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Il Sindaco di Reggio Emilia sull’inclusione sociale dei nomadi

“Realizzeremo il progetto dal Campo alla città per l’inclusione sociale dei nomadi, attraverso l’insediamento di una piccola comunità in una micro-area. Un progetto migliorabile? Lo miglioreremo, ma lo realizzeremo. Perché la nostra società, quella che noi volgiamo sa essere in grado di recuperare la persona e la sua dignità”. Lo ha detto il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, intervenendo in Consiglio comunale.

“Ancora una volta – ha detto fra l’altro il sindaco – ho sentito paventare pericoli gravissimi, che scaturirebbero dall’attuazione di questo progetto. Ho quindi sentito di nuovo enunciare bugie, bugie gravissime. E chi le dice se ne dovrà prendere la responsabilità”. Rivolto a parte dell’opposizione: “In realtà voi non siete informati sull’argomento, non dite nulla di propositivo. Voi parlate speculando sulle paure, accarezzate la pancia della gente”.

“Ebbene, ‘spiegare e spiegare ancora’, come si legge nella Sacra scrittura. Quindi, ribadisco quanto già detto, dal congresso della Margherita del febbraio scorso in poi, secondo me con ampia chiarezza. Credo – ha proseguito il sindaco – di essere sufficientemente dentro la mia città, per essere consapevole che questo tema delle micro-aree sia delicatissimo. Ma credo anche che l’argomento debba essere affrontato senza pregiudiziali ideologiche.
Dunque ribadiamo considerazioni oggettive: la concentrazione di persone svantaggiate in luoghi precisi induce disagio sociale e quindi pericolosità sociale; non esistono nei campi di Reggio situazioni di illegalità gravi, come in altre città; quindi per noi un processo sperimentale di inclusione come quello deliberato dalla Giunta non può che portare a un recupero di qualità e sicurezza sociale”.

“Ghettizzare crea emarginazione, disagio, quindi insicurezza e illegalità. Non ho ascoltato un solo intervento politicamente fondato di contrasto a queste tesi. Non una sola persona ha smentito con argomentazioni oggettive queste affermazioni. Vogliamo dunque proseguire sulla linea intrapresa nel campo di via Da Genova, la linea del diradamento delle concentrazioni eccessive e della sempre maggiore responsabilizzazione dei nomadi. Una linea fra l’altro condivisa dal sindaco di Reggio Calabria, di An, che ha trasferito 70 ospiti di campi nomadi in appartamenti. Per noi, la sperimentazione riguarda un ambito familiare disponibile e idoneo alla sperimentazione di inclusione sociale, individuato nel campo nomadi di via Gramsci”, che di ospiti ne ha poco più di 70.

“Un trasferimento di nomadi dal campo sinti all’appartamento – ha aggiunto Delrio – genererebbe però nuove difficoltà; più adatto invece il passaggio alle micro-aree. Vorrei fosse chiaro che noi non stiamo cercando di ‘sistemare’ i nomadi sinti. Stiamo piuttosto cercando di far capire che pagare le bollette della luce e mandare i figli a scuola sono cose giuste. Noi cerchiamo il reinserimento dei nomadi, perseguiamo questo obiettivo che è di tutta la cultura, anche giuridica, europea. Chi non vuole ciò è fuori da tale cultura”.
Riguardo ai costi della gestione dei campi nomadi, ha concluso il sindaco, “se si leggono i dati, se ci si attiene ai fatti, ci si accorge che l’Amministrazione comunale di Reggio spende molto meno di altre amministrazioni comunali e con un numero di nomadi ospitati maggiore che altrove. Questo anche perché i nostri operatori sono presenti nei campi tutti i giorni, con la loro esperienza, professionalità e dedizione: un contributo e una dedizione straordinari. Invito piuttosto chi vuol parlare dei nostri operatori a sciacquarsi prima la bocca”.
















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