorificenza più alto che il Comune di Reggio possa dare, cioè il Primo Tricolore”. Lo ha annunciato il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio intervenendo ieri sera nel dibattito in Consiglio comunale, dedicato alla sparatoria verificatasi mercoledì in Tribunale, costata la vita a tre persone.

Il sindaco si è riferito in particolare agli agenti della polizia di Stato intervenuti per fermare l’autore della sparatoria. Il sindaco ha anche ricordato la riunione avvenuta stamattina in Comune del Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne (vedere comunicato stampa delle ore 17,57 di oggi) e ha ribadito che “la nostra società è aperta all’integrazione e all’accoglienza, ma non intende certo per ciò abdicare ai diritti delle donne, alla loro autonomia e ai diritti dei minori”.

L’assessore alle Pari opportunità Gina Pedroni ha sottolineato che “quando una donna subisce violenza in uno spazio pubblico, è un fatto pubblico. Se la violenza avviene nel privato, salvo casi di eccezionale violenza, resta un fatto privato, che non riguarda la collettività, non è un problema sociale e non implica responsabilità ‘esterne’ al contesto privato, familiare. Dobbiamo assolutamente uscire da quest’ottica”.
L’associazione Nondasole gestisce dal 1997 la Casa delle donne, struttura del Comune di Reggio, attuando – ha aggiunto Pedroni – un percorso di accoglienza e ascolto delle donne impegnativo e proficuo.
Le donne che si sono rivolte alla Casa delle donne per la prima volta nel 2006 sono state 213; dal 1997 sono state 1.508. Le donne impegnate in nuovi percorsi di accoglienza sono state 131 lo scorso anno; 1.026 dalla nascita del centro di accoglienza.
Infine, i colloqui di accoglienza sono stati 424 nel 2006, quelli di ospitalità 378; 224 gli accompagnamenti in ospitalità.

Le ore di volontariato impiegate nelle attività della Casa sono state seimila, delle quali più della metà nell’attività diretta con le donne ospitate, anche con reperibilità festiva e notturna.
















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