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Modena: panificatori Cna su applicazione Decreto Bersani

Il Presidente dei Panificatori Cna Alimentare Andrea Vecchi, lancia un appello all’Amministrazione Comunale di Modena, affinché si individuino normative comunali più idonee e moderne a qualificare l’offerta produttiva e di servizio per un prodotto apprezzato dai cittadini nelle forme e nelle ricette tipiche locali quale è il pane.


La normativa sulle liberalizzazioni che ha preso il nome del Ministro Bersani ha introdotto nuova concorrenza per i panifici, purtroppo non sempre qualificata. Oggi, infatti, per l’apertura di un forno non c’è più la necessità di acquisire una licenza. Cna Alimentare, che pure non ha osteggiato il provvedimento, malgrado abbia determinato per le attività esistenti perdite economiche rilevanti, insiste sulla necessità di iniziative per la formazione professionale degli operatori del settore. Formazione difficile da attivare, visto che a livello locale mancano i fondi necessari.

Altre categorie, invece, stanno godendo di trattamenti ben più accondiscendenti, modulati nel tempo, non solo a livello nazionale, ma anche a Modena, dove vengono addirittura previsti contributi per la chiusura di attività (vedi piazza XX settembre, dove gli esercenti che decideranno di chiudere i battenti potranno godere di una buonuscita di 20.000€ ciascuno), provvedimento che si scontra palesemente con le politiche finalizzate all’erogazioni di contributi a favore di chi, invece, si impegna per la nascita e la qualificazione delle nuove imprese (come accaduto per la riqualificazione della Pomposa).

“I nostri panificatori – chiosa Vecchi- non sono, però, disposti ad accettare liberalizzazioni a senso unico. Al contrario di molti, non chiediamo soldi, né di pagare meno tasse. Vorremmo soltanto che l’Amministrazione ci ascoltasse per verificare le nostre proposte tese a qualificare la produzione del pane, mantenendo la tradizione produttiva tipica di Modena, salvaguardando così i consumatori e le nostre professionalità. Ma chiediamo anche – e lo facciamo con forza – la tempestiva modifica – che, peraltro, non incide su alcun bilancio – di quelle obsolete norme che vietano o limitano in modo consistente il consumo sul posto dei prodotti da parte dei clienti.
Un’apertura in questo senso, infatti, oltre a rispondere alla filosofia del Decreto Bersani darebbe nuove opportunità di sviluppo alle nostre attività, potendosi così riflettere anche sulle politiche dei prezzi. E ci metterebbe sullo stesso piano di tante altre attività di servizio che, giustamente, possono oggi usufruire di questa possibilità”.

Concretamente, ciò che chiedono i panificatori Cna è di poter disporre, nelle ore diurne, tavolini e sedie utilizzabili dai consumatori che vogliono assaggiare i prodotti appena sfornati, così come avviene ormai in molte località di villeggiatura per tutte le attività artigianali: piadinerie, gelaterie, rosticcerie, panetterie, senza che ciò si configuri, come numerose sentenze hanno certificato, come “somministrazione” – cioè servizio al tavolo da parte del gestore, che deve essere giustamente riservato ai Pubblici Esercizi.

“Attendiamo – conclude Vecchi – una risposta tempestiva da parte del Comune, convinti del fatto che in questa comunità ci sia ancora spazio per il confronto con le categorie che propongono, non solo con quelle che protestano”.
















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